Ottimo afflusso di pubblico al Teatro Nuovo Giovanni da Udine per l’atteso appuntamento con l’Orchestra Sinfonica della RAI, diretta da Robert Trevino, e il soprano Dorothea Röchmann che hanno o presentato un programma di grande raffinatezza imperniato sulla figura del compositore monacense Richard Strauss. La raffinatezza consiste nell’aver presentato due lavori, i Vier letzte lieder op. 150 e la Eine Alpensinfonie op. 64, rappresentativi rispettivamente del periodo finale e centrale dell’attività del grande compositore.
La serata si apre con i Vier letzte lieder (Quattro ultimi lieder) per soprano e orchestra che rappresentano una parte del testamento spirituale di Richard Strauss, in quanto furono completati nel 1948, un anno prima della sua morte. E della morte è permeata la sostanza sonora di questi quattro lieder in cui, a partire dal verso finale di Im abendrot- We Sind wir wandermünde/ist dies etwas der Tod? (Siamo così stanchi del cammino/ è forse questa la morte?). tutto suggerisce l’idea del commiato dalla vita, dai versi, alle armonie, dal periodare sinfonico, alle sonorità adottate nell’orchestra. La scrittura di Strauss è qui depurata da ogni eccesso e tutto sembra suggerire un languore estenuato. Qui la materia sinfonica viene sapientemente modellata che richiede all’orchestra una precisione in termini di sonorità, intonazione ed attacchi, straordinaria, come solo un’orchestra come quella della RAI può dare, specie con una direzione come quella di Robert Trevino, il giovane americano dal gesto espressivo, che pare modellare letteralmente il suono dell’orchestra come fosse creta. Orchestra che trova nella Röschmann uno splendido alter ego, una raffinatissima interprete che grazie ad indiscutibili doti vocali sa valorizzare al massimo le estenuate volute vocali dei lieder di Strauss, contribuendo a darne un’interpretazione di grandissimo spessore musicale ed espressivo.
Il successo è travolgente.
Dopo un primo tempo insolitamente breve, la seconda parte della serata vede l’esecuzione di Eine Alpensinfonie op. 64, un poema sinfonico del 1915, cioè composto nella piena maturità di Strauss.
Qui impera il gigantismo orchestrale: tutte le sezioni sono rinforzate, ci sono anche due bassi tuba, un imponente apparato di percussioni, due arpe….in totale gli orchestrali superano il centinaio di elementi! Tutto questo per permettere un descrittivismo spinto, la cifra di questa composizione, che si ispira ad impressioni naturalistiche e montane che iniziano con un notturno, poi l’alba, la salita al monte, l’entrata nel bosco, e così via fino al tramonto.
Ovviamente il virtuosismo orchestrale raggiunge qui livelli altissimi ed era necessario un gruppo agguerrito come quello della RAI (vera orchestra di solisti, come l’avrebbe voluta Gustav Mahler) per affrontare una partitura del genere e un direttore autorevole e preparato come Trevino, che appare a suo agio nel dirigere un simile corpo sinfonico. L’esecuzione è perlomeno emozionante e il pubblico, alla fine, tributa all’Orchestra della RAI e a Robert Trevino calorosissimi applausi.
© Sergio Zolli per instArt