“Knives out-cena con delitto” sarebbe un film come tanti altri se non fosse che alla regia c’è Rian Johnson: dopo aver lavorato a “Star Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi”, Johnson torna ad una storia classica, lo fa però con il suo stile, ossia con un’ironia dissacrante e con un divertimento che fanno da base a tutta l’operazione.


Il giorno dopo del suo ottantacinquesimo compleanno, Harlan Thrombey, scrittore ed editore di libri gialli, viene trovato morto con la gola tagliata; la morte viene dichiarata come suicidio, tuttavia, qualcuno sospetta che nulla sia come sembra.
La cosa che balza subito agli occhi è la saturazione dell’immagine degli oggetti presenti sul piano scenico, questo a sottolineare un discorso sulla finzione, tema tra l’altro prettamente artistico e quindi cinematografico secondo una chiara matrice costruttivista e che quindi riguarda l’immagine che l’arte da di se. Questo concetto viene comunemente detto “autoreferenzialità”.

Tutto ciò, autorizza il film ad essere un po’ sopra le righe, oltre a dare il via libera a svariate citazioni inerenti alla cultura pop; il cast viene lasciato libero di sbizzarrirsi; l’interpretazione di Daniel Craig non è mai stata così comica.
In definitiva si può dire che Johnson prenda un genere ben definito e ne stravolga gli stilemi; in questo prosegue il percorso tracciato con Gli ultimi Jedi… e tutto torna perfettamente.

Il pubblico, stranamente per un giallo, viene scelto come osservatore onnisciente ma, con Johnson, si sa: l’importante è divertirsi.

Nicola Bertone © / instArt 2020