Ottimo afflusso di pubblico ieri sera al Palamostre per il settimo appuntamento della novantaseiesima stagione (!) degli Amici della Musica, realizzato, per l’occasione con la collaborazione dell’ERT. Protagonisti dell’atteso evento, i giovani strumentisti del Quartetto Furiant (Stefano Mesaglio e Vlad Popescu ai violini, Mladen Somborac alla viola e Nika Svarc al violoncello) e l’inossidabile clarinettista Karl Leister.

Dopo le presentazioni della Presidentessa Luisa Sello, i saluti dell’Assessore alla Cultura del Comune di Udine Federico Pirone e quelli del Diretore dell’ERT FVG Renato Manzoni, la musica inizia con l’esecuzione del Quartetto dorico P144, un’opera del 1924, lo stesso anno in cui diresse proprio a Udine per gli Amici della Musica uno storico concerto, di Ottorino Respighi. Composizione ispirata all’antica modalità greca, e strutturata in un unico, ma composito, movimento si apre con una serie di lunghi accordi che mettono alla prova il suono del giovane quartetto, che dimostra una particolare maturità in tal senso. Anche il fraseggio di questa impervia pagina è scorrevole, anche se a volte si hanno dei lievi rallentamenti dovuti più che altro al giovanile impulso di voler sottolineare a tutti i costi l’espressività della scrittura del compositore romano. L’esecuzione appare comunque di buon livello e molto gradita al pubblico che ne saluta la conclusione con sonori applausi.

Il primo tempo della serata si chiude con Herbstlied di Pëtr Il’ich Čajkovsky, nella trascrizione per clarinetto e quartetto d‘archi di Toru Takemitsu. L’ingresso del claudicante Karl Leister (suona con alcune costole rotte in seguito ad un incidente domestico) fa acquisire a gruppo maggiore sicurezza e incisività e bisogna dire che l’esecuzione del pur breve Herbstlied (canto d’autunno) rende pienamente la malinconia di cui è intessuta la scrittura di Čaikovsky.

La seconda parte del concerto vede l’esecuzione del pezzo clou della serata: il Quintetto KV 581 in la maggiore per clarinetto e quartetto d’archi di Wolfgang Amadeus Mozart.

L’avvio dell’Allegro è preso alla giusta velocità, il fraseggio è, nonostante qualche rallentamento espressivo, scorrevole e piacevole all’ascolto, il suono di Leister ottimamente calibrato, supportato da una tecnica assolutamente priva di smagliature. Situato al centro della formazione, il vecchio leone del clarinetto governa con autorevolezza l’esecuzione di questo capolavoro, trascinando con tutto il carisma dei suoi splendidi 81 anni i suoi giovani colleghi poco più che ventenni. Il Larghetto è di estrema delicatezza e leggerezza, caratteristica, quest’ultima, che si ritrova nel successivo Minuetto, così leggero e aggraziato, mentre la trasparenza è la cifra dell’Andante con variazioni, in cui l’interlocuzione fra il clarinetto e il quartetto raggiunge altissimi livelli di giocosa piacevolezza. Tutto ciò grazie al grande suono di Leister e all’ottimo supporto dei quattro giovani quartettisti che si dimostrano sicuramente all’altezza del loro anziano collega.

L’intensità degli applausi sottolinea la bontà dell’esecuzione e il suo gradimento da parte del pubblico degli amici. Naturalmente i cinque non possono, visto il successo, esimersi dall’eseguire un bis, nel quale ri-eseguono il Minuetto del Quintetto testè suonato.

Sergio Zolli © instArt

Foto Alice BL Durigatto © Phocus Agency