Prodotto da, Fondazione Teatro Due/Teatro Nazionale di Genova/Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale, con Arianna Scommegna, Carlo Orlando e Filippo Dini e per la regia dello stesso Dini, al Teatro Comunale di Monfalcone, il 14 e 15 gennaio 2020, è andato in scena Misery.
Misery è una piéce teatrale che prende le sue mosse dall’omonimo film del 1990 diretto da Rob Reiner, noto in Italia con il titolo Misery non deve morire, e sceneggiato da William Goldman, qui anche autore del testo teatrale, il quale è a sua volta un adattamento del romanzo di Stephen King datato 1987.
In seguito ad un incidente d’auto, lo scrittore newyorkese Paul Sheldon, autore della celebre saga di romanzi popolari con protagonista Misery Chastain, è costretto a letto con una spalla lussata e un braccio fratturato in una casa di campagna del Colorado, accudito dalla padrona di casa nonché ex infermiera, Annie Wilkes che si definisce la sua fan numero uno.
Tutto sembra andare bene, quel che ancora Paul non sa è che, una volta che la donna avrà letto il finale dell’ultimo capitolo della sua saga preferita, la sua permanenza in quella casa si trasformerà in un inferno.
Di cosa parla veramente Misery? Ordine, letteratura, scrittura, cosa si cela dietro il demone dalla veste umana denominato Annie Wilkes? Cosa significa che la casa dove si svolge sia montata su una piattaforma girevole?
Ad un occhio inesperto può sembrare una critica neanche tanto velata ad un certo tipo di società presente per lo più in alcuni stati americani e qui, nessuno vuole negare questo dato di fatto, è esplicativo l’uso della piattaforma girevole nel sottolineare la natura duale, nonché l’apparente normalità del mostro Annie Wilkes; tuttavia, scavando più a fondo, ci si accorge di un significato più profondo all’interno della creazione.
Esaminando un po’ meglio la natura della trama ci si accorge che all’inizio Paul sta vivendo una crisi creativa (per questo ha ucciso Misery, ed è per questo che ha scritto un nuovo romanzo che ne è totalmente slegato) e gli sembra che la sua carriera sia arrivata a un punto morto, ed è qui che i libri diventano il fulcro centrale del contendere tra i due protagonisti: Paul deve continuare a scrivere romanzi su Misery per avere salva la vita, Annie vuole che Paul continui a scriverli perché per lei, sono l’unica fonte di distrazione dalla monotonia della vita, ed ecco che l’autore, perlomeno del testo teatrale, si fa più sottile: durante l’intero spettacolo si odono delle riprese da dei versetti che rimandano a un testo specifico del corpus biblico: l’apocalisse e, più precisamente, al racconto della venuta della Bestia; ecco quindi, che si aggiunge un nuovo livello interpretativo ossia, quello di critica all’industria letteraria poi, se si aggiungono alcuni elementi scenici e The number of the Beast degli Iron Maiden sul finale, tutto assume un senso nuovo.
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