Venerdì 19 ottobre al Teatro Gustavo Modena di Palmanova (inizio ore 20.45) si accendono le luci sulla nuova Stagione Sinfonica della Mitteleuropa Orchestra. Protagonista nell’imperdibile concerto inaugurale con l’ensemble ospite della città Unesco, diretta nell’occasione dal Maestro Francesco Fanna, la celebre pianista veneziana Letizia Michielon. Per l’occasione abbiamo voluto intervistare il sovrintendente Massimo Gabellone.

Siamo arrivati alla nuova Stagione Sinfonica della Mitteleuropa Orchestra. Un ulteriore bellissimo traguardo per questo ensemble che sta sempre più conquistando il pubblico friulano. Ci puoi raccontare i passi più importanti di questi ultimi anni?
Talvolta i numeri sono quelli più emblematici: dal 2015 ad oggi e considerato che gli orchestrali lavorano 6 mesi l’anno, circa 150 concerti, bilancio in pareggio e oltre al contributo regionale annualmente circa 250-300 mila euro di entrate soprattutto da vendite; una rassegna stampa da capogiro, un canale YouTube con oltre 300 mila visualizzazioni, Facebook seguitissimo… e una platea locale, nazionale, internazionale; per non parlare delle ataviche rivalse sindacali sanate, del reperimento di una sede, della presenza di 4 stagioni sinfoniche …

L’apertura di venerdì vede coinvolti dei caposaldi come Schubert, Beethoven e Mendelssohn e la Mitteleuropa sarà diretta da Francesco Fanna con solista la bravissima Letizia Michielon al pianoforte: ci puoi presentare questo concerto?
Si tratta di una collaborazione tra questi splendidi musicisti che ha come obiettivo anche il decentramento dell’orchestra con concerti presso la prestigiosa Scuola San Rocco di Venezia – Archivio Cini, oltre che l’esecuzione nel tempo di tutti e 5 i concerti di Beethoven; riguardo il programma, si tratta di un percorso dedicato al passaggio tra classicismo e romanticismo, in un momento in cui la crisi della forma sonata messa in atto da Beethoven attraverso i suoi percorsi artistici e spirituali trova riscontro nelle innovazioni geniali di Schubert laddove Mendelssohn ne focalizza i contorni.

La stagione proseguirà poi fino a dicembre: quello che ci colpisce da subito è la grande possibilità di ascolti diversi, con repertori che vanno dal tradizionale fino al crossover … Una certezza quindi della versatilità di questa orchestra?
La versatilità e l’eclettismo sono elementi determinanti per il futuro di questa orchestra, che tuttavia non potrà mai ne dovrà tradire la sua vocazione sinfonico-classica, ragione per la quale esiste; è chiaro che la qualità si può esprimere anche attraverso il crossover, e le esigenze del Territorio vanno doverosamente esaudite; queste sono le esigenze del mercato e la cultura, nella fattispecie la musica, non può più permettersi di snobbare tali esigenze. 

Credo che con il Maestro Marco Guidarini si è raggiunta un bellissimo rapporto fra l’orchestra ed il suo direttore: un connubio che proseguirà?
Ciò dipende dalle innumerevoli variabili, prima fra tutte riuscire a coniugare le esigenze dell’orchestra con il calendario del M° Guidarini, che, ovviamente, è molto denso. 

Seguendovi in questi anni ci siamo resi conto come sia importante anche non solo l’organizzazione di una stagione e di diversi eventi nella splendida Palmanova che vi ha accolto, ma soprattutto la grande possibilità che è stata data a questa orchestra di presentarsi in teatri e festival differenti. Quanto conta tutto questo nella gestione, sicuramente non semplice, di un ensemble così ampio e particolare?
Conta tantissimo perché prevede apertura psicologica e la cessazione di ogni forma di autoreferenzialità, con la presa di consapevolezza che i tempi “grassi” sono ben che finiti da un bel pò di tempo; bisogna che tutti ci si rimbocchi le maniche, si comprenda che niente è dovuto, e che ogni istante è prezioso per dimostrare al principale Donor, ovvero la Regione, e a tutto il Territorio, che questa orchestra è indispensabile, perchè questa fase socio economica prevede delle spese, con fonti sempre più ridotte, che sono sempre più votate al necessario. Come musicista, sostengo naturalmente che la musica sia necessaria, e che questa orchestra sia necessaria quale contributo ad uno sviluppo armonico del Territorio in ambito culturale e sociale, e i numeri ci stanno dando ragione; tuttavia l’abbraccio del Territorio deve essere costante, deve rafforzarsi e consolidarsi, e saper cogliere ogni esigenza manifestata e intrinseca. 

Luca A. d’Agostino © instArt