Si è confrontata negli anni con grandi classici, esperimenti di scrittura contemporanea e rappresentazioni che hanno saputo mescolare il teatro e le arti visive. È stato con il recente When the rain stops falling che la talentuosa regista Lisa Ferlazzo Natoli ha raggiunto un punto importante del suo percorso creativo, aggiudicandosi il Premio Ubu per la Miglior Regia.
Approda lunedì 26 luglio al Teatro Verdi di Pordenone (alle 21.00 in sala Grande), dopo una straordinaria accoglienza di critica e di pubblico nel recentissimo debutto a Roma, il nuovo spettacolo della regista romana, “L’amore nel cuore”, testo tanto affascinante quanto ricco di insidie firmato dalla drammaturga britannica Caryl Churchill, tra le maggiori autrice di lingua inglese. Un testo affascinante e ricco di trabocchetti drammaturgici. Al centro della scena la storia di una famiglia nella quale niente è come sembra. Un lavoro fortemente voluto da lacasadargilla, compatto gruppo di artisti che condivide da tempo la passione per il teatro contemporaneo. Si tratta di un singolare lavoro sul senso dell’attesa, una storia familiare, punteggiata da fatti e incidenti non esplicitamente legati tra loro, ma percorsi tutti da una stessa preziosa inquietudine, in cui l’ordinaria perversità dell’istituzione familiare è letteralmente ‘gettata in scena’, per spingersi fino a un vero e proprio sabotaggio: della parola, del linguaggio, del teatro stesso e del sistema di segni attraverso la cui mediazione diamo senso al mondo.
L’amore del cuore inizia con un’ambientazione realistica da dramma domestico, ma subito la superficie di normalità si incrina nelle molte interruzioni e riprese della narrazione che percorrono il testo. I personaggi si fermano per ricominciare, come un disco rotto, replicando azione e dialogo con piccole modifiche o aggiunte, a creare un effetto di disorientamento causale e temporale. La regista costruisce intorno al ‘testo una “scatola sonora’ fatta di un minuzioso uso di microfoni invisibili e una partitura quasi musicale di rumori, pause e iterazioni di suoni. In scena gli attori Tania Garribba, Fortunato Leccese, Alice Palazzi e Francesco Villano si muovono dentro i confini di un allestimento semplicissimo, in una forma scenica che è quasi un ‘esercizio spirituale’ di lettura «scelta proprio perché il teatro di Caryl Churchill così poco addomesticabile sembra chiederlo» – spiega la Ferlazzo Natoli. «La sua è scrittura che, come un vaso di Pandora, trabocca di invenzioni e sperimentazioni sul filo della lingua e dell’azione, sotto cui sono disseminati i temi sempre vicini a questioni come l’identità, le relazioni pubbliche e private, la messa in scena della realtà».
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Comunicato stampa