E’ passato più di mezzo secolo dalla morte di Winston Churchill avvenuta a Londra il 24 gennaio del 1965 all’invidiabile età di 90 anni. Eppure quello che è stato uno dei leader politici più popolari e controversi del secolo scorso pare rappresentare ancora un’inesauribile fonte d’ispirazione per il mondo dello spettacolo. E’ dello scorso anno il film di Joe Wright “L’ora più buia” che è valso l’Oscar, quale migliore attore protagonista, a un impeccabile Gary Oldman.
Il 2019 segna il debutto di un’originale messa in scena teatrale italiana “Winston vs Churchill”, tratta da un testo di Carlo Gabardini “Churchill, il vizio della democrazia”. Lo spettacolo, una produzione Nuovo Teatro per la regia di Paola Rota con protagonista l’attore udinese Giuseppe Battiston, è approdato sul palcoscenico del teatro Palamostre (stagione n. 37 Contatto griffata Css) lo scorso fine settimana per due repliche sold out.
Le doti di fine oratore di Sir Winston Churchill sono ben note: nel 1953 gli valsero un premio Nobel per la letteratura, i suoi discorsi, le sue citazioni, le sue battute ricche di sense of humor sono tante e sono entrate nella storia. Sono proprio le battute a tratteggiare il carisma e il carattere del protagonista della pièce, in un ritratto profondamente umano, di un uomo sfrontato, prepotente ma anche preda di rimorsi e sfiancato dal dolore.
In una scenografia essenziale, luci e suoni a sottolineare il contraltare di battute e stati d’animo, giganteggia Battiston, straordinario nel dare corpo, voce e anima a Churchill, ormai vecchio, malandato, incapace di rinunciare all’alcol, ai sigari e al suo gatto, in una dimensione sospesa tra realtà e memoria, tra ricordi e incubi. Nel tono della voce, nelle movenze e nei riti del quotidiano, nelle riflessioni sulla politica, Battiston infonde fierezza e fragilità al suo personaggio, merito di una prestanza fisica che li accomuna e che l’attore perfeziona assumendo un portamento tale da evidenziare tutto il peso dell’età e di un fisico ormai minato dalla malattia. A dare ritmo alla potenza interpretativa del protagonista c’è anche la presenza inizialmente timida poi via via sempre più intraprendente e combattiva dell’infermiera Margaret, interpretata con misura e intensità da una efficace Maria Roveran, che ingaggia un dialogo serrato e, a momenti, esilarante con l’indomito sir Winston.
Un allestimento che tra dialoghi, battute sarcastiche, aneddoti esilaranti consegna agli spettatori un’originale lezione di storia sollecitando una riflessione sull’attuale situazione politica europea. “Il coraggio è quello che ci vuole per alzarsi e parlare; il coraggio è anche quello che ci vuole per sedersi ed ascoltare”. Churcill ha ancora qualcosa da insegnare.
Alto il gradimento espresso dal pubblico presente alle due repliche udinesi che ha lungamente e calorosamente applaudito.
Rita Bragagnolo © instArt