L’operetta in Italia ha significato per decenni televisione nazionale, teatri grandi e piccoli in ogni angolo dello stivale, una declinazione popolare di un genere nato pensando ai salotti dell’Austria Felix e nel nostro paese più colorato di cabaret, cafè chantant, fino all’anima più nobile di quell’avanspettacolo da cui sono usciti alcuni dei cantattori più importanti nella storia del cinema italiano, come Alberto Sordi o Monica Vitti. Questa tradizione tutta italiana è rimasta viva a Trieste grazie al Teatro Verdi, ma soprattutto grazie all’Associazione Internazionale Amici dell’Operetta FVG con la quale, grazie agli sforzi del Comune, è rinato il Festival dell’Operetta che chiude la sua prima parte con Orfeo all’Inferno al Verdi dal 30 giugno al 9 luglio per poi riprendere a settembre al Rossetti. Cuore di tutta l’operazione Andrea Binetti, un factotum del genere, come era nella storica tradizione degli impresari novecenteschi. Le scene sono affidate a Paolo Vitale e i movimenti coreografici a Morena Barcone. Dunque un allestimento tutto cresciuto dentro la città e tra i collaboratori chiave del suo teatro più antico e più simbolico, il Verdi, proprio per rafforzare il senso dell’unicità del progetto e dei suoi legami con la tradizione cittadina dell’operetta. L’orchestra vedrà sul podio Carlo Benedetto Cimento, reduce dalle recenti produzioni del Salzburger Landestheater con la Bella Addormentata di Ciaikovsky e il Lucio Silla di Mozart, così da rafforzare il legame musicale col bacino danubiano, culla natia dell’operetta. Orfeo avrà invece la voce del giovane tenore spagnolo Gillen Munguía, già apprezzato dal pubblico per le due precedenti produzioni d’operetta e di certo uno degli interpreti più interessanti della sua fresca generazione, con alle spalle già importanti debutti in Scala, a Bologna, Parma e Festival Donizetti di Bergamo. Tornerà per il ruolo di Euridice la certezza d’eleganza e solido canto Daniela Mazzuccato, veterana di produzioni apicali nei migliori teatri del mondo. Il baritono barese Marcello Rosiello, anch’egli voce di lungo corso, dalla Royal Opera House alla Fenice di Venezia e già ben conosciuto dal pubblico giuliano, sarà Giove. Il giovane soprano greco Danae Rikos e l’eclettico tenore, direttore d’orchestra e musicologo Fabio Serani completano il cast rispettivamente in Venere e Aristeo-Plutone.
Dunque un nuovo Orfeo all’Inferno che cercherà di bilanciare le due anime storiche dell’operetta, quella più ‘pop’ della regia di Andrea Binetti e quella più accademica attraverso la scelta delle voci, tutte di impostazione operistica, e del direttore d’orchestra, per ritrovare dunque quella cifra stilistica unica che il genere visse a Trieste per lunghi decenni all’insegna di un intrattenimento leggero, frizzate, divertente. Il Sovrintendente Giuliano Polo commenta così l’operazione di rinascita del festival: “Abbiamo accolto con grande entusiasmo l’invito della nostra amministrazione comunale a partecipare alla programmazione estiva della città. Le stagioni sinfonica 2022 e la stagione d’opera appena conclusa ci hanno dato belle risposte sia dal nostro territorio sia dal panorama nazionale e internazionale, confermando che Trieste tutta, anche la sua cultura musicale, stanno vivendo un momento di grande interesse e grandi potenzialità. Era dunque l’anno giusto per tuffarci con passione in questo primo esperimento strutturato nell’ambito dell’estate triestina, che di certo ci fornisce elementi importanti di riflessione per un futuro sempre più convincente e soprattutto ha consolidato l’immagine del teatro come centro catalizzatore delle tante energie artistiche e dei tanti talenti del nostro territorio”.
comunicato stampa