I sogni possibili di Nicola Rizzo
Se l’uomo scopre il mondo scopre se stesso e guardando le cose si guarda dentro, si interroga, rivede passato e presente, sedimenta i recessi della sua memoria e si proietta nel futuro.
Si potrebbe così sintetizzare la pittura di Nicola Rizzo, artista del Veneto, ma uomo del Sud che narra a se stesso prima e poi agli altri, il delicato mistero della vita che la sfogli e ti sfugge. Allora ecco che devi lasciare la traccia. E la traccia per Rizzo sono i disegni, la mano scorre la carta e la tela lasciando la sua utopia, mentre il colore accarezza le superfici disegnate e allora ecco che il racconto si fa realtà pur trascorrendo l’area del sogno.
Le opere di Rizzo distinguono la figura e il paesaggio. Nella figura compaiono volti e richiami d’amore o semplici amicizie. Nei paesaggi memorie: la memoria del Sud con i suoi uliveti assolati si associa alla memoria di Venezia, città improbabile dove convivono sogno e reale, architettura e trasparenze d’acqua.
Questa pittura non è aliena da simbolismi, perché tutto quello che rappresenta l’autore mi fa sorgere l’idea che vi sia in lui un profondo retrogusto di ammirazione per l’uomo e la sua dolorosa esperienza, per la vita ma anche per la sua laboriosa capacità.
Le città costruite paiono riprese con ammirazione da Rizzo che narra i loro tratti nel silenzio incantato, ma scorrono davanti a noi anche i quadri di lagune immense o le asprezze di una montagna invalicabile.
Un bambino che guarda con meraviglia un risultato della natura… una giovane donna che suona il violino… esempi del melodioso tratto di Rizzo.
E la trasparenza muta di un canale veneziano la leggo accanto alla superba acropoli ateniese e mi sembra che un pittore come Tiepolo o un filosofo come Parmenide possano dialogare dentro lo stesso quadro.
Nicola Rizzo si guarda dentro. Queste città, queste figure umane, questi oggetti sono non solo una parte del suo mondo, ma una dimensione di lui stesso, autore di una ricerca, come sottolineano i curatori del suo catalogo, intrisa di cultura, poesia, spiritualità e bellezza onirica.-
© Vito Sutto per instArt