Dopo l’intensa introduzione/anticipazione di fine estate Decameron Miela con il cui il “Teatro Instabile” ha riaccolto il pubblico nella sua sala dopo il lingo stop imposto dal Covid, con l’arrivo dell’autunno è tempo di svelare altri tasselli della nuova stagione targata Bonawentura.
E il tassello svelato oggi in conferenza stampa porta un nome importante, che si potrebbe definire davvero storico dal momento che accompagna quello del Miela da più di vent’anni: ecco quindi anche in questo 200 “S/paesati”, la serie di eventi sul tema delle migrazioni che ci prenderà per mano e ci accompagnerà per tutto il resto dell’anno, con una piccola appendice anche a gennaio 2021.
Un’edizione fortemente “rosa”, con la parte dedicata alla prosa quasi tutta al femminile. Scelta (come è stato sottolineato oggi in corso di presentazione) non pianificata e voluta ma segno di come ci sia evidentemente un forte interesse delle donne impegnate nell’ambito teatrale/culturale verso argomenti sociali come quelli trattati dalla rassegna, in un mondo -quello artistico/culturale- che comunque in generale vede ancora una forte maggioranza maschile.
La XXI edizione di Spaesati si inaugurerà il 7 ottobre con una proposta di Giuseppe Nicodemo, autore/attore del Dramma Italiano di Fiume. Porta la sua firma “Il rider, la nonna e l’ I. A.” , pensato come seconda commedia della “Trilogia delle Intelligenze artificiali”. Nel secondo spettacolo Il rider, la nonna e l’ Intelligenza Artificiale e che vedrà i due protagonisti -interpretati da Laura Bussani e Francesco Godina- dialogare con Alex, versione maschile di Alexa.
Il festival prosegue con lo spettacolo “, una produzione del CSS Teatro Stabile di Innovazione del FVG che esplora la figura della moglie di Albert Einstein, scienziata la cui ricerca è stata oscurata dalla presenza ingombrante del marito. A vestire i panni di Mileva la giovane attrice di origine serba Ksenija Martinovic, già apprezzata a Trieste con lo spettacolo “Diario di una casalinga serba”.
Autrice e attrice donna è sarà anche la protagonista di “Tempo Orfano”: Chiara Benedetti racconterà la storia di un uomo, un giovane intellettuale marocchino costretto a emigrare davanti alle deludenti conseguenze delle primavere arabe. Tornerà poi -dopo il successo riscosso a novembre 2019- lo spettacolo “Io non sono un numero” di e con Laura Bussani, in cui si riportano le storie di violenza di numerose donne mettendolo in relazione all’oggettivazione della donna, con la presenza in video del prof. Andrea Carnaghi dell’Università di Trieste.
L’autrice e attrice friulana Aida Talliente proporrà invece una riflessione sui diritti umani e sulla solidarietà con gli ultimi, con “Il Vangelo delle Beatitudini”. Uno spettacolo visivamente molto interessante grazie alle illustrazioni del videoanimation di Cosimo Miorelli e emozionalmente molto forte per le esperienze e i valori umani messi in campo. Lo spettacolo gode del Patrocinio del Centro d’Accoglienza E. Balducci e uno dei capitoli è dedicato a Don Vatta e alla Comunità di S. Martino al Campo.
I temi dell’immigrazione nel mediterraneo sono invece toccati dalla regista Bruna Braidotti della Compagnia Arti e Mestieri di Pordenone, che mette in scena “Così vicino al fondo”: una trasfigurazione fantastica delle tragiche morti nel Mediterraneo, tratta da un testo di Camille Davin, giovane drammaturga francese (selezione del Women Playwrights International 2018 di Santiago del Cile).
Come sempre non sarà protagonista solo la prosa: in calendario anche una serie di eventi di stampo diverso, dentro e fuori dal palco. Si inizia già a ottobre con “Italia ’70: eversione e terrorismo”, incontro con i due importanti giornalisti Gianni Barbacetto e Gianfrancesco Turano (il primo corrispondente del quotidiano “Repubblica”, il secondo del mensile “L’Espresso”) che presenteranno i loro libri “Piazza Fontana. Il primo atto dell’ultima guerra italiana” e “Salutiamo amico” sulla rivolta nera dei “boia chi molla”. Verranno esplorati gli anni ’70, un grave momento di crisi e di spaesamento del nostro paese, davanti all’emergere del terrorismo e della strategia della tensione. Il già direttore de “Il Piccolo” Enzo D’ Antona dialogherà con loro mettendo in evidenza un periodo storico di grande importanza per capire il mondo attuale. A seguire il film Anni di piombo di Margarethe von Trotta, film che ha dato il nome agli anni oscuri della storia della nostra Repubblica e di molti paesi europei.
Sui temi strettamente migratori – in particolare Sulla Rotta Balcanica, si terrà un convegno internazionale a cura di ICS – Ufficio Rifugiati e “Rivolti ai Balcani” che gode anche del patrocinio dell’Università di Trieste: una giornata intensa in cui si analizzeranno i diversi aspetti della situazione dei migranti a partire dai Balcani per arrivare fino alla nostra regione.
Alla Bosnia è invece dedicata la mostra “Shooting in Sarajevo” di Luigi Ottani a cura di Roberta Biagiarelli, in cui il fotografo ripercorre i luoghi di Sarajevo riprendendoli dai punti in cui sparavano i cecchini (e giocando col doppio significato di “Shoting” come “scattare una foto” e “sparare”). La mostra sarà anche una piccola anticipazione delo spettacolo omonimo di e con Roberta Biagiarelli, verrà programmata durante l’anno prossimo in collaborazione con il L’Associazione Il Contato del Canavese che gestisce il Teatro Giacosa di Ivrea (TO).
Torna anche la collaborazione con La Cappella Underground e grazie a cui verrà proiettato nella sla del Cinema Ariston il documentario “Alla Corte di Ruth – RBG” di Julie Cohen – Betsy West, che traccia un ritratto forte e veritiero della giudice americana femminista recentemente scomparsa.
A chiudere il cartellone di questa XXI edizione e a salutare l’anno nuovo, a gennaio 2021 ci si sposterà nella sala dello Stabile Sloveno per “Šest – Sei”: una produzione di Maska Ljubljana e Slovensko mladinsko gledališče che vuole accendere i riflettori su un fatto realmente accaduto: nel 2016 a Kranj la comunità locale e i genitori degli studenti si opposero all’accoglienza di sei profughi minorenni non accompagnati nella locale Casa dello studente.
In chiusura di conferenza stampa c’è stato tempo anche per qualche parola del direttore organizzativo Francesco De Luca, che ha illustrato alcune anticipazioni in merito al resto della stagione 2020-2021. La prima è in realtà una triste notizia, con la conferma della cancellazione delle due date (13 e 14 ottobre) che avrebbero dovuto vedere tornare sul palco del Miela Vinicio Capossela, a causa dell’impossibilità di garantire distanziamento e norme di sicurezza a fronte della grande mole di biglietti venduti. È stato comunque garantito il rimborso a tutti coloro che già avevano comprato il biglietto, oltre alla certezza che il live verrà riproposto al termine del periodo di emergenza Covid.
Al posto di Capossela, in quelle due date il palco non rimarrà comunque vuoto: verrà infatti riproposto lo spettacolo “Il maestro – Omaggio a Ennio Morricone” in collaborazione con The 1000 Streets’ Orchestra, Casa del Cinema di Trieste e La Cappella Underground. A metà mese sarà invece la volta di Shingai, la cantante afro-britannica che ha scalato le classifiche mondiali e che finalmente recupera la data sospesa in primavera a causa del lockdown.
Il 24 ottobre sarà la volta di “Mastica e sputa”, reading musicale da un testo di Pino Roveredo con la compagnia del Pupkin Kabarett (Laura Bussani, Stefano Dongetti, Alessandro Mizzi e il pianoforte di Riccardo Morpurgo) e la partecipazione dello stesso Roveredo.
A proposito di Pupkin, non poteva mancare uno dei capisaldi delle stagione del “Teatro Instabile”, che -“puntuale come il rimorso”, come loro stessi dicono- tra novembre e dicembre tornerà a farci compagnia per ben quattro date.
Un autunno che si prospetta quindi molto goloso e intenso, ennesimo tassello di una proposta culturale cittadina che (tra teatri, concerti e altri eventi) sta mostrando con forza la voglia di reagire e ripartire dopo la pandemia. Con tutte le cautele e le sicurezze del caso, certo, ma anche con un profondo ottimismo.
Luca Valenta /©Instart