Al via lunedì 7 maggio la seconda edizione della Settimana della composizione, in programma fino al 10 maggio al Conservatorio Tartini di Trieste, a cura del Dipartimento di nuovi linguaggi. L’iniziativa nasce per valorizzare la Scuola di Composizione del Conservatorio, di altissima tradizione, e al tempo stesso la tradizione compositiva di Trieste e le radici multiculturali della città, ponte fra culture anche oltreoceano. Tutti gli eventi saranno in Sala Tartini e saranno aperti come sempre alla città, maggiori informazioni sul sito Internet del Tartini www.conservatorio.trieste.it, telefono 040-6724911.

A fare da Cicerone in questa settimana, il docente Stefano Gervasoni del Conservatoire National Supèrieur de musique et de danse de Paris che spiega: «Il rapporto musica-testo. Musica vocale, suono-senso, integrazione del testo a un progetto musicale, “semantizzazione” della musica strumentale. La scelta di un poema destinato alla composizione musicale risponde a motivazioni insondabili. Tuttavia, mi sembra possibile identificare tre aspetti che concorrono alla definizione delle mie scelte: la qualità intrinseca del poema, il valore potenziale del suo possibile adattamento musicale e infine le sue specifiche caratteristiche sonore. Questi tre aspetti, fortemente intrecciati, costituiscono una rete da cui derivano le molteplici intenzioni del compositore; la consapevolezza del loro equilibrio, al momento della composizione, ha un forte impatto sulla forma finale del lavoro musicale. Cercherò di illustrare questo concetto basandomi sulla genesi di alcune delle mie opere vocali e di altre puramente strumentali nelle quali agisce una sorta di processo di vocalizzazione o di “semantizzazione” della musica».

Lunedì 7 maggio si inizia alle 10:30 con le prove aperte di Stefano Gervasoni e nel pomeriggio alle 16 la prima parte del corso “Stefano Gervasoni o della semantizzazione della musica strumentale”. Si prosegue poi con la
visita alle installazioni sonore allestite nello Studio di registrazione, a cura della Scuola di musica e nuove tecnologie.
la prima giornata si conclude alle 19 con il
Concerto “Passages”, a cura delle Scuole di Composizione e di Musica e Nuove Tecnologie: musiche di Stefano Gervasoni, Fabio Nieder, Filippo Perocco e Jean Claude Risset con con Stefano Cascioli Birgit Karoh Snezana Acimovic Alessandro Barile.

Martedì 8 maggio dalle 11:00 il primo Workshop di Stefano Gervasoni con giovani compositori e allievi del Conservatorio (il secondo alle 17) e alle 15:00 “Dem Doppelgänger in memoriam” con il
docente Fabio Nieder. Alle 19 Concerto “Silenzio – Visioni”: musiche e videocomposizioni degli allievi della Scuola di musica e nuove tecnologie e di Paolo Pachini e Roberto Doati

La giornata di mercoledì 9 maggio si apre alle 11:00 con la seconda parte del corso “Stefano Gervasoni o della semantizzazione della musica strumentale”. Alle 15:00-il terzo Workshop di Stefano Gervasoni con la partecipazione di Matej Bonin, Fabio Nieder e Uroš Rojko (Accademia di musica di Lubiana).

Ultimo appuntamento giovedì 10 maggio alle 11:00 con la terza parte del corso
”Stefano Gervasoni o della semantizzazione della musica strumentale”.

Stefano Gervasoni
La produzione di Stefano Gervasoni (nato a Bergamo nel 1962) è caratterizzata da un’espressione delicata e da un fragile lirismo, convogliate da un mondo sonoro ricco e raffinato. la trasparenza della sua scrittura è costantemente velata da processi appena percettibili che pervengono gradualmente ad alterare dall’interno l’immagine sonora iniziale. Egli fa ricorso a una grande tavolozza di elementi linguistici: strutture modali, accordi perfetti, oggetti sonori e bruitisti e una grande varietà di tecniche esecutive. Servendosi poi frequentemente della referenzialità, Stefano Gervasoni crea momenti iniziatori di associazioni e di reminiscenze che sfuggono alla logica della composizione e creano un effetto di distanziazione. Dalle allusioni al jazz in Godspell, 2002, a Girolamo Frescobaldi in Six lettres sur l’obscurité, 2005-06; dal fado in Com que voz (2008) agli innumerevoli riferimenti alla musica colta e extra-colta nell’opera Limbus-Limbo, 2012, fino alla creazione di un linguaggio trasfigurante ogni riferimento o fonte d’ispirazione avente come obiettivo l’espressione pura di situazioni cariche di tensione emotiva (ricordiamo a titolo di esempio il ciclo per ensemble vocale e strumentale Dir – in dir, 2004-11 e il concerto per violoncello et orchestre Heur, leurre, Lueur, 2013).

Stefano Gervasoni studia la composizione al Conservatorio Verdi di Milano con Luca Lombardi, Niccolò Castiglioni e Azio Corghi. I suoi incontri con Brian Ferneyhough, Peter Eotvos e Helmut Lachenmann, così pure con Gérard Grisey e Heinz Holliger furono determinanti nel suo percorso di formazione. Ha ricevuto commissioni delI’Ensemble Intercontemporain, dell’IRCAM, del festival Archipel di Ginevra, di Contrechamps, di Klangforum Wien, dell’Ensemble Modern, del Festival d’Automne à Paris, di Radio France, della WDR, della RAI, della SWR, della Münchener Kammerorchester, del Teatro alla Scala di Milano, della Suntory Hall di Tokyo, della Berliner Biennale…

Pensionnaire delIa Villa Medici a Roma (1995-96), borsista delIa Fondation des Treilles di Parigi (1994), del DAAD a Berlino (2006), compositore in residence al Domaine de Kerguéhennec per il triennio 2008- 2010, Stefano Gervasoni insegna la composizione al Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse di Parigi dal 2006. Il musicologo Philippe Albèra ha dedicato all’opera di Stefano Gervasoni un libro molto importante, dal titolo Stefano Gervasoni. Le parti pris des sons, pubblicato nel dicembre 2015 dalle Edizioni Contrechamps di Ginevra.

Apparso nell’ottobre 2016, secondo di una serie di tre CD monografici per l’etichetta tedesca Winter & Winter dopo un primo (2014) dedicato a un ciclo vocale (Dir – in dir) e prima di un terzo che presenterà la composizione per voce, ensemble e elettronica live intitolata Fado errático, il CD Le pré riunisce i tre quaderni di un ciclo per pianoforte e ha ricevuto il sostegno di MFA (Musique Française d’Aujourd’hui) e della Fondazione Francis et Mica Salabert.

Comunicato Stampa