PORDENONE DOCS FEST XVIII edizione
19 anteprime nazionali e mondiali, decine di ospiti internazionali, esperienze immersive, masterclass, cineconcerti, due retrospettive e molte proiezioni speciali:
il programma del festival del documentario di Cinemazero non è mai stato così ricco
Maternità, lotta per i diritti, conflitti, ambiente sono i temi trattati dai film in concorso, che dalla sfera più intima si allargano a una dimensione globale attraversata da tensioni irrisolte
Il curatore del festival Riccardo Costantini: «Il documentario è il prodotto culturale più efficace per l’analisi della contemporaneità».
Dal 2 al 6 aprile 2025
Diciannove film in anteprima nazionale e mondiale, due cineconcerti, otto incontri industry, due masterclass, due retrospettive, decine di ospiti, musica, laboratori per ragazzi, proiezioni speciali, esperienze immersive in realtà estesa: il tutto in cinque giorni, da 2 al 6 aprile. Non è mai stato così ricco e internazionale il calendario del Pordenone Docs Fest. Le Voci del Documentario, il festival di Cinemazero che ogni anno porta in città il meglio del cinema del reale da tutto il mondo, arrivato alla diciottesima edizione.
«Viviamo tempi complessi. Guerra, riarmo, isolazionismo, il riproporsi di contrapposizioni fra blocchi di Stati, sono preoccupanti scenari improvvisamente prossimi», dice Riccardo Costantini, curatore del festival. «In questo contesto, ci sembra che i documentari siano i prodotti culturali più efficaci per l’analisi della contemporaneità, per l’enorme lavoro di ricerca che li caratterizza, ma anche per le loro proprietà comunicative. Dotati di carica emozionale, capaci di sintesi, forza visiva, nella babele mediale di oggi mettono in campo un approccio eticamente rispettoso della materia e dei soggetti narrati».
Il festival, anche quest’anno, non può che accendere i riflettori su conflitti e precarie tregue (Israele/Palestina e Ucraina). Al contempo porta avanti con convinzione il lavoro di cultura della pace che conduce da sempre, basato sulle possibilità di conoscenza e di accoglienza della diversità. Diritti, ecologia, storia, paesaggio sono tra i temi di un programma particolarmente articolato, che spazia dall’esperienza più intima della maternità alle tensioni sociali dell’America profonda, dal razzismo in Germania al grido di libertà di una band punk malese. Gli USA, il globalismo muscolare di Trump, sono analizzati soffermandoci su una società americana sempre più polarizzata, da osservare con attenzione perché il mondo culturale – anche europeo – sta perdendo le basi di confronto civile e condivisione sociale, fondamento delle democrazie moderne.
L’unione tra musica e immagini è ormai un tratto distintivo del festival. Nel centenario della nascita e nel sessantesimo della morte, la figura di Malcolm X è al centro del cineconcerto di apertura, mercoledì 2 aprile alle 21 a Cinemazero: X! Cinesuite for Malcolm, imperdibile nuova produzione che fonde il jazz inarrestabile di Francesco Bearzatti e del suo Tinissima Quartet con rari materiali d’archivio, fotografie e disegni. Il gran finale, domenica 6 aprile alle 21, è un doveroso omaggio in immagini e note ai 130 anni del cinema, l’invenzione dei Lumière, che sin dalle sue origini, nel 1895, è documentaria. A seguire, il film in anteprima nazionale Her Name Was Moviola è il racconto di un protagonista d’eccezione, il montatore tre volte premio Oscar Walter Murch. Saranno presenti in sala, per le premiazioni dei film in concorso, i tre giurati d’eccezione: Roberto Minervini, miglior regia a Cannes – Un Certain Regard, Martina Parenti, miglior regia al festival IDFA di Amsterdam e Sara Fgaier fresca d’esordio alla regia di lungometraggio, montatrice e ricercatrice d’archivio.
Focus su Israele / Palestina e Ucraina
Mercoledì 2 aprile alle 18 il regista turco siriano Mahmoud Atassi e il produttore Abdulrahman Alkilany riceveranno il Premio Immagini del coraggio 2025 per Eyes of Gaza. Il film getta uno sguardo doloroso sulle condizioni estremamente precarie di tre giornalisti palestinesi, che rischiano la vita pur di continuare a svolgere il loro lavoro, nel nord di Gaza. Al conflitto mediorientale è dedicata anche la retrospettiva “Nuovo Cinema Palestina”, che comprende tra l’altro l’anteprima mondiale di The Cinema of the Men Who Say No, di Gideon Bachmann venerdì 4 aprile, alle 16.45, straordinario reportage del 1989, mai visto e ritrovato da Cinemazero. Nel film grandi registi israeliani come Avram Hefner, Uri Barbash, Rafi Buka’ee, Zeppel Yeshurun, dicono “basta” alla violenza. Porcelain War, premio della giuria al Sundance, sabato 5 aprile alle 14:30, sposta l’attenzione sull’Ucraina e sulla particolare resistenza degli artisti.
Famiglia e maternità
I film di quest’anno parlano anche di legami, di famiglie, di rapporti genuini e diretti, dolorosi o recuperati che siano. Con Light Memories, in programma il 5 aprile alle 16, Misha Vallejo Prut, artista audiovisivo che esplora l’intersezione tra arte e documentario, ricerca il mistero della propria storia famigliare attraverso la fotografia. La maternità – sbandierata politicamente come valore ma vittima di regressi dei diritti – è uno degli altri temi della diciottesima edizione del Pordenone Docs Fest. La mutante, di Constanza Tejo Roa, giovedì 3 aprile alle 16, è il racconto autobiografico della giovane regista, che scopre di essere incinta proprio mentre la sua carriera decolla. Il film esplora le trasformazioni fisiche, emotive e professionali che una donna in attesa di essere madre vive in una società maschilista. Venerdì 4 aprile alle 17.45, Zurawski v. Texas di Abbie Perrault, documentarista e giornalista indipendente, porta sul grande schermo la lotta coraggiosa di un gruppo di donne che fanno causa contro il Texas: alcune hanno dovuto partorire, nonostante la morte certa dei figli, a causa delle leggi sull’aborto dello Stato Usa. A Want in Her, di Myrid Carten, è una lettera d’amore per chi lotta contro la dipendenza e la malattia, di una figlia nei confronti della madre. La proiezione è sabato 5 aprile alle 21.
Al tema della maternità è dedicata anche una proiezione speciale per neogenitori: Tempo d’attesa di Claudia Brignone, sabato 5 aprile alle 10, una riflessione sull’essere madri e padri oggi e sul percorso che rende una donna madre, nei suoi risvolti psicologici e culturali. Durante la proiezione sarà attivo un baby-care e laboratorio creativo per bambin3 dai 4 anni in su.
Alle proiezioni interverranno registe e registi.
Diritti e rispetto delle diversità
Dalla Malesia, dove le persone LGBTQI sono punibili per legge, l’energia della band punk “Shh…Diam!” arriva a Cinemazero venerdì 4 aprile alle 21 con Queer as Punk, presentato in anteprima assoluta alla Berlinale 2025. Con un sound punk e testi di protesta, la band sfida la censura e denuncia la discriminazione, portando il proprio messaggio in Asia e oltre. A seguire, non può mancare l’esibizione dei musicisti dal vivo, a spazioZero, di fronte al cinema. Sabato 5 aprile alle 10:30, Immortals di Maja Tschumi porta il pubblico in Iraq, dove Milo, femminista determinata scopre il tanto desiderato potere di muoversi liberamente per Baghdad indossando i vestiti da uomo di suo fratello. Intanto Khalili, un giovane e ambizioso regista, si rende conto che la sua telecamera può essere l’arma più potente di tutte. Nel periodo successivo alla rivoluzione del 2019, Milo e Khalili diventano i volti, gli occhi e le voci di una gioventù irachena che lotta instancabilmente per un futuro migliore. Domenica 6 aprile, alle 16.00, My Boyfriend El Fascista narra la storia vera di Matthias, regista di sinistra, e del suo compagno Sadiel, attivista cubano. A causa delle divergenze politiche, la loro relazione muta profondamente. Interviene Matthias Lintner, fotografo, attore, regista. Affronta il tema del razzismo The Moelln Letters, di Martina Priessner, premio del pubblico alla Berlinale, sabato 5 aprile alle 17:45. Trent’anni dopo gli attacchi razzisti di Mölln, avvenuti nel novembre del 1992, un sopravvissuto scopre centinaia di lettere di solidarietà dimenticate. L’attentato sconvolge la sua vita. A soli sette anni, sopravvive, ma perde la sorella, la cugina e la nonna. Dopo l’attacco, la città riceve centinaia di lettere di solidarietà che rimangono ignorate per quasi tre decenni.
Alle proiezioni interverranno registe e registi.
Spazio alla sperimentazione
I film sono scelti per la loro qualità, senza distinzione fra registi di chiara fama e cineasti giovani, spesso esordienti. Li accomuna la capacità di mostrare l’impensabile o sperimentare, spesso innovando sul versante del linguaggio cinematografico. Venerdì 4 aprile alle 14.30 Un Pays en flammes di Mona Convert, traccia il ritratto di Patrick, Margot e Jean Pujol-Auzier. Ciascuno a suo modo, ha un rapporto unico e intenso con il fuoco e la natura. C’è chi si fonde con i fuochi d’artificio, chi orchestra coreografie di lucciole, mentre il buio accarezza il loro muoversi di esseri notturni. Riti senza tempo, immagini dalla forza sfavillante, dove il buio è casa di spettacolari cascate luminose, di lampi abbacinanti, che tutti i componenti della famiglia inventano e rinnovano, vestiti di armature scintillanti. Una tradizione familiare che tramanda nel tempo il rito del “fuoco”: persistente, affascinante, indomabile. Un inno alla luce e agli elementi basilari dell’esistenza umana. Interviene Mona Convert, regista e videoartista.
Anche quest’anno una sezione del Pordenone Docs Fest è dedicata alle esperienze immersive di realtà estesa, presentate ogni giorno dalle 10 alle 14 e dalle 15 alle 19 nello stand vetrato XR Space in Piazza XX Settembre. DocsXR è una vetrina sulle nuove tecnologie narrative. Otto opere presentate in anteprima nazionale, per entrare dentro altre vite e altre realtà, osservando il mondo da prospettive lontane e, allo stesso tempo, così vicine a noi. Un tuffo a 360 gradi nelle storie più potenti della nostra epoca e della nostra società.
E, ancora, la diciottesima edizione del Pordenone Docs Fest si arricchisce con una residenza artistica, che esplora la relazione tra Pier Paolo Pasolini e l’acqua attraverso materiali d’archivio inediti. Alessandro Gagliardo e Furtherset, attraverso periodi di residenza – anche durante il festival –, lavoreranno sugli archivi di Cinemazero per produrre un’inedita performance audiovisiva.
Ambiente e giovani generazioni
Le scuole della città sono da sempre coinvolte nelle proiezioni mattutine del festival. Quest’anno, giovedì 3 aprile alle 10:30 la proiezione di Plastic People: The Hidden Crisis of Microplastics solleva il velo su uno dei problemi ambientali più gravi del nostro tempo, la presenza ormai ubiquitaria della plastica, entrata a far parte del nostro organismo. Un tema che coinvolge in particolar modo le giovani generazioni. Interviene Paola Del Negro, biologa e direttrice dell’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale di Trieste.
Ai ragazzi dai 15 anni in su, sono dedicati anche diversi laboratori, sullo storytelling immersivo, sul video partecipativo e sulle pellicole in Super 8.
Eventi per addetti ai lavori
Registi, produttori, studenti, addetti ai lavori si danno ormai regolarmente appuntamento a Pordenone, per gli appuntamenti che il festival dedica al mondo dello sviluppo, produzione e distribuzione del documentario. Quest’anno sono previsti ben otto eventi industry, molti dei quali in lingua inglese, dedicati all’uso degli archivi, all’etica del documentario, etc. Si aggiungono poi le masterclass di Roberto Minervini, presidente di giuria di questa edizione, domenica 6 aprile alle 17:15 a Palazzo Badini, e di Adele Tulli, regista e ricercatrice, venerdì 4 aprile alle 12 a Cinemazero. A lei sono dedicate le proiezioni della sezione Italian Doc, Future!
Pordenone Docs Fest è realizzato con l’alto patrocinio del Parlamento Europeo, con il sostegno di Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema, Regione Friuli Venezia Giulia, Comune di Pordenone e Fondazione Friuli.
Per maggiori informazioni
www.pordenonedocsfest.it
Cinemazero
Palazzo Badini, via Mazzini 2 – 33170 Pordenone
3382348110