“Serenata per Ludwig”, il tributo a Beethoven nel 250° della nascita che Luisa Sello e Bruno Canino hanno voluto inserire nel cartellone della stagione dei concerti di Udine Estate, che si è svolto la scorsa sera alla Loggia del Lionello, è stato anche una celebrazione di una delle più importanti forme musicali del repertorio classico, come il tema con variazioni. Il programma presentato, infatti, era imperniato sulla Serenata op. 41 di Ludwig van Beethoven, che ha al suo interno un Andante con Variazioni, sull’Adagio, Tema e 5 variazioni di Richard Strauss e su Introduzione e variazioni sul tema Trockne blumen op.160 di Franz Schubert.
Si inizia dunque con la Serenata in re maggiore op. 41 di Beethoven per flauto e pianoforte e fin dalle prime note (l’inciso iniziale dell’Entrata è per flauto solo) il duo riesce a calamitare l’attenzione del pubblico con un’esecuzione che sa rendere tutta la leggerezza e la levità di questa composizione, accostabile, come spirito, a sonate violinistiche come l’op. 24 “La Primavera”.
L’intreccio dialogico fra le parti è reso con garbata leggerezza grazie ad una grande precisione ritmica e ad una comune sensibilità musicale che permettono loro di riprodurre un pensiero musicale improntato a forte unitarietà. Canino dimostra un assoluto controllo del tocco, la Sello mette in mostra, specie nell’Adagio, un suono di seducente bellezza. L’esecuzione è molto applaudita dal pubblico.
È poi la volta di un brano di rarissimo ascolto come Adagio, Tema e 5 variazioni di un Richard Strauss appena quindicenne del quale riescono a rendere tutto il giovanile ardor, ma non a celarne l’immaturità.
Per concludere, il vero pezzo forte della serata: Introduzione e variazioni sul tema “Trockne blumen” op.160 di Franz Schubert. L’Introduzione è resa con tutto il pathos che si conviene ad un tema che sottende alla caducità delle cose umane. È poi la volta del Die schöne Müllerin, il vero tema generatore dell’op. 160, che è reso con meravigliosa leggerezza, mentre nelle successive variazioni assistiamo ad un’alternanza di momenti di grande poesia, ad altri di minore lucidità e politezza. Un’esecuzione chiaroscurata dunque, che comunque fa emergere il valore dei due musicisti, che danno di questo Schubert una interpretazione accattivante.
I generosi applausi finali convincono il duo Sello Canino a concedere un bis con la bellissima Aria degli spiriti beati di Cristoph Willibald Gluck.
Sergio Zolli © instArt