Non si sono ancora spente le luci di queste festività natalizie che siamo subito coinvolti nell’ascolto del nuovo progetto dal vivo dell’amico Rudy Fantin. E’ la piccola città di Precenicco che ci accoglie nel suo auditorium per assistere alla presentazione di “The NuVoices Project Xmas Tales in Santa Claudio Is Coming To Town”.
Sottolineiamo intanto da subito la genialità di coinvolgere lo splendido attore Claudio Moretti (inutile presentarlo, tanto è bravo e professionale, amato e seguito dal nostro pubblico) fin dalla trasposizione del titolo del celebre brano natalizio degli anni ’30. E’ proprio lui con la sua spontanea ironica verve a trascinarci nell’ascolto dei brani lungo tutta la serata. Da qui un susseguirsi di celebri canzoni ricucite addosso con sensibilità ad un ensemble corale che nulla ha da invidiare ad altri cori stranieri, magari anche più celebri, spesso fatidicamente chiamati sotto Natale di ogni anno. L’auditorium è gremito, in ogni ordine di posto: è il concerto che l’amministrazione comunale e la Pro Loco locale hanno giustamente voluto dedicare ai loro concittadini ed agli appassionati di fuori porta. Una splendida serata dove forse avremmo voluto apprezzare di più timbri e dinamiche di ogni singolo cantante (i momenti più coinvolgenti quando hanno effettivamente cantato a cappella senza ausilio di microfoni): un’amplificazione delle voci e degli strumenti non così accurata o, più probabilmente un’acustica del luogo parecchio complicata, hanno appiattito un po’ troppo tutte le sonorità del programma.
Il pubblico però apprezza alla grande, applaude e si lascia coinvolgere con convinzione per quasi due ore! A dimostrazione che la qualità delle proposte musicali delle nostre terre è sempre professionalmente alta e qualitativamente accattivante.
Rudy Fantin è un po’ l’anima di tutto questo, insieme a loro, i “nuovi” The NuVoices, e con lui ne abbiamo voluto parlare.
Ci puoi parlare della nascita dei The NuVoices Project? Mi sembra sia la naturale evoluzione del precedente FVG Gospel Choir …
FVG Gospel Choir è un progetto terminato a marzo dello scorso anno. Nel mese di aprile 2018, assieme a tutti i cantanti di quel progetto, abbiamo dato vita a The NuVoices Project, per potere lavorare più in profondità e con motivazioni artistiche diverse. Ci affiancano persone come Valeria e Tiziana Moccia e The Groove Factory è nostra partner.
Il video natalizio con cui abbiamo fatto gli auguri sui nostri canali social è un delle testimonianze di queste ultime collaborazioni.
Com’è composto l’organico? L’ensemble che li accompagna è una formazione fissa (a Precenicco, lo ricordiamo, in quartetto con, accanto a te al piano e all’hammond, gli straordinari Luca Zanon alle tastiere, la giovanissima Gaia Aprato al basso elettrico e Carlo Amendola alla batteria)?
L’organico ha sempre come centro focale il coro. Quindi secondo i progetti in cui è coinvolto, scelgo quali strumenti, se non si tratta di un progetto a cappella, possano essere di completamento. Preferisco pensare a quanto la personalità di ciascuno specifico artista possa contribuire alla qualità del progetto, piuttosto che da una band fissa. I progetti sono vari e abbracciano stili molto lontani fra loro.
Immagino che sotto le feste natalizie sia normale presentare tutta una serie di brani che si riferiscono naturalmente a spiritual e gospel … Certo questa non è propriamente una nostra tradizione musicale, pur apprezzata e seguita da molti: come pensate di evolvere questo progetto nell’arco dell’anno?
Penso spesso alla questione (sollevata più e più volte) per cui il Gospel possa essere fatto solo dai neri battisti. Sarebbe come dire che il Jazz, il Funk, il Soul, il Latin e il Blues possano essere realizzati esclusivamente dai loro inventori. In tutto questo, noi siamo prima traduttori e poi, se realmente c’è talento, studio e impegno, può esserci un concreto contributo. Sicuramente il Gospel ha nella parola stessa la sua definizione: è musica religiosa. Quindi o ci credi, fermamente e in modo evangelico perché vivi la tua spiritualità in quella maniera, oppure è un bluff (come ha detto Gianni Basso“La musica ha un solo difetto… si sente”).
The NuVoices Project è una formazione che indirizza il suo percorso verso la vocalità e la coralità, senza inibizioni. Le possibilità in cui la vocalità moderna si è espressa sono talmente tante, alte e meravigliose che il viaggio non finirà mai. Evolvere, per me, significa rispettare le tradizioni e trarne insegnamento, per portare avanti, ancora di più, un ideale artistico unico e affascinante, dove l’emozione, la creatività e il piacere di fare le cose bene siano i pilastri.
Nella serata di Precenicco avete presentato Baba Yetu, la splendida versione in swahili dell’universale Padre Nostro. E’ qui che vediamo la potenzialità di questo progetto: non pensi che si potrebbe creare un programma multi linguistico e multiculturale, discostandosi magari dall’utilizzo predominante della lingua inglese (e quindi di sonorità a quel mondo ispirate), avvicinando delle versioni magari degli stessi brani, ma in lingue diverse e, perché no, anche nel nostro friulano?
Queste cose lo ho fatte già anni fa e per tanto tempo, cercando di dare un altro suono, rimanendo sempre nella coralità, a tradizioni orgogliose che rappresentano il portato culturale etnico non solo friulano. Penso a un mio vecchio arrangiamento, che ha più di 16 anni, di “Signore delle Cime” del grande Bepi de Marzi. L’emozione di ricevere due mail con sentiti complimenti da parte di De Marzi stesso… è meravigliosa. Le lingue trattengono l’orgoglio e la cultura di ciascuna etnia e la musica è il veicolo con cui, nell’aria, questi elementi ti raggiungono senza filtri.
Quando si lavora con un gruppo vocale credo che la cosa più complicata sia gestire in qualche modo ego, tecnica e potenzialità dei singoli cantanti: come hai affrontato quest’aspetto?
Annullando l’ego e valorizzando ciascun corista.
Da splendido musicista quale sei, come hai pensato invece di affrontare l’ensemble musicale, quindi gli arrangiamenti in programma?
Dando fiducia agli ensemble stessi, pescando da un po’ di esperienza e studio, e come sempre … lasciando anche spazio all’improvvisazione, senza la quale anche andare a bere un caffè diventerebbe noia.
Classica domanda finale: il prossimo appuntamento e progetti futuri?
Il prossimo appuntamento è a Mestre in Piazza Ferretto, il 5 gennaio alle ore 17.
I progetti futuri sono veramente molti e direi sorprendenti, ma non voglio anticipare nulla, perché non è nel mio carattere promettere mari e monti … se non una volta oltrepassati.
Sicuramente la realizzazione del primo CD di The NuVoices Project ha la priorità. Con arrangiamenti ad hoc e “figate”!
Siete quindi avvisati: non mancate il 5 gennaio a Mestre, non ve ne pentirete!
Luca A. d’Agostino © instArt
Un grazie a Tiziana Moccia per le immagini della serata!