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Il recital è stato ideato da Enzo Santese, che ne ha curato anche i testi e la regia, per la voce di Gianni Maran, con le musiche inedite di Ennio Zampa e le immagini di Maurizio Caldana.
L’intento è quello di tracciare una mappa sentimentale sui luoghi friulani di Pier Paolo Pasolini, un itinerario essenziale per comprendere come la personalità di Pasolini si sia formata e sviluppata negli anni giovanili di permanenza a Casarsa. Accanto a ciò, fondamentale è l’accostamento con le prime scritture poetiche in friulano, che egli stesso pubblicò (con traduzione italiana a fronte) a proprie spese a Bologna, poi confluite nella raccolta “La meglio gioventù”.
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Si parte dalle immagini della facciata esterna di casa Colussi a Casarsa (ora sede del Centro Studi Pasolini), dove oggi campeggia i versi del componimento “O me donzel”, e si continua sulle parole di alcune delle sue poesie scritte nella particolare lingua friulana di Casarsa – così influenzata dalla parlata veneta -, seguendo idealmente un itinerario della sua giovinezza: San Giovanni e la loggia dove Pasolini affiggeva i manifestini con le risultanze delle discussioni della sezione di Casarsa del Partito Comunista, in cui era tesserato; poi Versuta, la borgata dove era sfollato a causa dei bombardamenti, dove nacque la sua “Academiuta di lenga furlana”; infine, ecco la “Supplica” alla madre e le immagini della lapide nuda di Pasolini nel cimitero di Casarsa, all’ombra di un albero di alloro che diventa quasi il prolungamento ideale verso l’infinito della parabola umana del poeta, finita così tragicamente.
Lo spettacolo è ad ingresso libero fino ad esaurimenti dei posti.
Comunicato Stampa