Non perde tempo il Politeama triestino. Nemmeno il tempo di rifiatare dopo il termine della stagione 2018-2019 è già si guarda al futuro, con una conferenza stampa che -oltre a tirare le somme dell’annata appena conclusa- rivela già alcune preziose anteprime per il prossimo anno.
Nella cornice intima e avvolgente della Sala Bartoli, abbiamo potuto stare un pò in compagnia del Presidente del Teatro Stabile Sergio Pacor e del direttore Franco Però, che assieme hanno tracciato un bilancio della stagione 2018-2019. Bilancio fortemente positivo, in cui il Rossetti ha registrato incrementi in tutti gli aspetti: le presenze totali rispetto la stagione precedente segnano un aumento di oltre il 20% ( 144.621 le presenze totali agli spettacoli in abbonamento e agli “eventi speciali”), la presenza di abbonati è cresciuta di oltre il 14% ed anche sul fronte dei biglietti venduti si registra un ottimo + 31,03%.
Le presenze registrate dagli spettacoli di Prosa e Altri percorsi hanno largamente superato il traguardo dei 60.000 spettatori, ed è crescente anche il numero dei giovani che frequentano il Politeama: nella stagione 2018-2019, lo Stabile ha raggiunto il ragguardevole traguardo di 6.500 abbonamenti giovani, sommando le formule “scolastiche” e gli Under 26, con un 18% di crescita rispetto all’anno precedente. Fra gli spettacoli più visti della stagione, se il genio coreografico dei Momix con “Alice” la fa da padrone con oltre 7.000 presenze, si sottolinea il successo nella “Prosa” di “Dieci piccoli indiani” che si è molto avvicinato alle 6.000 presenze seguito poi – con numeri che si attestano fra i 4 e i 5.000 spettatori – dalla produzione “I Miserabili” e da altri spettacoli ospiti come “Il Maestro e Margherita”. Hanno registrato considerevoli risultati altri titoli forti dei cartelloni “Musical” e “Danza”, come “Peter Pan”, “Cenerentola on Ice” e “Ghost” che hanno tutti largamente superato la soglia dei 5.000 spettatori.
Un trend quindi fortemente positivo, che -ha sottolineato il presidente Pacor- premia le linee seguite e da la carica necessaria per affrontare il nuovo percorso 2019-2020. Percorso in cui alcuni tasselli sono già ben definiti e sono stati rivelati durante la conferenza stampa, come ghiotta anteprima di un’annata che pare nascere nel segno della continutà e del consolidamento di una formula che “funziona” e viene apprezzata della città.
Confermata innanzitutto la divisione nella ormai consuete sezioni del cartellone: Prosa, Altri Percorsi, Danza e Musical ed Eventi. Produzione e Prosa rimangono il centro dell’attività dello Stabile, sia attraverso il lavoro con la Formazione di riferimento del Teatro (composta da Filippo Borghi, Romina Colbasso, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos) che con l’ospitare altri prestigiosi spettacoli nazionali che si concentreranno su temi importanti ed attuali.
La prima rivelazione della conferenza stampa è “L’onore perduto di Katharina Blum”, che Letizia Russo adatta per la scena dall’omonimo romanzo di Heinrich Böll e che sarà lo spettacolo di produzione con cui il 22 ottobre si inaugurerà la stagione 2019-2020. Franco Però ha proposto nuovamente – dopo il successo de “I Miserabili” – di intrecciare i linguaggi del teatro e della letteratura, dirigendo un cast importante, composto in parte dalla Formazione di riferimento dello Stabile a cui si aggiungono Elena Radonicich e Peppino Mazzotta, finalmente sul palcoscenico dopo le felici esperienze cinematografiche e nelle fiction televisive più seguite (fra le più recenti figurano “La Porta Rossa” per lei e “Il Commissario Montalbano” per lui). Di un’attualità sconcertante (è stato scritto nel 1974) è il testo, che mette alla berlina in modo rigoroso e tuttavia ironico il giornalismo scandalistico, l’uso incosciente e sregolato dei media e che inscena davanti agli occhi del pubblico e negli stilemi di un giallo, la “macchina del fango” di cui diviene vittima la giovane Katharina assieme a chi le è vicino.
Nell’approssimarsi del traguardo di ESOF 2020, lo Stabile regionale continua a guardare anche al tema della scienza: dopo il debutto in prima assoluta il 12 luglio al Mittelfest, da ottobre potremo ammirare alla Sala Bartoli “L’infinito tra parentesi” di Marco Malvaldi, romanziere/giallista/chimico che possiede la capacità di intrecciare sapientemente profonde conoscenze umanistiche e scientifiche, e a cui si è affidato il compito di proseguire in questo interessante itinerario (prima di questo titolo lo Stabile ha dedicato alla scienza altre produzioni come “La domanda della regina” e nell’ultima stagione l’applaudito spettacolo su Basaglia con Peppe Dell’Acqua e Massimo Cirri).
Ritorna Gabriele Lavia (dopo aver incantato il pubblico con l’interpretazione magistrale del dostoevskiano “Il sogno di un uomo ridicolo”) in un grande classico di Henrik Ibsen, “John Gabriel Borkman” al fianco di Laura Marinoni e diretto da un ottimo regista come Marco Sciaccaluga. Il testo racconta il delirio di potenza e la caduta di un uomo, e lo scontro fra femminile e maschile nel contesto familiare, incastonandolo in un assieme di ritratti psicologici carichi di fascino. Un vero titano nel complesso ruolo del titolo, Lavia ha ottenuto in questa nuova prova interpretativa il plauso della critica e del pubblico.
Un classico, ma della più gustosa e fine commedia, è invece “Arsenico e vecchi merletti” di Joseph Kesserling: è celeberrima la riduzione cinematografica del 1944 con Cary Grant, ma molto fortunata fin dal suo esordio sulle scene statunitensi nel 1939, la commedia, come profetizzò il New York Times, non smette di divertire. Ancor più se a portarla in scena è l’istinto teatrale di Geppy Glejeses che riprende la regia del grande Mario Monicelli e invita a “duettare” nei godibili ruoli delle zie (con il folle “hobby” dell’omicidio tramite vino avvelenato) due signore del teatro italiano come Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini. Raffinatezza interpretativa e humour sono assicurati.
Infine il ritorno di Marco Paolini: la sua geniale vena narrativa, il suo carisma, la sua acuta linea di ricerca lo rendono uno dei beniamini del pubblico. Nel suo nuovo lavoro “Nel tempo degli dèi – Il calzolaio di Ulisse” diretto da Gabriele Vacis, affronta con taglio del tutto personale un’icona monumentale della nostra cultura, il personaggio di Ulisse. Guerriero ed eroe, aedo, Ulisse, nel racconto di Paolini appare invece come un calzolaio viandante, che da dieci anni vaga per il mondo con un inutile remo in spalla, secondo la profezia ricevuta nel X canto dell’Odissea. È la punizione che si autoinfligge – nonostante Atena e Zeus lo avessero approvato – per aver compiuto la strage dei principi achei. Il dialogo con questo Ulisse invecchiato fa riflettere sugli dèi con cui abbiamo a che fare oggi, e sulla necessità di resistere alle sirene.
Ritorna anche il cartellone Altri percorsi: nuovi linguaggi, contaminazioni, ricerca, temi e forme che sappiano parlare ai giovani artisti e spettatori. Il primo annuncio è quello dello statunitense Will Eno, nomination al Premio Pulitzer nel 2005 per “Thom Pain”. Grazie al suo teatro minimale è uno dei più originali e rappresentativi indagatori della nostra epoca. Il suo “Proprietà e atto” in scena alla Sala Bartoli, permette una riflessione sullo stato d’animo di chi si definisce extra, ex, strano ed estraneo, dipingendo un agente alieno piombato sul palcoscenico per ricordarci l’inadeguatezza, il senso di solitudine e di non appartenenza che inquieta il nostro tempo. Lo interpreta – diretto da Leonardo Lidi, regista fra i più seguiti nella generazione dei trentenni – Francesco Mandelli. Volto di MTV e di film di successo, regista, sceneggiatore, ma anche musicista e scrittore, si addentrerà nella scrittura poetica e sarcastica di Eno.
Inglese, classe 1980, pluripremiato Mike Bartlett è un notevole costruttore di pièce teatrali, o meglio di “spietate macchine teatrali” in cui il pubblico resta coinvolto. In “Un intervento”, diretto da Fabrizio Arcuri e interpretato da Gabriele Benedetti e Rita Maffei, crea una cornice di estrema essenzialità in cui due amici si confrontano su una scelta in merito alla quale hanno posizioni diverse: non conoscono in tale dibattito il limite della quarta parete. Invitano gli spettatori a riflettere su quanto accade nel mondo, su quanti “interventi” sarebbero necessari mentre le loro vite continuano apparentemente come sempre, fra amori, tradimenti, amicizie, piccoli egoismi quotidiani. Prodotto dal CSS di Udine lo spettacolo è anche segno del dialogo costante fra le realtà produttive e teatrali della regione.
In ambito di contaminazioni, nella stagione 2019-2020, si guarderà invece al linguaggio del fumetto che approda sul palcoscenico con “Kobane Calling On Stage” dall’omonima opera di Zerocalcare. Pseudonimo di Michele Rech, Zerocalcare è il fumettista italiano contemporaneo di maggior successo e più letto e tradotto all’estero. In questo fumetto delinea il resoconto del viaggio di un gruppo di giovani volontari partiti con l’intento di portare aiuti umanitari per la città simbolo della resistenza curda contro l’Isis. Adattato e diretto dal regista e drammaturgo Nicola Zavagli racconta con spietata leggerezza la verità brutale di un conflitto troppo spesso dimenticato, trovando una fonte di fresca ispirazione nel linguaggio dei fumetti. Uno spettacolo che donerà emozione e pensiero e sicuramente toccherà la sensibilità dei giovani.
Per quanto riguarda la Danza, tutti gli annunci vengono rimandati a settembre. C’è invece un’anteprima in merito ai Musical: si tratta di “The Choir of Man”, dopo essere stato uno degli eventi più ammirati dell’Edinburgh Fringe 2017 e dopo una trionfale tournée nel Regno Unito, in Australia e America, vivrà a Trieste il suo debutto italiano. Lo spettacolo, in esclusiva nazionale al Politeama Rossetti è prodotto da Nic Doodson ed Andrew Kay premiato team che ha al proprio attivo il Soweto Gospel Choir. “The Choir of Man” avvolgerà il pubblico nell’atmosfera allegra e festosa di un enorme pub: al suo interno un cast maschile di cantanti e ballerini energici e atletici si rende protagonista di uno spettacolo di musica e coreografia irresistibile. Gli artisti attraverso performance di canto, danza, numeri di percussioni live percorrono per un’ora e mezza un repertorio vasto e trascinante: canzoni pop, folk, classici di Broadway, rock, ballate, da Adele ai Queen, da Paul Simon ai Red Hot Chili Peppers, da Kety Perry al musical… Gli spettatori restano incantati dalla qualità e dal livello delle performance e contemporaneamente sono parte – letteralmente – di un party, di un concerto, di una serata indimenticabile in cui si viene travolti da un’onda di energia positiva.
In merito agli eventi speciali e fuori abbonamento, è confermato per dicembre il recupero del concerto di Simone Cristicchi, dopo l’annullamento e posticipo della data inizialmente prevista per maggio.
Non rimane che aspettare con impazienza l’inizio di settembre, quando verrà rivelato l’intero cartellone e verrà aperta la campagna abbonamenti.
Luca Valenta / ©Instart