UN LIETO FINE PER ROMEO E GIULIETTA
I RAGAZZI DELLE SCUOLE SUPERIORI DI PORDENONE E PROVINCIA RISCRIVONO L’EPILOGO DELL’OPERA DI SHAKESPEARE GRAZIE ALLA MEDIAZIONE CIVILE CONDOTTA SUL PALCO DALL’AVVOCATA MEDIATRICE, LE FAMIGLIE CAPULETI E MONTECCHI HANNO TROVATO UN ACCORDO IL SUCCESSO PER IL PROGETTO DELL’ASSOCIAZIONE THESIS SFOCIATO NELLA LEZIONE SPETTACOLO CHE STA ENTUSIASMANDO GLI STUDENTI (COINVOLTI IN 1.500)

Solo il tuo nome mi è nemico. Shakespeare, la mediazione e l’allenamento alla responsabilità

Alla fine, per fortuna, l’amore vince sempre e nel nome dell’amore – quello puro e reso immortale dalle parole di Shakespeare – i coetanei di oggi di Romeo e Giulietta hanno deciso che l’opera può avere un finale diverso. Accadde in questi giorni nelle scuole superiori di Pordenone, dove sono in corso le lezioni-spettacolo del progetto “Solo il tuo nome mi è nemico” organizzato dall’associazione Thesis, che porta per la prima volta in teatro l’istituto giuridico della mediazione civile. E dunque cosa sarebbe accaduto se Capuleti e Montecchi avessero “negoziato” invece di dimostrarsi irremovibili di fronte all’atavica faida fra le due famiglie? Se avessero ascoltato le ragioni e i bisogni dei due giovani amanti? Bè, secondo quanto hanno deciso gli studenti nel corso delle repliche che si sono susseguite da martedì 15 gennaio fra gli istituti Le Filandiere di San Vito al Tagliamento, Pujati di Sacile e Grigoletti (con gran finale nell’istituto Torricelli di Maniago venerdì 18), i due giovani avrebbero potuto rompere il muro di pregiudizi e ostilità che li separava – nel mondo di adulti che sì li aiutano, li sgridano li amano, li puniscono, ma non li ascoltano – e vivere insieme, e felici, il loro amore. L’idea di fondo è far percepire l’assoluta e costante contemporaneità dei classici, facendo risuonare gli attualissimi e universali temi dell’opera: il potere e i limiti dell’agire nel “branco”, il duplice valore delle emozioni nelle relazioni interpersonali (filtro o risorsa), la dinamica con cui si scatena l’aggressività e il conflitto, l’innamoramento come innesco per un positivo comportamento d’inclusione. Frutto di tutto questo, la mediazione, che, sul palco, dove le attrici Maria Ariis e Paola Salvi (anche autrici del testo e registe della lezione-spettacolo) erano nei panni delle madri di Romeo e Giulietta, è stata condotta dalle avvocate e mediatrici dell’Organismo di mediazione dell’Ordine degli avvocati di Pordenone, Grazia Pirozzi e Daniela Vaccher.
”Shakespeare, la mediazione e l’allenamento alla responsabilità”, progetto condotto nell’ambito della 21.edizione di Adotta uno spettacolo, lo storica attività con la quale l’associazione Thesis di Pordenone da più di 20 anni porta il teatro fra i giovani e i giovani a teatro, ha coinvolto circa 1500 studenti di tutte le scuole superiori di Pordenone e provincia, cui si è aggiunto il gruppo mediatori della scuola media “Lozer”. E lo fa anche con iniziative come queste, che cercano di parlare ai giovani con i linguaggi dell’oggi (l’anno scorso ha avuto un successo al di là di ogni aspettativa il progetto dei Promessi sposi 2.0”), ma utilizzando i versi immortali dei grandi della letteratura.
I ragazzi, che hanno scelto il lieto fine agitando al termine dello spettacolo le cartoline verdi, sono adesso invitati a inviare un’ipotetica lettera (mail o videomessaggio in Mp4) che Giulietta o Romeo avrebbero potuto scrivere ai propri genitori all’indirizzo info@adottaunospettacolo.it.

LA MEDIAZIONE
La Mediazione è una pratica per la gestione dei conflitti attraverso l’ascolto delle ragioni e delle posizioni dei contendenti e l’individuazione di soluzioni possibili.
L’obiettivo è quello di condurre le parti in disaccordo a ricercare e trovare una soluzione che venga ritenuta e sentita accettabile e soddisfacente per esse, attraverso l’ausilio di un terzo soggetto neutro che è il Mediatore.
Le parti contrapposte sono chiamate a farsi protagoniste dell’iter di ricerca ed individuazione della composizione delle opposte ragioni. Accanto a queste motivazioni vi è l’obiettivo di sistema di affievolire il carico di lavoro dei Tribunali.
Il Ministero ritiene idonea la Mediazione a ridurre il debito giudiziario e a facilitare accordi amichevoli sulle liti tra i cittadini, e perciò la considera istituto e prassi di elevata utilità sociale.

comunicato stampa