Giovedì 6 febbraio 2025, in uno strapieno all’inverosimile Teatro Orazio Bobbio di Trieste, è andata in scena “Momenti di trascurabile (in)felicità”, deliziosa pièce teatrale proposta da Francesco Piccolo e Pif.
Anche a Trieste lo spettacolo ha registrato il tutto esaurito, confermando il successo della formula teatrale.
Tratto da tre libri di Piccolo (Momenti di trascurabile felicità del 2010, Momenti di trascurabile infelicità del 2015 e Momenti trascurabili vol.3 del 2022), lo spettacolo si articola in una sequenza di brevi racconti che esplorano, con taglio ironico e a tratti surreale, le piccole gioie e le piccole insofferenze della vita quotidiana.
Piccolo, noto scrittore e vincitore del Premio Strega nonché autore e sceneggiatore cinematografico di capolavori tra cui “Habemus Papam”, “La prima cosa bella” e “Il capitale umano”, è stato accompagnato sul palco da Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, conosciutissimo conduttore, autore, sceneggiatore, scrittore, regista, attore.
La drammaturgia si costruisce su un’alternanza tra monologhi e dialoghi, in cui i due interpreti giocano su registri complementari: Piccolo mantiene un tono più pacato e riflessivo, mentre Pif lavora sull’accentuazione espressiva e su una gestualità più vivace, creando un contrasto che conferisce ritmo alla narrazione. La struttura episodica dello spettacolo non risulta per niente frammentaria ed è anzi bilanciata dalla fluidità del passaggio da un aneddoto all’altro, resa naturale dalla sintonia tra i due interpreti e da un magistrale utilizzo delle pause e dei cambi di ritmo.
A livello registico, la messa in scena è più che semplice (due corpi, due voci, due leggii, due fari occhio di bue) e punta tutto sulla parola e sulla presenza scenica dei due protagonisti. L’assenza di scenografia potrebbe sembrare un limite ma invece rafforza l’idea di uno spazio mentale in cui il pubblico è invitato a proiettare le proprie esperienze personali. La dimensione teatrale si fa quindi intima, quasi confidenziale, e permette agli spettatori di riconoscersi nei racconti e di instaurare un dialogo ideale con gli attori.
Ho trovato irresistibili i monologhi di Piccolo sulle feste di compleanno dei bambini – quando si è finalmente trovata la scusa perfetta per defilarsi, ecco arrivare la fatidica frase: «Ma non vi fermate per la torta?» e quello sull’incontro con il presidente Napolitano.
Esilarante Pif su un misterioso, quanto inutile, regalo di Natale, oltre alle fulminanti battute brevi: «Quando mi dicono: ti potevi vestire meglio. E io mi ero già vestito meglio…» (qui ho proprio riconosciuto Pif!) o «Come fanno le strisce del dentifricio Aquafresh a rimanere sempre separate, anche in bocca?» o ancora «Vi siete mai chiesti a che cosa serve il taschino sui pigiami? Qualcuno l’ha mai usato?»
Uno dei momenti più riusciti è stato il coinvolgimento diretto del pubblico nel finale, con Pif in mezzo alla platea, munito di microfono, per chiedere agli spettatori di condividere i loro “momenti trascurabili di felicità”.
L’immediatezza e la genuinità delle risposte hanno creato un’interazione spontanea e autentica, rafforzando la natura partecipativa dello spettacolo. Curiosamente, i primi tre a intervenire erano tutti di Palermo, città natale di Pif, un dettaglio che ha suscitato grande ilarità e sottolineato, ancora una volta, l’elemento di casualità che è al centro del progetto: «ma c’è in sala qualcuno di Trieste?», si è chiesto un divertito Pif.
Momenti di trascurabile (in)felicità si rivela un esperimento teatrale riuscito, che coniuga leggerezza e profondità attraverso una scrittura brillante e un’interpretazione complice e ben calibrata. La capacità dello spettacolo di far emergere il valore del quotidiano, con una comicità mai forzata e un ritmo sostenuto, conferma l’efficacia di questa trasposizione scenica dei testi di Piccolo, capace di conquistarci dal primo all’ultimo istante con piccole epifanie e momenti felici e no, in cui tutti ci ritroviamo.
Marina Tuni – instArt 2025 ©