MARAVEE FICTION
presenta
USO O CONTEMPLO?
Personale di Enej Gala
Obalne Galerije Piran di Capodistria
Fino al 10 marzo 2019
Inaugurazione venerdì 25 gennaio 2019, ore 18
Uso o contemplo? E’ l’intrigante titolo della personale di Enej Gala, curata da Majda Bozeglav Japelj, che s’inaugurerà venerdì 25 gennaio 2019 alla Galleria Loggia di Capodistria. Si tratta dell’ultimo evento calendarizzato nella ricca programmazione del Festival Maravee Fiction, grazie alla pluriennale collaborazione delle Obalne Galerije Piran, unite alla Regione Friuli Venezia Giulia e al main sponsor Gervasoni nel sostegno del progetto ideato e diretto da Sabrina Zannier, gestito dall’Associazione culturale Maravee.
La personale di Gala prosegue l’indagine che mette in scena la relazione tra Visione e Visionarietà, oggettività e soggettività, contemplando lo spazio d’azione della creatività, puntando sul binomio Vero/ Fiction, su un “vedere oltre” teso a produrre emozione e partecipazione. Con l’attenzione alla società contemporanea – dove innanzi alla crisi della razionalità forte il concetto di finzione ha ritrovato vigore nelle accezioni positive del costruire, ideare, immaginare, accomunate
dal concetto della libera creatività – si fa leva sull’etimo latino di fingere, ossia fabbricare, creare, applicato a qualsiasi tipo di narrazione creativa. Mondi di finzione, ma che al vero si appellano attraverso la verosimiglianza e che comunicano con il mondo reale sul piano fisiologico, psicologico,
affettivo e morale.
Giovane emergente dell’arte slovena, Enej Gala porta sulla scena del Festival la relazione vero/fiction che tra arte e design sottende la funzione d’uso e la contemplazione dell’opera. Con la serie dedicata agli “oggetti riparati”, l’artista ridà vita sensibile e concettuale a forbici, occhiali, fucili, bicchieri, tazzine, teiere, cacciaviti…. e persino prese elettriche! Sono piccoli indizi di una quotidianità recuperata, “aggiustata”, ripensata e quindi ritrovata.
Tracciano il felpato e pensante passo di un cammino diretto dalla profonda consapevolezza del sé e dell’altro da sé. Dove vivo, dove abito, con cosa e come mi relaziono? Nulla passa inosservato e impensato, se anche il più banale oggetto subisce una stravolgente trasformazione, che lo inghiotte in un processo di traslazione dal qui all’altrove. Enej Gala ci conduce per mano in questo intrigante sentiero che svela il senso della meraviglia sul sottile confine fra realtà e visionarietà. Lo fa inscenando una dimensione surreale che per Maravee Fiction si concentra sulla trasformazione di ordinari oggetti quotidiani riconvertiti in altro da sé, dove la loro funzione d’uso si congela nella negazione del gesto umano e nell’impossibilità di elevare l’oggetto all’utilizzo per il quale era stato pensato e realizzato. E’ qui che appare il confine tra arte e design, tra vita domestica e visionarietà dell’esistenza. E’ qui che affiora il ponte fra Maravee Fiction e Maravee Object, l’edizione 2019 del Festival che metterà in scena l’importanza dell’oggetto nel suo costante dialogo con la gestualità del corpo umano, anche laddove il principio della funzionalità verrà oggettivamente negato, ma soggettivamente ricordato.
Uso o contemplo? è l’ultimo evento nella calendarizzazione dell’edizione 2018 e si eleva a simbolica porta d’accesso per quella del 2019, sottolineando la progettualità di Maravee nella tensione fra continuità e differenza, all’insegna della mutazione in atto. Un processo che nella poetica di Enej Gala si radica nel
legame fra perseveranza e diversità, passato e presente, radicamento ed erranza. Nel passaggio da oggetti d’uso a piccole sculture o installazioni, il lavoro di Gala mette in scena il protagonismo d’insoliti personaggi, tesi fra oggetto e soggetto, funzione d’uso e identità. A volte l’oggetto diventa un animale, come il forcipe virato in pellicano o il fucile che svela quasi lo stato embrionale di un essere al quale spunta un’ala o, ancora, le tazze che potrebbero essere insetti in formazione o entità in decomposizione. Poi affiorano veri e propri “personaggi” immaginari, come quelli suggeriti dalla mutazione dei cacciaviti, impegnati in posture ginniche; o quelli ottenuti smantellando e ricostruendo le prese di corrente, che si ergono in un magico stato d’equilibrio precario. Tutti insieme concorrono alla formazione di una brulicante moltitudine d’insolite e bizzarre figure, nate da un’attenta osservazione della realtà, trasfigurata con una sottile e debordante vena ironica.
Comunicato Stampa