Il dramma storico della madre che piange Cristo, ricostruito nel medio evo da Jacopone da Todi nel celebre Stabat Mater, e poi in molti capolavori fin all’età contemporanea, rivive a Cividale nell’ambito Mittelfest per una serata emozionante e commovente, omaggio a Tomaz Pandur, con Natasa Matjasec Rosker, intensissima sul palcoscenico.
La madre in nero nel suo lutto, ricorda la vita di Cristo, suo figlio e i suoi miracoli a Cana, sul mar di Galilea e a Betania con la resurrezione di Lazzaro, poi esplode in una rabbia incontenibile e in un dolore straziante; lei ha dovuto assistere alla crocefissione, anzi, lo ha voluto, in una tensione emotiva al confine con l’irrazionale, perché il dolore uccide la ragione. Disperazione e dramma, al di là della morte, una realtà, che valica la soglia del male incommensurabile.
La verità biblica sostiene che – chi crede in Cristo non perisce ma ha la vita eterna –
A nostro avviso essa giunge all’occhio e all’orecchio dello spettatore piu’ attento. Ma bisogna saperla cogliere tra le righe del dolore.
L’Immaculata richiama anche rivelanti immagini storico artistiche che vanno dalle secchiate rabbiose e colorate (di rosso sangue) alla Pollock, alle annunciazioni luminose rinascimentali, alle deposizioni scultoree dell’arte controriformata.
Opera meravigliosa. Ed è solo l’inizio di Mittelfest.
Vito Sutto per instArt