Un autentico prodotto della terra e della vigna, oltre che una specialità tutta regionale: non parliamo di vino ma di un suo stretto parente, il Vermouth, un prodotto antico, il più celebre vino “fortificato” italiano, che non siamo più abituati ad associare all’uva e ai vitigni, prevalendo quasi totalmente la produzione industriale. Invece il lavoro messo “in campo” in questi ultimi anni dell’azienda cormonese Borgo San Daniele – capitanata da Alessandra e Mauro Mauri, puntualmente segnalata tra i produttori dei migliori vini bianchi del Friuli Venezia Giulia – è stato proprio quello di restituire a questo prodotto agricolo della tradizione una nuova dignità e un nuovo metodo di produzione: è nato così il Santòn, il primo vermouth agricolo del Friuli Venezia Giulia a totale filiera artigianale che unisce grandi vini prodotti da vitigni autoctoni, coltivati in regime naturale, a una serie di erbe e spezie dell’area regionale, costiera e mitteleuropea.
Il primo nato è stato, quattro anni fa, quello bianco che combina a celebri vini bianchi di alta qualità – pinot bianco, friulano e malvasia istriana – 30 specie diverse di erbe spontanee delle nostre campagne e spezie aromatiche, con prevalenza di artemisie. Ma il vero protagonista del vermouth è l’assenzio: e Borgo San Daniele ha scelto di utilizzare l’assenzio marino (Artemisia caerulescens), chiamato Santonego nel dialetto locale, proveniente principalmente dalla laguna gradese.
Lo spirito tutto mitteleuropeo di questo prodotto artigianale arriva dalla ricetta di un’antica farmacia di Vienna creata più di cent’anni fa: l’azienda Borgo San Daniele l’ha reinterpretata per adattarla alle caratteristiche delle erbe locali modificando la ricetta e facendola propria.
È adesso la volta del nuovo nato, il Vermouth rosso, Santòn Ròs, che sarà presentato per la prima volta assoluta a Trieste, al Caffè Tommaseo lunedì 25 novembre: alle18.30 la presentazione alla stampa e agli operatori, mentre dalle 19.30 la degustazione pubblica sarà aperta tutto il pubblico interessato a scoprire questa “chicca” del nostro territorio. Una storia che più di raccontare un “prodotto” parla di cultura della terra, di tradizione, di produzione agricola: un’avventura “glocal” per far conoscere un intero territorio attraverso alcune delle sue essenze più peculiari.
Trieste è la città ideale per questo debutto: nel Santòn Ròs, infatti, al vino scelto per la variante in “rosso” – le uve di Gortmarin, la vigna più antica dell’azienda, abbinate a un grande vino rosso come il pignolo Arbis Ròs – si uniscono spezie che rievocano subito le più autentiche tradizioni culinarie mitteleuropee e triestine: ecco che all’immancabile assenzio marino, si abbinano qui la cannella e i chiodi di garofano, la noce moscata, il timo, la salvia selvatica in un trionfo di sentori che richiamano immediatamente le più autentiche ricette gastronomiche della cucina triestina, le sue contaminazioni asburgiche e slovene, la cucina casalinga e della tradizione, con tutti gli aromi di Trieste e dintorni, tra carso, golfo e laguna.