Foto Glauco Comoretto © Photoreporter

Il direttore artistico Venier: “Raggiunto l’obiettivo di coinvolgere artisti di fama internazionale dall’intera Alpe Adria per creare sinergie ed esportare in Europa quanto creato a Udine. E il pubblico pare aver apprezzato questo spirito di sperimentazione e improvvisazione che, in fondo, è l’anima stessa del jazz”

Chiamati dal direttore artistico Glauco Venier, una trentina di musicisti di fama internazionale provenienti dall’Italia, Slovenia, Austria e Croazia si sono dati appuntamento a Udine, dove hanno suonato rendendo omaggio ai più grandi nomi del jazz mondiale. Hanno soggiornato in residenza artistica, grazie al CSS Teatro Stabile di Innovazione del Fvg, a Villa Manin di Passariano, dove hanno provato, creato e, talvolta, anche allietato il pubblico che ha potuto assistere alle prove. Per non parlare delle numerose “incursioni artistiche” e dei concerti che hanno coinvolto il centro storico udinese e della grande serata inaugurale, quando sul palco del Palamostre sono saliti grandissimi artisti legati all’etichetta discografica ECM che ha scelto Udine come prima città al mondo per festeggiare i suoi 50 anni di attività.

Conclusi i cinque giorni di rassegna (l’ultima giornata è proprio oggi, 28 giugno 2019), il festival More Than Jazz saluta soddisfatto il capoluogo friulano dandosi appuntamento al prossimo anno per raccogliere i frutti di quanto seminato nella sua prima edizione. Il nuovo progetto organizzato da SimulArte e CSS, con il sostengo del Comune di Udine e di un nutrito pool di enti e associazioni del territorio, può infatti guardare al futuro con ottimismo.

«Uno dei principali obiettivi – spiega Venier, pianista e compositore di fama internazionale –, era proprio che a Udine si creassero, nel segno dell’amicizia, dei contatti per future collaborazioni musicali anche in altri luoghi dell’intera Alpe Adria. Una sorta di luogo comune dove suonare e far nascere delle idee che potessero essere esportate in tutta Europa. Ecco, direi che il risultato è stato ampiamente raggiunto e anche il pubblico pare aver apprezzato questo spirito di sperimentazione e improvvisazione che, in fondo, è l’anima stessa del jazz. Allo stesso tempo – prosegue il direttore artistico – abbiamo voluto valorizzare i nostri musicisti e gli studenti dei nostri conservatori, che spesso non trovano palcoscenici autorevoli per dimostrare la loro bravura al grande pubblico».

Ma non solo, perché proprio all’insegna del divertimento, della comune passione per la musica e dell’amicizia, da qui il sottotitolo del festival “friendship”, i ragazzi hanno potuto confrontarsi e suonare con grandi artisti europei grazie alle jam sessions organizzate ogni sera nella sala Carmelo Bene del Palamostre.

Foto Glauco Comoretto © Photoreporter

Soddisfatto anche il presidente e co-direttore artistico del CSS. «La collaborazione con Glauco Venier e Simularte – spiega – ha contrassegnato, ancora una volta, il desiderio e la disponibilità del CSS a costruire reti per la valorizzazione di iniziative e artisti che operano nella nostra città e che hanno scelto il Teatro Palamostre come luogo ideale delle loro proposte culturali. Il CSS – prosegue – ha infatti accettato con grande entusiasmo la proposta di collaborazione e ha voluto rilanciare proponendo di intervenire direttamente, non solo sostenendo la manifestazione che si si è svolta principalmente al Palamostre, ma anche inserendo nel nostro progetto Dialoghi – Residenze d’Artista a Villa Manin (progetto triennale sostenuto dal Mibac, dalla Regione FVG e dal CSS), la residenza dei musicisti provenienti da Slovenia, Croazia, Austria e Italia che hanno animato Udine con concerti e jam session preparati negli spazi prove della magnifica Villa di Passariano».

In attesa di poter riabbracciare nuovamente il festival che a Udine ha portato i colori, le emozioni e le suggestioni non solo del jazz, ma di tutte quelle variegate sfaccettature che la musica in generale, anche quella improvvisata, è capace di regalare, è già pronto un altro appuntamento. Domenica 7 luglio, infatti, More Than Jazz proporrà un’appendice alla Casa della Contadinanza sul colle del Castello. Alle 21 andrà in scena il concerto “Sir Jo & the Funk Syndicate”, proposto da Progetto Musica in collaborazione con SimulArte per il Festival Musicale Internazionale Nei suoni dei luoghi 2019.

«L’intera macchina organizzativa – spiegano il presidente e il vicepresidente di SimulArte, Federico Mansutti e Stefano Amerio – ha funzionato alla perfezione ed è stato divertente vedere tutti questi artisti esibirsi per la prima volta insieme in un’atmosfera festosa che ha finito per coinvolgere e travolgere non solo tutti gli operatori, ma anche il pubblico, come successo, ad esempio, lungo le vie del centro con molte persone che ballavano seguendo l’Alpe Adria Street Band o duranti i concerti all’aperto. Tutto questo – concludono – non sarebbe stato possibile senza il fondamentale apporto di tutti i soggetti coinvolti, pubblici e privati, a cui va il nostro più sentito ringraziamento per aver saputo cogliere lo spirito, e promuovere, il festival».

Il festival, lo ricordiamo, oltre che con il sostegno del Comune di Udine, è stato reso possibile grazie alla preziosa co-organizzazione del CSS Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia, il patrocinio di PromoTurismoFvg, dell’Università di Udine, del Conservatorio Statale “Jacopo Tomadini” di Udine e di Confcooperative Udine, grazie a Despar Triveneto ed Emilia Romagna, Icop spa, CrediFriuli, Idea Prototipi, Lorenzo Dante Ferro Profumieri, Artesuono Recording Studios, Prontoauto, Goccia di Carnia, Friulprint,Grattoni1892, ensemble INSIÙM e Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe.

Appuntamento, dunque, al prossimo anno.

Comunicato Stampa