Nato dal desiderio di rendere omaggio a uno dei miti assoluti della musica, “Sinatra: The man and his music”, andato in scena sul palco del teatro Nuovo Giovanni da Udine per la stagione 2023/2024 – cartellone “Operette e Altri incanti” il 12 marzo scorso, ha confermato il grande talento di Gianluca Guidi, autore (insieme a Tiziana D’Anella), regista e protagonista di uno spettacolo semplice ma di eccezionale qualità e sostanza.
Dopo 9 anni ininterrotti di repliche dal debutto avvenuto nel 2015, anno in cui ricorreva il centenario della nascita di “The voice” (unico stop quello imposto dalla pandemia), Guidi non ha smarrito la verve e padroneggia la scena con passione dando sfoggio al suo poliedrico talento di cantante e attore, esibendo una vocalità sicura, potente e assai ben modulata (controllando con mestiere anche qualche fastidioso colpo di tosse). Spigliato e ironico, approccia in maniera confidenziale ma assolutamente rispettosa il pubblico che non si sottrae al dialogo, improvvisando e alternando racconti e canzoni senza mai perdere i ritmi che la sua esperienza di attore gli ha insegnato, scherzando un po’ su trascorsi di vita personali e familiari (la somiglianza fisica e vocale con il padre Jonny Dorelli).
Se Bing Corsby ebbe a dire “Di voci come quelle di Sinatra ne nasce una ogni secolo … purtroppo io sono capitato nello stesso secolo suo”, Guidi ammette senza problemi che “Non sentiremo più nessuno cantare come Frank Sinatra. Non succederà neppure questa sera”. La modestia certo non guasta ma chi era presente al Giovanni da Udine ha avuto il piacere di assistere, al di là del racconto di storie e aneddoti, a un paio d’ore di un’ineccepibile interpretazione di molti brani del repertorio del mito della canzone di tutti i tempi.
Accompagnato da un classico trio jazz di ottima caratura, eleganti e impeccabili, Stefano Sabatini al pianoforte, Dario Rosciglione al contrabbasso e Marco Rovinelli alla batteria, Guidi, con il piglio del crooner di razza, ha catturato il pubblico rileggendo con personalità e autorevolezza canzoni entrate di diritto nel registro degli standard jazz da The lady is a tramp a Fly me to the moon, da I’ve got you under my skin alla leggendaria My Way.

Un viaggio musicale tra jazz e swing, assai seducente, una delizia per gli amanti del bel canto (quello che è sempre più difficile incontrare), capace di creare un’atmosfera che ha trasformato una sala di poco meno di mille persone (pochi i posti rimasti vuoti) in un’accogliente intimità di uno Jazz Club.
L’omaggio di Gianluca Guidi a Frank Sinatra è la conseguenza della cultura musicale trasmessagli da papà Johnny Dorelli, con i suoi dischi di musica classica e jazz, dei pianisti americani naturalmente di colui che è stato e rimarrà la più straordinaria voce pop che il mondo abbia ascoltato. Così nel corso del concerto, Guidi gli rende omaggio interpretando l’unico pezzo della serata in italiano quel “Solo più che mai”, versione italiana di Strangers in the night datata 1966 (autore del testo italiano fu Ermanno Parazzini).
E’ questo il momento in cui la somiglianza tra padre e figlio pare innegabile. Guidi ci scherza su e racconta di un gustoso aneddoto riguardo a un mancato contatto personale tra il crooner italiano, suo padre, e il mito americano, Sinatra. Un episodio datato 1962 che vedeva Dorelli nel ruolo di presentatore di “The Voice” e quindi l’occasione del vagheggiato pubblico incontro. Ma un imprevedibile incidente di palcoscenico lo impedì: il sipario, avvolgendosi, agganciò il Frank Sinatra italiano e, imprigionandolo senza pietà, se lo portò via. Esilarante, impossibile trattenere la risata.
Il tempo dello show è volato, con il pubblico del teatro udinese coinvolto e divertito che alla fine esplode in un prolungato e affettuoso applauso per il mattatore della serata e i suoi preziosi musicisti. Un autentico (e meritato) trionfo che convince Guidi a un ultimo apprezzatissimo regalo: l’esecuzione di un medley in un inconsueto e travolgente duo solo voce e batteria. Che cosa chiedere di più?

Rita Bragagnolo © instArt