Una nota sfumata grigia come la storia che ci viene proposta questa sera sul palco del Benois di Codroipo. Una nota, dicevamo stonata, una storia comune, come nella vita ne accadono ogni giorno. Sono i primi anni novanta, un maestro d’orchestra della filarmonica di Ginevra Hans Peter Miller, la fine del concerto. Un camerino per raccogliere le ultime energie della giornata, una poltrona, il silenzio, un goccio per riscaldarsi, i pensieri che spaziano. Poi all’improvviso entra lui, il Signor Leon Dinkel che spacciandosi per fan, per appassionato si presenta per un autografo, una foto, uno scambio di battute con (lui dice) il suo mito. Ma sotto sotto si cela la verità. il Signor Dinkel non è un fan e nemmeno un appassionato, è semplicemente venuto a presentare il conto al maestro. Un conto pesante. Un conto inseguito una vita, una vita di sofferenza di ricordi, di dolore sordo, il conto di una vita. Davanti al Signor Dinkel non il direttore d’orchestra di fama internazionale Hans Peter Miller ma il nazista che ha ucciso a Birkenau suo padre. Sul palco da una parte la difficoltà e la fatica di riconoscere il passato di ammettere le colpe, dall’altra la sete di vendetta il desiderio di guardare in faccia il proprio nemico. Il desiderio di prendersi la rivincita di sbattere in faccia il velenoso rancore. Sul palco un frammento di esistenza sofferta, dolorosa, inaspettata. Magistralmente interpretato da due attori di grande livello e dalla luminosa carriera Giuseppe Pambieri e Carlo Greco su testo di Didier Caron con la regia di Moni Ovadia. Uno spettacolo che ci ricorda un concetto fondamentale, la memoria, la coscienza dell’inferno che l’essere umano può essere capace di inventare contro il proprio simile. Un concetto da tenere bene a mente e da tramandare alle generazioni future.
Ringraziamo ERT FVG per questa opportunità . Per non dimenticare.

@Maurizio Cum per instArt
© foto in slide di Luigi Cerati