Film interpretato dal divo di Hong Kong, Anthony Wong che quest’anno ha ricevuto ad Udine il premio alla carriera.
Still Human è il film che date le premesse non ti aspetteresti. Rielabora un contenuto tragico trasformandosi gradualmente in una favola che tenta di riconcigliarci con il mondo, semplificando le emozioni alla ricerca della loro essenza.
Il film racconta l’incontro fra Leung Cheong-Wing, costretto in sedia a rotelle dopo un incidente sul lavoro, e la sua nuova badante Evelyn Santos, che dalle Filippine si trasferisce per sfuggire ad un matrimonio problematico. È l’incontro fra due fragilità, quella fisica di lui e quella di lei migrante che, lontana dal suo paese e da codici linguistici e culturali conosciuti, ci appare indifesa.
La regista decide di raccontare questa storia, potenzialmente tragica, stemperandola con umorismo e leggerezza.
Nello scorrere del tempo e delle stagioni i protagonisti iniziano a fare i conti con se stessi. Il passato di Cheong è narrato con brevi incisivi flash-back, poco più che momenti, ma di grande impatto: l’amore per il figlio, l’incidente che l’ha reso paraplegico, il desiderio di morte. Il passato di Evelyn traspare nelle telefonate e nei documenti legali che accompagnano l’annullamento del suo matrimonio e la conseguente riconquista della libertà. Nel loro rapporto una comprensione profonda, che filtra fra le parole meticce di un anglo-cantonese di difficile conquista, prende il posto dell’iniziale sospetto reciproco. L’amicizia è salvifica. I comprimari sono amici dei protagonisti, da una parte Fai, ex collega di Cheong di cui si prende scanzonatamente cura; dall’altra quattro donne filippine che di Evelyn condividono la condizione e cercano, senza troppo successo, di indirizzarla nella sua esperienza di badante.
Film sussurrato e delicato, troverà i due protagonisti legati attorno alla consapevolezza dell’importanza di sognare. La centralità del desiderare ardentemente qualcosa, sempre. Alla fine riusciranno a donarsi reciprocamente la realizzazione di un sogno. Cheong regalerà ad Evelyn una macchina fotografica che possa aiutarla ad avviare la carriera che desidera. Evelyn farà si che il figlio di Cheong ritorni a trovarlo.
Still Human è un film dai buoni sentimenti, che riesce a raccontare anche gli attriti attraverso la lente della comprensione umana e dell’empatia, quella che va oltre gli specifici codici culturali. Porta con se il problema dell’integrazione del diverso, ed in particolare del migrante economico. Ma questo tema, laddove viene trattato nelle conversazioni fra le badanti, soffre di un eccesso di verbosità e di un tono didascalico che stride con il resto della pellicola. Creando dei momenti che sembrano giustapposti, in eccesso nell’economia del film. Parentesi che potevano essere tralasciate in una pellicola che ce li racconta già attraverso le dinamiche fra i due protagonisti.
È un film, che in maniera cristallina, parla di solidarietà e generosità, e della capacità di anteporre ai propri desideri i bisogni altrui. Il destino premierà queste qualità. Non vi è dubbio in questa commovente favola.
© Katia Bonaventura per instArt