“LE PAROLE NON SONO SACRE E IMMUTABILI: SMETTIAMO DI  ESSERE GRAMMANAZI E DIVENTIAMO GRAMMAMANTI, AMARE LA LINGUA SIGNIFICA LASCIARLA LIBERA DI CAMBIARE”. VERA GHENO, LA PIÙ SEGUITA PROTAGONISTA DEL DIBATTITO SOCIO-LINGUISTICO CONTEMPORANEO E DIVULGATRICE DI SPICCO, AUTRICE DEL PODCAST “AMARE PAROLE” GIOVEDÌ 30 GENNAIO A LATISANA ALLE 18 NEGLI SPAZI DELL’EX STAZIONE IPPICA INCONTRA IL PUBBLICO E PRESENTA IL SUO ULTIMO LIBRO “GRAMMAMANTI, IMMAGINARE FUTURI CON LE PAROLE” (EINAUDI 2024) ALLE 11 SU PALCO DEL TEATRO ODEON PER GLI STUDENTI CON IL MONOLOGO “GRAMMAMANTE” IL POTERE DELLE PAROLE, L’USO DEL LINGUAGGIO, LE SUE MANIPOLAZIONI IN PRIMO PIANO

“Le parole sono centrali nelle nostre vite e dischiudono infinite opportunità. Per questo dovremmo instaurare con loro una vera e propria relazione amorosa, sana, libera, matura. Perché le parole ci permettono di vivere meglio e ci danno la possibilità di cambiare il mondo”. Così afferma Vera Gheno sociolinguista, saggista, divulgatrice di spicco, voce autorevole sul potere trasformativo delle parole, seguitissima sui social (nel libro “L’antidoto” (Longanesi) del 2023 spiegava fra l’altro “come neutralizzare i veleni della rete”), autrice anche del podcast di successo “Amare Parole” che conduce su Il Post.

Gheno sarà a Latisana giovedì 30 gennaio, protagonista di un doppio incontro, organizzato dall’associazione culturale Thesis di Pordenone in collaborazione con il Comune di Latisana Alle 18, presenterà il suo ultimo libro “Grammamanti. Immaginare futuri con le parole” (Einaudi, 2024), negli spazi dell’ex stazione ippica, in dialogo con le docenti Francesca Meneghel e Monica Vadori.

In mattinata sarà invece nel teatro Odeon, alle 11, dove porterà il monologo “Grammamanti” a oltre 200 studenti delle scuole superiori nell’ambito del progetto “Uguali/diversi”. Rivolto in particolare ai giovani delle scuole superiori (che si propone di sensibilizzare ai valori della cittadinanza attiva, promuovendo una società capace di superare stereotipi e discriminazioni), oltre alle attività specifiche per le scuole, fra spettacoli, laboratori, incontri, il progetto, curato da Emanuela Furlan, esteso in questa edizione a tutto il Friuli Venezia Giulia, prevede anche alcuni appuntamenti aperti a tutti.

Vera Gheno è coinvolta nel percorso “Le parole contano”, che esplora il linguaggio come strumento di inclusione o discriminazione, “Chi può definirsi grammamante? Chi ama la lingua – spiega Gheno – in modo non violento, la studia e così comprende di doverla lasciare libera di mutare a seconda delle evoluzioni della società, cioè degli usi che le persone ne fanno ogni giorno parlando. Essere grammarnazi significa difendere la lingua chiudendosi dentro a una fortezza di certezze tanto monolitiche quanto quasi sempre esili; chi decide di abbracciare la filosofia grammamante, invece, non ha paura di abbandonare il linguapiattismo, ossia la convinzione che le parole che usiamo siano sacre, immobili e immutabili. Perché per fortuna, malgrado la volontà violenta di chi le vorrebbe sempre uguali – ancora Gheno – a loro stesse, le parole cambiano: alcune si modificano, altre muoiono, ma altre ancora, nel contempo, nascono. E tutto questo dipende da noi parlanti: non c’è nessuna Accademia che possa davvero prescrivere gli usi che possiamo farne; siamo noi a deciderlo e permettere il cambiamento. È tempo di smettere di essere grammarnazi e tornare ad amare la nostra lingua, apprezzandola per quello che davvero è: uno strumento potentissimo per conoscere sé stessi e costruire la società migliore che vorremmo”.

Vera Gheno, sociolinguista, ha collaborato per 20 anni con l’Accademia della Crusca e quattro con Zanichelli Dopo 18 anni da contrattista in vari atenei, da fine 2021 è ricercatrice a tempo determinato di tipo A all’Università di Firenze. Ad aprile 2024 è uscito “Grammamanti. Immaginare futuri con le parole”, per Einaudi, la sua sedicesima monografia. Conduce, per Il Post, il podcast “Amare Parole”, dove esplora i cambiamenti linguistici attraverso notizie, fatti e dichiarazioni di rilievo. Inevitabilmente ha giocato e gioca tuttora un ruolo cruciale nel dibattito linguistico contemporaneo.