La quinta stagione del Festival Udine Castello si è aperta stamani nel Salone del Parlamento con un’originale programma dell’ensemble Gruppo Fiati Musica Aperta (formato da Giovanni Perico al flauto e ottavino, Angelo Giussani e Giuseppe all’oboe e corno inglese, Savino Acquaviva e Roberto Begamelli al clarinetto, Ugo Gelmi e Roger Rota al fagotto, Valerio Maini ed Ezio Rovetta al corno e Giampaolo Fanchini al contraabbasso) il protagonista del concerto assieme al direttore Pieralberto Cattaneo, che ha proposto al pubblico udinese una serie di trascrizioni per questo particolare organico di celebri ouvertures d’opera, originariamente scritte per orchestra. Alcune di queste trascrizioni sono coeve agli originali, altre, le ultime tre in particolare, sono fatte dallo stesso Cattaneo, ricollegandosi così all’abitudine di fare musica nei salotti delle case della buona borghesia ottocentesca, il cosiddetto Musizieren, che richiedeva anche trascrizioni di brani celebri per gli organici più disparati che variavano dal pianoforte ai gruppi di archi e fiati. Tale abitudine poteva anche diventare una significativa fonte di reddito per i compositori che dovevano curare le trascrizioni. 

Il concerto si apre con la trascrizione dell’ouverture e delle arie “Giovinette che fate all’amore”, “Dalla sua Pace” e “Già la sua mensa è preparata” dal  Don Giovanni K 527 di Wolfgang Amadeus Mozart. Naturalmente all’inizio, complice anche qualche iniziale smagliatura nell’intonazione, suona strano, ma poi la bellezza della musica di Mozart prende il sopravvento, gli strumenti si scaldano e comincia il piacere dell’ascolto.  Così il pubblico viene progressivamente ammaliato da un‘esecuzione che si rivela essere di ottimo livello.

Incantamento che prosegue con l’Egmont, ouverture op. 84 di Ludwig van Beethoven. con l’introduzione all’atto primo del Der Freischütz di  Carl Maria von Weber, con il celebre coro nuziale del Lohengrin di Wagner, con parti dell’Aida di Verdi e finire con La morte del cigno, la Danza dei cigni e la Danza ungherese da il Lago dei cigni op.20 di Pëtr Il’ič Čajkovskij.

Ai prolungati applausi finali, gli ottimi esecutori rispondono con un bis in cui eseguono l’aria Là ci darem la mano dal don Giovanni di Mozart,

© Sergio Zolli per instArt