Arriva al Politeama Rossetti, solo sabato 18 e domenica 19 gennaio “kind of Miles” il nuovo spettacolo del grandissimo trombettista Paolo Fresu, l’ultimo della trilogia prodotta dal Teatro Stabile di Bolzano, dopo “Tempo di Chet” e “Tango Macondo”.
Lo spettacolo è ospite della stagione di Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e non è solo un modo per fare omaggio ad una leggenda che ha segnato la storia della musica del Novecento ma una vera e propria esigenza per il jazzista sardo: «È il racconto di una vita che voleva sempre andare avanti» ha infatti dichiarato «E io credo che in questa epoca storica, al di là dell’estetica, ci sia un bisogno impellente di vedere oltre le cose, soprattutto in un momento in cui le cose che vediamo non ci piacciono più di tanto. Forse la visione e dunque la poesia e il coraggio saranno l’unica possibilità per salvare questo pianeta».
Quanto vale un mito, dunque, ma soprattutto cosa lascia. È difficile oggi individuarne di nuovi. I miti attuali nascono e muoiono con la stessa velocità del mondo contemporaneo. Mitico è qualcuno che fa qualcosa di speciale, che esce da un ordinario universalmente riconosciuto. Miles Davis è un artista mitico per antonomasia. Un uomo capace di raccontare una storia recente che va aldilà del jazz e della musica e la cui personalità marcata appare prepotentemente non solo attraverso la sua tromba ma anche nel viso scavato degli ultimi anni, negli occhi profondi che inchiodano lo sguardo e nelle mani rugose che hanno toccato il cuore. A noi del presente ha lasciato non solo un’icona, ma un soffio che è carezza e graffio.
“kind of Miles” di Paolo Fresu è un’opera musicale e teatrale che evoca l’universo creativo e visionario dell’immenso musicista scomparso nel 1991. L’intento è quello di ricostruire la sua vita e la musica attraverso la voce narrante di un unico autore/attore e attraverso il suo universo sonoro e le sue relazioni artistiche ed umane.
La formazione musicale è composta da diverse personalità e diversi strumenti, acustici ed elettrici, che hanno sottolineato il suo percorso discografico e live sotto il profilo del suono e della ricerca. Il racconto narrato da Fresu è quello di uno dei personaggi più eccentrici ed influenti della storia recente. Una scrittura intima puntellata da momenti personali di vita vissuta (soprattutto l’apprendistato del jazz a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta), la comparazione con l’alter ego Chet Baker e da storie tratte dalla fiorente letteratura su Davis.
«Mi sembrava giusto chiudere questa trilogia teatrale con Miles perché Chet e Miles sono stati i miei musicisti di riferimento – racconta Paolo Fresu – non degli idoli ma soprattutto dei musicisti che ho molto ascoltato, che ho molto amato, ai quali mi sono sentito molto vicino, non solo per le loro storie personali ma soprattutto per quelle creative (…) Io penso che il Miles da far conoscere, seppur partendo dalle origini, debba essere ciò che lui ha lasciato alla fine del suo percorso e Miles ha lasciato un bisogno che è quello di continuare».
Alcuni dei visual che compongono la scenografia dello spettacolo sono elaborati dal vivo sulla base degli impulsi registrati da alcuni sensori indossati da Paolo Fresu. Questi sono frutto della ricerca e dello sviluppo della Libera Università di Bolzano e sono parte attiva dello spettacolo.
Lo spettacolo va in scena sabato 18 gennaio alle 19.30 e domenica 19 gennaio alle 16 alla Sala Assicurzioni Generali del Politeama Rossetti.
Biglietti sono ancora disponibili presso i punti vendita e nei circuiti consueti del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: www.ilrossetti.vivaticket.it
Informazioni sono disponibili sul sito www.ilrossetti.it e al tel 040.3593511.
L’ufficio stampa
KIND OF MILES
di e con Paolo Fresu, tromba, flicorno e multi-effetti
e con Bebo Ferra, chitarra elettrica
Dino Rubino, pianoforte e Fender Rhodes Electric Piano
Marco Bardoscia contrabbasso
Stefano Bagnoli, batteria
Filippo Vignato, trombone, multi-effetti elettronici, keyboard
Federico Malaman, basso elettrico
Christian Meyer, batteria
regia Andrea Bernard
video Marco Usuelli
produzione Teatro Stabile di Bolzano
Comunicato Stampa