Arrivo trafelato alla Feltrinelli perché è un appuntamento importante (almeno per me) pensando che il pubblico presente trabocchi dalla sala. Beh, sorpresa delle sorprese. Non c’è nessuno. Oups… sta a vedere che è saltata! Esco e vado a prendere una boccata d’aria perché non ci posso credere, e perché ho bisogno di un pacchetto di caramelle. Ma dove sono i giornalisti? Dove sono i curiosi e i fan della musica italiana? Quelli che a casa mettono su i cd di Zucchero, Gino Paoli, Ornella Vanoni, Orietta Berti, Biagio Antonacci, Pino Daniele, Gianna Nannini, Cristiano de André, Bocelli, il Volo, Pavarotti…? Non c’è nessuno. Possibile che non sappiano chi c’è dietro tutto questo. Rientro e trovo Alberto Zeppieri promoter di questo evento. “Cosa succede Alberto?” lui mi risponde “non lo so… ma ok, sarà un incontro più intimo”, la sua capacità di vedere il bicchiere mezzo pieno. In effetti alla fine siamo in 7 adulti e un bimbo che entra già contrariato e alla fine costringe la madre all’abbandono della sala. Udine non c’è. Deve avercela con i produttori di musica leggera, perché anche con Rustici è successo lo stesso. Comunque ringrazio gli assenti. Grazie perché è stato un incontro informale, diretto, senza fronzoli, con una persona che ha avuto una vita ricca di emozioni non da tutti sia nel bene che nel male. Una persona che racconta un mondo che tutti quanti diciamo di conoscere per sentito dire ma che attraverso i suoi aneddoti, durante la presentazione e nel suo libro, scopriamo ancora di più. Siparietti che diventano più chiari e mettono meglio a fuoco il mondo “dorato” dello spettacolo e della musica. Un libro su quello che succede quando ogni tanto si ha il coraggio di seguire la propria voce dentro, quella che ci spinge a fare cose grandi senza pensarci troppo sopra, con un po’ di follia, spesso supportate da una buona dose di fortuna. Non è una presentazione vera e propria. Sembra di stare a casa di amici a parlare del mondo della musica e della televisione insieme a Michele Torpedine, uno che le ha vissute e le vive tutt’ora in prima persona. Il libro? È un urlo di rabbia contro l’ingratitudine per aver dato tanto e aver avuto poco o niente in termini di riconoscenza. Una vita, quella di Torpedine, iniziata nella fame e nella povertà assoluta. Nato a Minervino Murge (vi invito a trovare dove sia, vi do un’indizio: Puglia) ma subito trasferito a Bologna, a 8 anni già a lavorare per portare a casa qualche soldo per aiutare la famiglia. Il resto è scritto nel libro e sono verità. Questo perché, a detta sua, in caso contrario avrebbe già ricevuto un sacco di querele!!! Invece c’è il silenzio che vuole soffocare questo urlo. Nessuno risponde. Evidentemente non ci sono invenzioni romanzate. Aver potuto parlare, anche da musicista, con una persona che ha avuto il coraggio di seguire la propria strada sempre tra pro e contro, convinto delle sue idee, riuscendo a portare tanti artisti al successo e tante canzoni nei nostri ricordi più importanti, è qualcosa di speciale da raccontare a tutti. Non posso naturalmente parlare per Udine, ma per instArt è stato un’onore Sig. Michele Torpedine, conoscerla di persona e la ringrazio per tutto quello che ci ha dato e sta continuando a dare alla musica italiana, per la donazione dell’intero ricavato iva inclusa del libro alla ricerca sul cancro, per aver passato un’ora con noi nonostante il caos dei finali bruciati per l’imminente concerto de Il Volo a Villa Manin e per aver raccontato il dietro le quinte di alcuni artisti importanti, con un taglio dissacrante e vero. Forse la loro riconoscenza l’ha avuta con la ricchezza di aneddoti che le hanno offerto durante la vostra collaborazione, dandole modo di creare i contenuti di questo libro che possiamo leggere tutti, volendo leggerlo e facendo anche della beneficenza.
© Massimo Cum per instArt