VENERDI’ ALLA LIBRERIA ANTONINI INCONTRO CON DUŠAN JELINČIČ

Sarà un incontro d’eccezione quello che, venerdì 25 gennaio, inaugurerà le manifestazioni volte a celebrare i cento anni della fondazione del comitato Dante Alighieri di Gorizia (1919-2019). Si tratta dell’incontro con l’autore Dušan Jelinčič e della presentazione del suo romanzo “Quella soffitta in Cittavecchia” (Mgs press, Trieste 2017). L’appuntamento è a Gorizia, venerdì 25 gennaio, alle 18, alla libreria Antonini di corso Italia 51. Converseranno con l’autore Walter Chiereghin e Antonia Blasina Miseri. L’evento è organizzato dal comitato Dante Alighieri di Gorizia, in collaborazione con Biblioteca statale Isontina, Kulturni Dom, Fondazione Carigo e il Ponte rosso.

Nato a Trieste nel 1953, Dušan Jelinčič è scrittore di racconti e romanzi, sia in lingua slovena che italiana, saggista, giornalista e alpinista. La sua era una famiglia della comunità slovena, il padre Zorko fu uno dei fondatori del Tigr, il primo movimento organizzato di opposizione al fascismo. Laureato in lettere all’università di Trieste nel 1981, ha lavorato come giornalista al quotidiano Primorski Dnevnik. Successivamente ha lavorato per alcuni anni come caposervizio della redazione giornalistica in lingua slovena della Rai di Trieste. Appassionato alpinista, ha partecipato nel 1986 a una spedizione che ha conquistato la cima del Broad Peak, nella catena dell’Himalaya, primo alpinista del Friuli Venezia Giulia ad arrivare sulla vetta di un “Ottomila”. Ne ha in seguito affrontati degli altri, documentando tali esperienze estreme nei suoi libri. Tra questi volumi a sfondo alpinistico ha avuto particolare successo, nella versione italiana, Notti stellate, che descrive la spedizione slovena sull’Himalya del 1986. L’opera ha vinto, tra gli altri, il premio Bancarella Sport.

Il libro “Quella soffitta in Cittavecchia” è un gioco di nostalgia con un’unica protagonista: la soffitta, con tutto quello che evoca in una città atipica e affascinante come Trieste. Poi c’è Cittavecchia, che negli ultimi anni è stata trasformata in una Montmartre nostrana, stravolta ed estirpata dalla sua originalità oscura e un po’ peccaminosa. Nella Trieste della seconda metà degli anni Settanta, un gruppo di ragazzi, un po’ gucciniani ma tanto ingenui, si troverà per la prima volta a dover affrontare l’amore, il sesso, la politica, la droga, le incomprensioni, la vita adulta e infine anche la morte.

comunicato stampa