Cosa penserebbero del nostro tempo due figure femminili che gli aedi dell’antichità hanno tramandato per la loro sagacia, per la capacità di adattamento, per le soluzioni brillanti e capaci di fronteggiare condizioni avverse? Penelope con la sua tela paziente, Arianna con il suo filo strategico hanno dato prova non solo di resilienza, ma anche di un’intuizione proiettata a superare le tempeste della vita. Per questo pordenonelegge ha deciso di intervistarle: proprio il dialogo con il tempo antico è il presupposto dell’evento inaugurale della 22^ edizione della Festa del Libro con gli Autori, in programma dal 15 al 19 settembre per iniziativa di Fondazione Pordenonelegge. Mercoledì 15 settembre il taglio del nastro sarà per la prima volta esteso nello spazio, e coinvolgerà oltre a Pordenone le città di Trieste e Lignano. “Dal mare, dal tempo” titola il grande progetto di inaugurazione che prenderà il via alle 18.00 al Teatro Verdi di Pordenone, ma che simultanemente prenderà vita a Trieste, nel Salone di Eataly con immensa vetrata sul golfo del nord Adriatico, e a Lignano Sabbiadoro nella cornice della Terrazza Mare.
Dopo aver condiviso i saluti inaugurali, le tre sedi del Festival, in sincronia, accenderanno altrettanti colloqui che la ragione definisce “impossibili”, ma che la fantasia e la passione per la cultura antica renderanno non solo plausibili, ma addirittura “tangibili” e sorprendenti. Dal passato, dal mare, ritorneranno le voci affascinanti della lontananza, per ricordarci che il tempo è sempre da reinventare.
È questo, d’altra parte, il segreto di un programma cult di Rai Radio3, Tutta l’umanità ne parla, condotto settimanalmente da Edoardo Camurri e Pietro Del Soldà: gli antichi ci parlano, e grazie all’immaginazione possiamo credere di sentire davvero la loro voce e di percepire la loro umanità prendere corpo. Succederà mercoledì 15 settembre al Teatro Verdi di Pordenone, con una versione decisamente speciale del programma, con personaggi e ospiti che saranno a breve svelati, coordinati dal direttore artistico di pordenonelegge, Gian Mario Villalta. E accadrà a Trieste, dove la curatrice del festival, Valentina Gasparet, dialogherà con Penelope, la sposa che per vent’anni attese il più controverso eroe del mondo antico, cui darà volto e voce l’attrice Teresa Saponangelo, Nastro d’argento 2021 per la sua straordinaria interpretazione ne “Il buco in testa” di Antonio Capuano, attesa a breve alla Mostra del Cinema di Venezia dove sarà protagonista del nuovo film di Paolo Sorrentino “È stata la mano di Dio”. E intanto a Lignano il curatore di pordenonelegge Alberto Garlini converserà con Arianna, impegnata nel racconto della sua storia d’amore, morte e oblio, impersonata dall’attrice Iaia Forte, volto notissimo del grande schermo così come delle scene teatrali, a breve al festival di Venezia dove sarà nel cast dell’ultimo film di Mario Martone, “Qui rido io”.
«Non solo da un tempo remoto arriveranno le voci degli antichi – spiega Gian Mario Villalta – ma proprio dal mare, come avviene nelle Eroidi di Ovidio, spesso riproposto dalla letteratura moderna. E ci porteranno in dote un nuovo sguardo, idee e suggestioni per disegnare l’orizzonte del nostro tempo». Le musiche degli eventi saranno firmate da due sassofonisti: a Trieste Gabriele Barbetti, a Lignano Angelo Di Giorgio.
Info e dettagli per l’accesso all’inaugurazione sul sito pordenonelegge.it
Teresa Saponangelo, nata a Taranto, si laurea al Dams di Roma Tre. Esordisce nel 1989 con Da lu cunto de li cunti e prosegue la sua carriera teatrale recitando in numerosi spettacoli diretti da grandi registi come Binasco, Capuano, Martone, Servillo, ecc. Tra i suoi lavori più recenti: Sogno d’Autunno di Valerio Binasco – Teatro Stabile di Torino, Le Serve di Antonio Capuano – Teatro Sannazzaro Napoli e Tossine, testo di Tony Laudadio regia di Monica Nappo – Teatro Stabile di Napoli. Debutta al cinema nel 1995 con il film Il verificatore di Stefano Incerti e nello stesso anno è nel cast di Ferie d’Agosto di Paolo Virzì. Nel 1996 esordisce in radio con la Serata in onore di Vittorio Gassman, per il Progetto Ronconi – Teatro alla radio. Nel 1998 debutta anche in televisione con Un medico in famiglia, recitando in tante altre serie e film per la TV. Per il cinema, nel 1999, recita in Tutto l’amore che c’è di Sergio Rubini, cui seguono numerosi altri film tra cui La vita degli altri di Nicola De Rinaldo, Oktoberfest di Johannes Brunner, Te lo leggo negli occhi di Valia Santella per cui riceve la candidatura ai Nastri d’Argento come miglior attrice protagonista, Cosa voglio di più di Silvio Soldini, La pecora nera di Ascanio Celestini, Il paese delle spose infelici di Pippo Mezzapesa, La stoffa dei sogni di Gianfranco Cabiddu, Polvere di Napoli di Antonio Capuano, Il bene mio di Pippo Mezzapesa e Porselein di Jenneke Boeijink. È la protagonista de Il buco in testa per la regia di Antonio Capuano, presentato alla 38^ edizione del Torino Film Festival (2020), per il quale vince il Nastro d’Argento 2021 come “Miglior attrice protagonista”. Ulteriori premi ricevuti: il Sacher d’Oro 1998 come miglior attrice non protagonista per il film Polvere di Napoli di Capuano, il Premio Ubu nel 2000 per la sua interpretazione di Dorina ne Il Tartufo di Molière diretto da Servillo. Nel 2003 ha dato vita a Tournesol, un’associazione per mettere in scena i suoi progetti.
Iaia Forte ha mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo studiando danza e recitando in un gruppo di teatro sperimentale. Nel 1989, dopo essersi diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia, ha debuttato in teatro con “Add’a passà a nuttata” diretta da Leo De Bernardinis, mentre l’anno seguente ha esordito sul grande schermo con “Libera” di Pappi Corsicato e ha vinto il Nastro d’Argento come migliore attrice protagonista per “L’una e l’altra” di Maurizio Nichetti. Tra i vari film interpretati troviamo “I buchi neri” (1995), “I Vesuviani” (1997) e “Chimera” (2001) di Corsicato, “Piccoli orrori” (1994) e “Appassionate” (1999) di Tonino De Bernardi, “Rasoi” (1993, trasposizione cinematografica dell’omonima pièce teatrale, da lei interpretata anche sul palcoscenico) e “Teatro di guerra” (1998) di Mario Martone. In teatro oltre ad aver lavorato con lo stesso Martone, ha recitato Shakespeare e Cechov diretta da Carlo Cecchi.
Comunicato Stampa