A volte capita che eventi poco pubblicizzati, magari in locations piuttosto defilate riservino delle sorprese anche estremamente piacevoli. È ciò che è accaduto proprio ieri pomeriggio nella Chiesa di San Floriano a Plaino di Pagnacco dove si è esibita l’Accademia d’Archi Arrigoni diretta da Domenico Mason assieme al soprano Giulia Bolcato e al contralto Valeria Girardello, a cura della Fondazione Luigi Bon. Programma intrigante quello proposto dall’ensemble, che mescola il sacro con il profano ed è centrato sul Barocco italiano di Antonio Vivaldi e Giovanni Battista Pergolesi.
Dopo i saluti dell’Assessore alla Cultura del Comune di Pagnacco, la serata inizia con il Concerto “ripieno” in Do maggiore per archi e basso continuo RV114 e il Concerto X per 4 violini e violoncello obbligato, archi e basso continuo RV 580 di Antonio Vivaldi, che rappresentano due fra le più belle composizioni, oltre cinquecento, che il prete rosso ha dedicato al genere del concerto.
Qui si vede come questo ensemble sia diventato una delle realtà concertistiche più interessanti della nostra regione. Il suono è bello e la conduzione di Mason trascinante. Nel concerto per quattro violini poi, possiamo apprezzare quattro solisti, cinque con il violoncello obbligato, di livello davvero ottimo che rendono la vivacità della scrittura vivaldiana con vigore, belle dinamiche e grande spunto ritmico. Certo, a volte capita che qualcuno dei componenti non sia perfettamente sincronizzato con gli altri, ma sono smagliature che non inficiano minimamente la bontà di una esecuzione veramente di ottimo livello, perché il Vivaldi dell’Accademia Arrigoni realizza quella “maraviglia”, quella specie di stupefazione che era uno dei parametri dell’estetica barocca.
A questo bel Vivaldi segue poi quello che è il pezzo clou della serata, visto che siamo anche nel periodo che precede la Pasqua: lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi.
Qui, grazie alle splendide voci del soprano Giulia Bolcato e del contralto Valeria Girardello,  le emozioni già provate in Vivaldi raggiungono lo zenit. L’orchestra acquista qui un’inedita morbidezza sonora per fare da sfondo e da interlocutore a due voci di rara bellezza, che fin dall’iniziale Stabat Mater dolorosa incantano il numeroso pubblico di San Floriano con una fusione armonica e melodica che ha dello stupefacente. Le due voci infatti dialogano fra loro con una perfezione timbrica che non può che suscitare meraviglia. Il nitore esecutivo è assoluto e la pasta vocale perfetta. Nel prosieguo dell’esecuzione le evoluzioni vocali delle due virtuose non mancano di suscitare emozioni nell’ascoltatore, che non può non rimanere estasiato di fronte ai virtuosismi della Bolcato, sempre perfettamente intonata, con un timbro omogeneo in tutta la sua estensione come, per esempio, nelle bellissime arie Cuius anima gementem o Vidi suum dulcem natum. E che dire poi del mezzosoprano Valeria Girardelo? Voce dolcemente ambrata, di bellissimo impasto scuro, anch’essa sempre perfettamente intonata che emoziona profondamente in Quae moerebat et dolebat, in Eja mater, fons amoris e in Fac, ut portem Christi mortem. Insomma il Pergolesi che le due virtuose e l’Accademia Arrigoni ci regalano è di quelli che non si dimenticano, pregno com’è di intense emozioni.

Alla fine, i prolungati applausi convincono l’ensemble a concedere un bis in cui ripetono l’Amen dello Stabat Mater.

Sergio Zolli © instArt