“Music in Village – Estensioni: percorso sonoro sulle tracce della Serenissima”: arriva l’ultimo appuntamento della rassegna itinerante con tappa a Duino Aurisina Villaggio del Pescatore sulla banchina in concessione Almar (Zona Cave adiacente al Pescaturismo) con “Tango al tramonto” e l’esibizione del Duo Pasodoble composto da Alberto Chicayban e Miche Pucci.
 Venerdì 14 Settembre con inizio alle ore 18:00 sarà la volta delle atmosfere musicali più rarefatte del Duo Pasodoble formato da Michele Pucci (chitarra flamenca, violoncello) e Alberto Chicayban (chitarra classica, chitarra a 10 corde, voce) che propone una fusione originale fra Tango Argentino e Flamenco. Il repertorio di “Pasodoble” è composto da tanghi argentini cantati classici, come “La Ultima Curda”, “Malena”, “Sur o Volver”, con arrangiamenti ed interpretazioni moderne, inframmezzati a brevi testi poetici che riguardano il sentimento “tanguero porteño” e l’emotività gitana.
Il tutto accompagnato da una degustazione o meglio da una “Estensione di Gusto” con i prodotti della molluschicoltura regionale di Almar soc. coop. agricola, che proprio nel Villaggio del Pescatore ha in concessione una banchina; un occasione d’incontro fra musica di qualità e prodotti del mare Adriatico.
L’evento è una proposto dell’Associazione Complotto Adriatico di Pordenone con Almar soc. coop. agricola con sede a Marano Lagunare, la collaborazione dell’Associazione Sapori United ed patrocinio del comune di Duino Aurisina con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
 
Michele Pucci
All’età di 10 anni inizia lo studio del violoncello, sotto la guida di Mario Brunello. Dopo cinque anni lascia la pratica di questo strumento per cominciare a suonare, da autodidatta, la chitarra classica. Attualmente collabora in particolare col quartetto etnofolk La Frontera con concerti in tutta Italia, ed Europa e, nell’ambito della musica folk, col Progetto Marilenghe (Marisa Scuntaro e Lucia Clonfero) oltre ad effettuare concerti da solista e con varie formazioni di Flamenco. Ha realizzato le musiche di scena per il monologo Figli dello stesso padre di Francesco Milanese oltre ad aver registrato con formazioni varie 14 CD fino ad oggi, due dei quali a suo nome. Si dedica inoltre attivamente a progetti di propedeutica musicale per bambini (Mago Mù, il mago della musica) e a spettacoli teatrali per bambini assieme all’attrice Sandra Cosatto. Tutti i proventi del suo ultimo cd, Atras per undas sono stati destinati a finanziare un progetto della Onlus Funima International in Paraguay. Il più recente CD Mistral di Michele Pucci, del 2015, riguarda il lavoro svolto insieme al complesso La Frontera,
 
Alberto Chicayban
Nato a Niterói, Rio de Janeiro (Brasile). Laureato in Composizione Musicale. Chitarrista, arrangiatore, compositore e direttore musicale di diverse colonne sonore per il Teatro, Cinema e TV con lavori realizzati per la TV Globo di Rio de Janeiro e TV Fuji di Tokyo. Ha inciso dischi come interprete solista e strumentista del Grupo Maria Déia, fondato da lui nel 1974 a Rio de Janeiro. Con questo gruppo hanno collaborato vari artisti come Caetano Veloso, Ivan Lins, Sergio Ricardo, Sidney Miller, Vital Farias ed altri. In Italia ha inciso i CD Tango y Misterio, con il fisarmonicista triestino Roberto Daris, e Jara:un puente para la memoria, con il cantautore friulano Lino Straulino ed altri musicisti, oltre a Amori Bolivariani, con i musicisti peruviani del Taller Experimental de Musica Andina. Concerti realizzati a Rio de Janeiro, San Paolo (oltre a diverse città brasiliane), Santiago del Chile, Ciudad Mexico, Parigi, Roma, Milano, Verona, Trieste (oltre a diverse città italiane, dal 1993 al 2010), Ljubljana e Nova Gorica (Kulturny Dom). Già professore di Storia della Musica Brasiliana alla Scuola Statale di Musica Villa-Lobos di Rio de Janeiro. Già professore di Linguaggio Musicale alla Scuola Statale di Teatro Martins Penna di Rio de Janeiro.
 
TANGO ARGENTINO
Le radici musicali e coreografiche del Tango riguardavano la particolare cultura della gente emarginata che lottava per la sopravvivenza alle argini del Rio de la Plata che bagna le città di Buenos Aires e Montevideo. Braccianti, gauchos espulsi dalle campagne, negri, prostitute, immigrati. Quelli sono i genitori del famoso stile musicale che lo scrittore Jorge Luis Borges ha chiamato “il rettile da lupanare”. Siamo all’inizio del Novecento, quando arrivavano alla zona del Rio de la Plata gli europei sradicati ed impoveriti, tra i quali gli italiani, tedeschi e spagnoli, che mescolavano le loro culture a quelle delle popolazioni locali e delle
comunità di origine africana che giungevano dal Centro America.
La musica e il ballo del più conosciuto stile musicale argentino sono in verità il risultato della miscela di ritmi e melodie con forte componente nostalgica, passionale e sentimentale, allo stesso tempo ribelle e violenta (Milonga Pampera, Habanera e Candombe, i principali ingredienti della miscela). Quella musicalità, fin dall’inizio, è stata sostenuta soprattutto dalle chitarre, associate alla vita della strada, mentre gli altri strumenti simbolo dell’atteggiamento tanguero, come il pianoforte e il bandoneon, si sono aggiunti alla strumentazione dopo, insieme al violino, dando vita ad una orchestrina, la così detta tipica, quando il Tango
aveva lasciato i bassifondi ed i mercati spostandosi alle sale da ballo dei bordelli.
La chitarra, infatti, è uno degli archetipi importanti del Tango, accanto al sangue, la delinquenza, la gelosia, gli amori turbolenti o la fatalità.
Con il tempo il Tango è diventato un atteggiamento, una maniera di vivere, quasi un’ideologia. Rimane una delle espressioni più ricche ed importanti della musica latino-americana, perché esso ha sviluppato una grande capacità di rinnovarsi, tramite fusioni e assorbimenti di influenze musicali di diversi tipi.
 
FLAMENCO
La tradizione del Tango è in alcuni punti simile a quella del Flamenco, la cui musica e danza rimane associata fino ad oggi ad una parte marginalizzata della popolazione spagnola – los gitanos, gli Zingari. Il Flamenco rappresenta un veicolo per tramandare la cultura e la tradizione dei gitani che nelle loro migrazioni attraversarono il Medio Oriente e il Mediterraneo, lasciando tracce e incorporando anche influenze culturali caratteristiche delle terre dove passavano.
La regione spagnola da sempre legata al Flamenco è l’Andalusia, dove i gitanos hanno trovato l’ambiente improntato alla multi etnicità. Avevano una loro lingua (il Caló, originato nell’idioma Mahati, dell’India) che si è mescolata con la lingua spagnola durante il lungo processo della loro integrazione, durato secoli.
Alla metà del secolo XIX il Flamenco era uno stile di vita, non c’erano ancora gli artisti professionisti della Musica e del Ballo che conosciamo adesso. Il luogo dell’Arte Gitana dei primordi era la casa ed pubblico solo parenti o amici. Ma diversi intellettuali del ‘800 iniziarono ad interessarsi a quella passionalità ribelle che sgorgava dal mondo dei gitanos spagnoli, grandi ballerini, amanti e maestri nell’uso dei coltelli. Così sono nate opere letterarie legate al sentimento Flamenco, come la l’opera Carmen, ispirata in un racconto di Prosper Merimée, con la splendida partitura scritta dal francese Bizet che, paradossalmente, non ha mai messo i piedi in Spagna. Anche altri compositori non-spagnoli geniali come Glinka o Rimskyi-Korsakov hanno dedicato pagine interessanti al Flamenco, tale era il fascino che la cultura esotica gitana esercitava nell’ambiente artistico europeo nel XIX° secolo. Dopo un processo di decadenza all’inizio del ‘900 il Flamenco ha svegliato l’attenzione di gente come Garcia Lorca o Manuel de Falla che hanno sviluppato l’intenzione di restituire allo stile la purezza artistica, la dignità, all’altezza della gente gitana vera, autenticità che sembrava persa in mezzo alla voglia di esotismo nell’arte della Fine ‘800.
 
“Music in Village – Estensioni” è una rassegna che si sviluppa su due elementi: le tracce storiche di Venezia, legata indissolubilmente al mare Adriatico, presenti nella regione e la musica di qualità senza confine espressivo, proposta in luoghi di particolare interesse culturale e ambientale in momenti anche non propriamente canonici per lo spettacolo quali il tramonto e l’alba. Con ingresso libero.
comunicato stampa