È stato un concerto unico, un genere unico, un artista unico. Inutile dire che Marcus Miller con il suo basso ha tenuto sulle sue note il numeroso pubblico presente per la chiusura della sembra ultima Udin&Jazz in terra di Udine. Strumentisti giovani ma già di altissimo livello, lo hanno accompagnato in due ore di concerto con una serie di brani presi da diversi suoi album. Oltre a presentare pezzi da Laid Black il suo ultimo lavoro, suona una cover dei Temptation, un brano dedicato a suo padre, uno al suo mentore Davis. Un sound che definirei tra il jazz e lo smoothjazz, con ricche influenze di funky e qualche divagazione su africa e brasile. Il suo modo di suonare il basso è unico, spettacolare, preciso e tecnicamente superbo, ma lascia spazio in tutto lo spettacolo a tromba, sax e piano per i loro soli eseguiti in modo impeccabile. Magico nelle sonorità con passaggi tonali molto raffinati provenienti senza dubbio dalla sua profonda conoscenza delle armonie jazz, perfetto nella fusione con il funky. Tanti gli applausi delle persone che in un paio di frangenti, invitate dallo stesso Miller, cantano e battono le mani sotto un cielo stellato nella splendida cornice del Castello di Udine. Mi sembra di intravedere qualche problema tecnico che infastidisce sia la tromba che il sax, con molta probabilità non si sentono in spia. I miei padiglioni auricolari non sono proprio contenti, ultimamente mi pare succeda spesso, sarà colpa della tecnologia? Sembra un po’ tutto secco, freddo. Restando sulla performance, unica vera protagonista di questa magica serata, il pubblico presente fatto di musicisti, fan e curiosi, gradisce notevolmente ogni singola nota scaturita sul palco. Anche Miller si diverte, appassiona nella canzone dedicata al padre scomparso da poco, incanta mentre si lancia in assolo con una serie infinita di note e slapping a velocità vertiginosa, dirige l’orchestra pubblico e band, chiude il concerto con un bel “mandi” che provova un’ovazione da premio oscar, trasmette emozioni continue con le sue composizioni. La rivisitazione di Come Together è bellissima. Il pubblico non è quello delle grandi occasioni, ma questo forse è un segno dei tempi che cambiano. Una città che comunque dà e continua a dare molto alla sua cittadinanza e anche al turismo, in questo caso grazie a Euritmica forte di una esperienza ormai consolidata dai numerosi anni di concerti dei grandi nomi del jazz mondiale e nazionale. Mi auguro che altri grandi della musica di tutti i generi possano passare da Udine, e perché no, anche molte delle realtà locali abbiano la possibilità di esibirsi di fronte ad un pubblico e in una cornice così bella come quella del Castello di Udine. Prossimi appuntamenti con Udin&Jazz ci saranno, dove non si sa, ma sicuramente ci saranno. Andate ad ascoltare la musica di Marcus Miller appena potete. instArt ringrazia per questa grande occasione di aver potuto assistere a una vera serata da Miller e una note.

© Massimo Cum per instArt