Flavio Massarutto – Foto Luca A. d’Agostino © 2020

Non capita tutti i giorni di pubblicare un proprio libro all’estero. Se poi il libro in questione è un fumetto che parla di jazz cioè Mingus (con i disegni di Pasquale Todisco in arte Squaz), e i Paesi nei quali viene pubblicato sono la Francia e gli Stati Uniti, allora la notizia è di quelle che meritano almeno una intervista. Il friulano Flavio Massarutto, giornalista musicale, saggista, scrittore di fumetti e direttore artistico di San Vito Jazz, ha più di un motivo per essere soddisfatto.

Te lo aspettavi?
Francamente no, perciò la gioia è ancora più grande. Però è una gioia che voglio condividere con chi ha creduto nel progetto: Paola Martini di Controtempo, Giulio De Vita del Paff!, Ratigher e Giovanni Ferrara del nostro editore italiano Coconino Press. E naturalmente Pasquale Todisco Squaz che lo ha disegnato in modo straordinario. Ancora adesso fatico a crederci!
Come sarà l’edizione francese?
Sarà un albo cartonato in libreria dal 10 Novembre. L’editore è Presque Lune. Negli U.S.A. invece usciremo il prossimo anno con NBM Publishing.
Tu hai studiato il rapporto tra jazz e fumetti. Come si inserisce il vostro libro in questa vicenda?
Lo studio da più di vent’anni e ne ho ricavato due libri, Assoli di china e Il jazz dentro, entrambi per Stampa Alternativa, che hanno avuto un ottimo riscontro. Mingus fa parte della categoria delle biografie a fumetti, un segmento particolarmente praticato per evidenti opportunità editoriali di riconoscibilità. Però è decisamente diverso dalle biografie esistenti. È frammentata e visionaria, lascia molto spazio alla fantasia del lettore, più che fornire informazioni stimola alla loro ricerca. Abbiamo rischiato parecchio io e Pasquale ma non potevamo fare diversamente perché sia lui che io abbiamo questa idea del fumetto. Però il riscontro è positivo, sia da parte del pubblico che della critica. Sono curioso di vedere come verrà recepito in Francia, Paese che ha una storica considerazione sia del fumetto come arte che del jazz.
Come sono andate le presentazioni finora?
Ne abbiamo fatte una trentina in un anno, da Trieste a Bari! C’è molto interesse soprattutto nel circuito del jazz: Festival e rassegne. Mingus è ancora molto amato.
Quale è la sua attualità?
Le sue conquiste artistiche sono diventate patrimonio di tutti. In questo senso la musica di Mingus si trova ovunque. Però è importante secondo me che si ascoltino anche i suoi dischi che sono ancora di una bellezza intatta. Più di un lettore mi ha detto che non lo conosceva affatto e che lo ha scoperto grazie al libro. Solo in Friuli ci sono stati ben tre progetti di rilettura del suo repertorio o di omaggio alla sua musica perciò direi proprio che Mingus è ancora vitale. Mi riferisco ai lavori di Giovanni Maier, Daniele D’Agaro con Alessandro Turchet e di Matteo Mosolo con Flavio Zanuttini. E a guardare a lui come si può notare sono musicisti di diverse generazioni. Poi accanto al musicista c’è il Mingus scrittore, paroliere, poeta, produttore, organizzatore e anche fumettista! La sua è una lezione di indipendenza artistica e di impegno politico ancora attuale.
A cosa stai lavorando adesso?
Sto ultimando la definizione del programma di San Vito Jazz 2023 e continuo a portare in giro il libro ovunque è richiesto e anche se è faticoso il contatto con i lettori mi ripaga ampiamente. Poi ascolto, studio e scritture giornalistiche. Per un altro fumetto ho qualche idea ma per adesso è presto per parlarne.

Luca d’Agostino © instArt