La Marvel sembra tornata. Dopo un periodo di sceneggiature definite prive di personalità dalla critica e una striscia impressionante di film senza sfondare il miliardo di incasso, è tornata con un film all’altezza delle aspettative. A voler essere del tutto onesti, il merito non è da attribuire alla casa cinematografica statunitense, bensì all’egregio lavoro di Columbia Pictures e Sony Pictures Animation, le aziende con cui ha collaborato alla realizzazione di questo film di animazione.
Spider-Man: Across the Spider-Verse è l’attesissimo seguito di Spider-Man: Into the Spider-Verse, la pellicola uscita nell’ormai lontano 2018, capace di vincere Oscar, Globe e BAFTA come miglior film animato. Lo sviluppo del seguito di questo spin-off (poichè slegato ufficialmente dagli eventi dell’MCU, anche se nel film vengono fatte palesi citazioni alle opere considerate “canoniche”) è principiato proprio dopo l’uscita del primo capitolo e il suo sorprendente successo. La produzione, con la conferma di Phil Lord e Christopher Miller, è riuscita a dare continuità a ciò che di ottimo si era potuto vedere con Into the Spider-Verse.
La regia è, invece, cambiata ed è stata affidata a Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson.
La straordinarietà di questo titolo risiede in molteplici aspetti. Su tutti il suo stile unico, che riesce a dare un carattere profondo e sfaccettato alla pellicola. Dagli sfondi ai personaggi, per le intere 2 ore e 20 minuti di visione, la cura nei dettagli si mostra in ogni scena: dalla commistione ben riuscita di personaggi recitanti a quelli creati con CGI, fino alle ambientazioni dai contorni non sempre ben definiti che riescono nell’arduo compito di favorire l’immersione dello spettatore.
Le splendide musiche dai toni underground, a tratti graffianti traghettano il pubblico in un viaggio colorato e allo stesso tempo caravaggiesco, tinto da ombre e luci che danno spessore ai design (strepitosi!) dei personaggi. Non è un lavoro scontato, dato il numero di eroi e persone comuni che appaiono a schermo. Forse questa è l’unica vera pecca che si riesce a trovare: non a tutti i personaggi viene dato lo spazio e il tempo necessario per mostrarne appieno la caratterizzazione.
La regia ritaglia sequenze e inseguimenti da cardiopalma, adrenalinici quanto spettacolari. Nel fantastico lavoro di realizzazione di queste scene, che riescono, con inquadrature spesso non scontate, a dare la giusta spinta emotiva al momento, Columbia mostra i muscoli davanti alla stessa Disney.
Il soggetto (Marvel Comics) si conferma di qualità e capace di fornire spunti interessanti per la sceneggiatura, che tra colpi di scena e le solite sequenze action tipiche dei film di supereroi tocca temi importanti come la responsabilità e gli adolescenti e il loro rapporto con i genitori.
Il collegamento con il primo film è forte ma non eccessivo, tanto che anche senza averlo visto è possibile apprezzare la seconda opera.
Il confronto con alcuni spettatori alla fine della visione ha confermato le mie sensazioni: se non lo ha superato, Spider-Man: Across the Spider-Verse è un titolo che rivaleggia con il predecessore senza timore di paragoni. La candidatura a miglior film d’animazione dell’anno è pura formalità.
E’ già stato annunciato il seguito, che uscirà nelle sale di tutto il mondo nel 2024. Un anno sembra poco, confrontato con il periodo di attesa per questo secondo capitolo, ma non mi stupirei se, aspettandolo, molti fan abbiano già segnato la data uscita sul calendario.
Giovanni F.