Non lo nascondiamo, siamo un po’ di parte! Perché Francesco Tirelli lo conosciamo da parecchio tempo. Lo abbiamo visto crescere negli approfonditi studi musicali da percussionista classico (ricordiamo ancora le straordinarie emozioni dell’esame finale al Consevatorio J. Tomadini di Udine e massimo dei voti e la lode consegnata con soddisfazione da tutti docenti), ma lo abbiamo sempre seguito anche nella sua anima cantautorale (non fatevi sfuggire anche il profondo video promozionale, oramai del 2018, ma con temi sempre più che attuali), come nelle due realtà d’ensemble quali il Laboratorio Musicale Sperimentale e Caffé D’Oppio: con gli stessi, e non è cosa da poco, promuove un percorso di diffusione della canzone e della musica d’autore anche nelle scuole medie ed istituti musicali della Regione.
Da sempre insomma è attivo sia sul versante della musica classica (ha collaborato e collabora con diverse formazioni italiane e straniere come l’Orchestra Sinfonica del Friuli Venezia Giulia, l’orchestra “Società Filarmonia” di Udine, l’Orchestra Filarmonica Italiana, l’UK Symphony Orchestra, Orchestra e coro “San Marco” di Pordenone, il Divertimento Ensemble, l’ensemble dei Percussionisti del Teatro “Alla Scala”, Orchestra “Arrigoni”, l’Orchestra “Filarmonici Friulani” e altre, con le quali ha tenuto concerti in Italia, Austria, Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Albania, Serbia, Montenegro, Croazia), oltre ad essere ottimo tournista (collabora come percussionista negli spettacoli del cantautore Simone Cristicchi, Valter Sivilotti e Giuseppe Tirelli). E’ inoltre molto attivo nell’ambito della musica cantautorale (nel 2017 e 2018 è risultato semifinalista nazionale del concorso “Area Sanremo” presso il Palafiori di Sanremo (IM) e a febbraio 2018 è stato invitato ad esibirsi insieme ad altri artisti emergenti nel padiglione di Casa SIAE di piazza Colombo nelle giornate del Festival della canzone italiana), amando da sempre la colta canzone italiana d’autore, con spiccata attenzione verso il nostro rock progessive.
Da pochi giorni è online il video del suo nuovo singolo “Dall’altra parte”, che partecipa anche al concorso “Voci per la libertà” di Amnesty International Italia, ma sappiamo che è già iin cantiere il primo album di inediti, curato dal più che noto produttore Claudio Fabi, collaborazione della quale avevamo già parlato su instArt.
Innanzitutto presentati ai nostri lettori
Buongiorno a tutti, e grazie per questa bella opportunità. Sono Francesco Tirelli, ho ventotto anni, vivo di musica, una grande passione, trasmessa dalla mia famiglia, già dalla tenera età. Ho cominciato a suonare la batteria all’età di sei anni e successivamente mi sono laureato in strumenti a percussione presso il conservatorio “J. Tomadini” di Udine. Oltre all’attività di percussionista mi dedico alla scrittura di canzoni, passione che ultimamente mi ha portato a collaborare con il noto produttore italiano Claudio Fabi (G. Nannini, PFM, D. Bowie, ecc.) e alla pubblicazione di un nuovo singolo “Dall’altra parte”.
Come vivi questa dicotomia, se esistesse, fra musica classica e musica cantautorale?
Secondo me sono due mondi distinti ma non distanti. I cantautori sono stati il primo grande amore insieme al rock. Ricordo pomeriggi interi dedicati ad ascoltare i vari De André, Endrigo, Fossati, PFM, Area, Banco del mutuo soccorso, Le Orme, ecc sin dall’infanzia e, pur senza capirci un granché, mi sentivo molto attratto da quei mondi, ci giocavo e piano piano quel tipo di musica è entrato dentro di me e mi ha definitivamente conquistato. Poi è capitato il Conservatorio con lo studio delle percussioni che mi hanno introdotto alla grande bellezza della musica cosiddetta classica e contemporanea, al fascino della musica sinfonica e cameristica con autori come Bach, Beethoven, Brahms, Bartòk, Stravinskij ecc. Credo fermamente che la musica sia bella tutta. Non sono mai stato amante delle barriere musicali e delle “etichette”. Credo che i generi musicali servano a definire che tipo di linguaggio c’è dietro ad una composizione ma in quanto ascoltatori abbiamo il dovere di andare “oltre”. Sono sempre stato un “onnivoro” musicale e ho ascoltato (e adorato) tutti i tipi di musica. Da Bach a Lady Gaga.
Conosciamo il Laboratorio Musicale Sperimentale e Caffè d’Oppio: un amore viscerale per il grande Fabrizio De André, ma anche per tutta la musica d’Autore ed il progressive italiano. Quanto tutto questo influenza il tuo stile?
Torniamo inevitabilmente ai miei primi grandi amori. Per quanto riguarda De André posso dire che per me è stato ed è un vero e proprio maestro di pensiero. Nella sua poesia ci trovo una coerenza, una libertà ed un impegno sociale straordinario. Mi ha insegnato che la convivenza sociale e l’autenticità si trovano molto di più nella parte umiliata ed emarginata della nostra società che non tra i potenti e che, in fin dei conti, c’è ben poco merito nella virtù e ben poca colpa nell’errore perché se ci spostiamo di latitudine vediamo come i valori diventano disvalori e viceversa.
Da qui l’idea di creare dei progetti che cercassero di portare avanti le sue canzoni e i suoi messaggi.
Per quanto riguarda il rock progressivo credo mi abbia formato musicalmente moltissimo. E’ un genere musicale che ingloba al suo interno vari modi di suonare e mondi sonori diversi, dal rock al jazz, dalla musica fusion, alla musica etnica, dall’improvvisazione a momenti che riportano quasi al rigore e all’eleganza della musica classica. Il “Laboratorio Musicale Sperimentale” è stato il primo tentativo di unire queste passioni a cui è seguito il “Caffè d’Oppio” che, seppur diverso nell’organico ha continuato sulla strada del “Laboratorio” dal punto di vista dei contenuti e delle finalità. Tutto questo mi ha sicuramente formato e cresciuto sia musicalmente che, soprattutto, umanamente.
Veniamo a questo nuovo singolo, “Dall’altra parte”, brano che hai realizzato in un momento particolarmente duro per il mondo, in pieno lockdown: come è stato?
E’ stato sicuramente strano ma affascinante. Conclusa la parte compositiva del brano ho collaborato alla produzione e all’arrangiamento con due artisti che stimo molto e che lavorano da un bel po’ di tempo con me, il chitarrista/compositore Marco Bianchi e il pianista e producer Nicola Tirelli. Insieme abbiamo lavorato ai suoni e all’arrangiamento del brano che alla fine è stato mixato a distanza in collaborazione con Francesco Blasig. Credo che nella difficoltà di un periodo come quello che stiamo vivendo ci siano anche dei lati positivi. Penso che sia stata una straordinaria occasione per fermarsi e ripensare un po’ alla nostra vita, alle priorità e alla cura di sé stessi. Speriamo che questo momento, nonostante tutte le difficoltà, possa rivelarsi un nuovo inizio per tutti e che ci consenta di rivedere certi nostri comportamenti, stili di vita e, non ultimo, il nostro rapporto con Madre Natura.
In particolare, quale messaggio vuoi trasmettere?
La canzone è incentrata sul concetto di confine, inteso sia in senso fisico che in senso mentale e/o culturale. Credo che come uomini abbiamo il dovere di abbattere i confini che ci siamo e ci stiamo costruendo per riuscire a lanciare il nostro sguardo “oltre”, per vedere cosa c’è al di là. Mi piace definirla una sorta di elogio della curiosità, concepita come invito a cercare di capire le diversità del mondo (o semplicemente dell’”altro”) e farle diventare un valore di crescita individuale e collettiva.
Questo brano partecipa anche al concorso “Voci per la libertà” di Amnesty International Italia …
Si, siamo in attesa di conoscere gli otto finalisti che accederanno alla finale prevista quest’estate a Rosolina Mare. In generale non sono un amante dei concorsi. Credo che non rappresentino esattamente quella che è l’aspirazione profonda dell’animo umano o dell’artista che vi partecipa. Non credo infatti che un musicista si senta artisticamente appagato nel vedere la propria canzone in classifica prima o dopo un’altra. Canzone che magari parla di particolari intimità e di proprie emozioni. Ad ogni modo, nel mondo musicale odierno, è un buon metodo per far arrivare la propria musica ad un pubblico nuovo e a persone che, lavorando nel settore, possono aiutarti a migliorare. In più “Voci per la libertà” è un concorso che ha come primo obbiettivo quello di diffondere i principi della Dichiarazione universale dei diritti umani, valori in cui credo fortemente anche io.
C’è anche uno splendido video che accompagna il brano …
Si, un video che è stato realizzato su richiesta di FirenzeTV, un canale di teatro, musica, arte e cultura di Firenze a cui hanno già aderito grandi nomi del panorama artistico italiano. Un progetto nato dall’Assessorato alla Cultura del comune di Firenze e dalla Fondazione Teatro della Toscana per far vivere i centri dell’arte e della cultura nonostante il momento di silenzio e necessaria chiusura a salvaguardia della salute pubblica. Il video, visitabile a questo indirizzo ha quindi la caratteristica di essere totalmente “home made”.
Si può ascoltare ed acquistare anche su diverse piattaforme?
Certo. Il brano è uscito su molte piattaforme di streaming musicale online come Spotify, Deezer, YouTube Music, ecc. e sugli store musicali come Apple Music, Amazon Music …
Stai preparando il tuo primo album di inediti con il produttore Claudio Fabi: ci vuoi anticipare qualcosa?
Lavorare con un grande della produzione musicale come Fabi è per me motivo di grande orgoglio. Insieme stiamo lavorando a quello che dovrebbe essere il mio primo disco come cantautore. In programma c’è anche un tour promozionale che dovrebbe toccare alcune importanti città in Italia. Sto imparando molte cose nuove lavorando a fianco di artisti così importanti e mi sto immergendo a pieno in questo nuovo percorso artistico. In parallelo continuo a studiare anche le percussioni e a suonare con orchestre e vari ensemble della Regione.
Vuoi lasciarci con un messaggio ai lettori?
Nel ringraziarvi nuovamente per questa bella opportunità, desidero salutare tutti i lettori di Instart e invitarvi tutti a provare sempre ad andare oltre ciò che appare, perché talvolta è proprio “Dall’altra parte” che stanno le cose più sincere. Grazie per l’ospitalità e buon ascolto a tutti!
Luca A. d’Agostino © instArt