Una splendida Lella Costa ha aperto la stagione dell’Ente Regionale Teatrale a Premariacco, nella sede del teatro di Orsaria. ‘Intelletto d’amore’ il titolo dello spettacolo scritto da Lella Costa e Gabriele Vacis che racconta le donne di Dante, dalle figure legate alla Commedia a quelle della sua vita privata. Nell’anno in cui si celebra il settecentesimo anniversario della morte del Poeta Lella Costa e Gabriele Vacis osservano le figure femminili dantesche offrendo un inedito punto di vista attraverso il quale interpretare il mondo del Sommo Poeta. Le donne non sono numerose nella Commedia, ma determinanti, ed è a loro che si rivolge Dante quando parla d’amore: le uniche possibili interlocutrici proprio perché depositarie dell’Intelletto d’amore’, come lui stesso scrive nella Vita Nova.
Lo spettacolo è una chiacchierata tra la ‘conduttrice’ e 4 personaggi che attraverso lei prendono vita e voce. La prima a prendere parola è la moglie del Sommo Gemma Donati, destinata all’oblio in favore della più osannata Beatrice di cui tutti si ricordano, ma di cui lei non riesce neppure ad essere gelosa, essendo morta giovane, 15 anni prima della stesura della Commedia. Gemma che, con il suo accento fiorentino, rivendica addirittura un ruolo da coprotagonista nella stesura della Commedia, lamenta la trascuratezza del marito che nelle sue opere canta l’amore per l’universo e tutte le sue creature umane, animali e vegetali, senza però mai citarla.
Dietro ad un leggio, illuminata da un fascio di luce verticale (con talvolta qualche lieve imperfezione di sincronia) Lella Costa tra un quadro e l’altro si riprende la scena e legge alcuni passi del Sommo, la voce resa ancor più solenne dall’effetto eco.
Ed ecco comparire Francesca Da Rimini eroina del quinto canto dell’Inferno, il più amato di tutta la Commedia. Si trova all’Inferno ma confessa, con un verace accento romagnolo, di non starci poi troppo male. Avvinghiata per l’eternità al suo Paolo, ammette che tutto sommato la sua non è una vera e propria punizione, che il vento che li sferza mitiga il calore delle fiamme e che essere insieme è un regalo piuttosto che un castigo. Dante non può fare altro che porre i due amanti tra i dannati, ma comprende bene il loro amore e la loro passione e li guarda con una certa benevolenza.
Benevolenza che non ha riservato però a Taide. L’unica che non prende autonomamente vita nello spettacolo ma che viene raccontata come il più grande errore giudiziario nella storia letteraria italiana. Che Dante pone nelle Malebolge del 18esimo canto, tra adulatori, ruffiani, inventori di notizie false e traditori. Ma la sua storia è un’altra: ha mentito sì, ma per dare la libertà alla giovane schiava che le era stata regalata da un pretendente. Una proto-femminista, la definisce Lella Costa, narrata in l’Eunuchus, commedia di Terenzio e qui riportata alla ribalta come per sdebitarsi del terribile destino che le è stato riservato dal Poeta.
E per finire lei, Beatrice, l’amore della vita sognata, il primo amore, quello che non si scorda. Dante l’ha vista per la prima volta a nove anni, agghindata in un vestito rosso per una festa e quell’attimo, quel primo sguardo è stato per lui il momento del passaggio dall’infanzia alla vita adulta di uomo innamorato. Fa tenerezza questa Beatrice, che pare quasi incredula della fortuna che le è capitata, preoccupata però di essere chiamata a mantenere per l’eternità un profilo altissimo. È una Beatrice che nel Paradiso scopre cinema e teatro, è amica di Elsa Morante e canta le canzoni di Giorgio Gaber.
Quattro figure femminili diverse tra di loro, narrate in modo profondo e lieve allo stesso tempo, ‘Intelletto d’Amore’ è uno spettacolo che scorre via tra momenti solenni e ironia, mescolando antico e moderno, terzine e Jovanotti. Sulla scena alcuni leggii vuoti, la cui utilità si palesa scoprendo che in alcune repliche accolgono un coro di giovani ragazze.
Lella Costa rivela di essersi innamorata della Commedia al liceo, grazie all’Insegnate, Quell’Insegnante, quello che tutti speriamo prima o poi di incontrare che riesce a fare uscire la materia scolastica dal grigiore per regalarle una vitalità inaspettata ed indimenticabile.
@ Laura Fedrigo per instArt