Musica, letteratura e pittura dei più grandi autori friulani, dal XVI secolo a oggi, hanno composto le pagine intense dello spettacolo “Maraveis in sfrese” che ha chiuso ieri sera Mittelfest 2019 nella splendida cornice di Piazza del Duomo, gremita di gente. Un evento di altissimo profilo artistico e ricco di suggestioni, che ha messo in scena musica, canto, videoarte, recitazione e danza in un sapiente equilibrio di linguaggi e autori diversi.
Promosso dall’ARLeF (Agenzia Regionale per la Lingua Friulana), sotto la direzione artistica di Marco Maria Tosolini, il concerto “visuale” ha visto interpreti l’apprezzatissima Orchestra giovanile Filarmonici Friulani, unico esempio in regione di ensamble gestita e coordinata da under 30, sotto l’autorevole ed efficace guida del direttore Walter Themel.
Insieme al coro Nuovo Auricorale VivaVoce, condotto da Monica Cesar, hanno dato prova mirabile di sapersi muovere a proprio agio fra autori e musiche di epoche diverse, caratterizzate tanto da sorvegliata solennità quanto da originalità e freschezza compositiva. Il viaggio nella storia musicale del territorio ha coinvolto il pubblico in un percorso siglato all’inizio dall’Imni dal Friûl di Valter Sivilotti, che si è via via sviluppato sulle note di Jacopo Tomadini, Alfredo Scannact (pseudonimo di Francesco D’Altan) rivisto da Daniele Zanettovich, Adriano Galliussi, Albino Perosa, passando poi alla contemporaneità con Zanettovich stesso, Alessio Venier, Federico Gon e Renato Miani, con una prima assoluta, per concludersi con le composizioni di Cecilia Seghizzi, Gianfranco Plenizio e, infine, con il compositore ceco Antonín Dvořák (con una Danza slava, in omaggio al Friuli, porta d’oriente).
A fare da contrappunto alla musica, sono state le immagini delle opere di grandi artisti friulani – dal Pordenone a Giovanni da Udine, da Cameo ai Tiepolo, da Colavini a Napoleone Pellis, dai Basaldella ai Ciussi, Zigaina, Bront, Cragnolini, Celiberti… per la maggior parte tratte dalla preziosa collezione della Fondazione Friuli e curate da Federico Màzzolo – rese ancor più suggestive dalla complicità della notte, dalla proiezione a grandi dimensioni sulla fiancata del Duomo, nonché dalla breve ma intensa performance della ballerina Matilde Ceron.
I testi del drammaturgo Carlo Tolazzi – interpretati dall’attrice Chiara Donada – sono stati il ricco collante narrativo di questo viaggio nella migliore arte del nostro territorio, offrendo una “visione” che ha mescolato le storie più vere del Friuli storico alla libera immaginazione, tessendo un dialogo calibrato con le diverse sensibilità dei tanti autori proposti e le molte meraviglie che la serata ha “svelato”.
Comunicato Stampa