Per Folkest 2018 un appuntamento con la storia della musica. Joan Baez, 77 anni solo all’anagrafe, si presenta sul palco del Castello di Udine con la sua chitarra, l’aria giovanile e la sua splendida voce intonando una cover del suo ex Bob Dylan, Don’t Think Twice. Inizia così il concerto del suo Fare Thee Well Tour. Il cantautorato mondiale, quello con una chitarra e una voce sul palco di Woodstock, coinvolge in un istante il numeroso pubblico che pende estasiato dai testi e dagli accordi delle sue due chitarre perfettamente accordate. Ad ogni brano compare una giovane che corre sul palco per il cambio chitarra alla Baez. Una forsennata attività fisica che la impegnerà per tutta la durata del concerto. Sul palco con Lei, suo figlio Gabriel Harris alle percussioni e l’eccezionale poli-strumentista Dirk Powell. Si affianca a Lei, a detta sua, per completare la sua estensione vocale non più come quella di una volta, una giovane cantante con una voce splendida Grace Stumberg. Oltre a presentare alcuni brani del suo nuovo album, la Baez canta le cover di diversi artisti tra i quali anche un paio di Gianni Morandi dove il pubblico partecipa più attivamente cantando ogni singola parola. Su tutte spiccano anche Gracias a la vida, Farewell, Angelina e Joe Hill. È un concerto di un ora e mezza, molto soft, le armonie tipiche degli anni ’60 riportano la mente a quegli anni forse meno tecnologici, più fantasiosi, di boom economico e di profonde riflessioni sociali meno legate alle statistiche e più all’anima. Nei bis spunta una Imagine di John Lennon che non lascia scampo. Le parole di quella canzone unite alla sua bellissima voce coronano un successo annunciato per il concerto che chiude la carriera live della Baez. Lo fa a Folkest 2018 una rassegna che ogni anno dedica il suo programma alla grande musica folk mondiale e nazionale. Si potrebbe dire che questo saluto della Baez a Udine ha il sapore di un tempo che ha segnato un paio di generazioni e che si sta affievolendo lasciando spazio a nuove frontiere, nuovi canti di protesta, nuove filosofie di vita che poco hanno a che fare con l’amore universale e la tolleranza della libertà di pensiero. Grazie a Joan Baez che non ha consentito di fare foto fino a quando non ha cominciato a farle lei col suo cellulare, chiedendo, più o meno gentilmente, ad un partecipante di smetterla di fotografarla con il flash! Chiedo scusa alla Baez ma non ho potuto fare a meno di riprenderla per la mia attività, ma era a scopo giornalistico. Peace and Love e buon fine tour Joan Baez.
Per gli appassionati delle scalette, eccola: Don’t Think Twice, It’s All Right / There but for Fortune / Farewell, Angelina / Whistle Down the Wind / Silver Blade / It’s All Over Now, Baby Blue / Deportee (Plane Wreck at Los Gatos) / Diamonds & Rust / Me and Bobby McGee / Forever Young / Another World / Un mondo d’amoreA Hard Rain’s A-Gonna Fall / The President Sang Amazing Grace / Joe Hill / The House of the Rising Sun / Darling Corey / Gracias a la vida / Here’s to You / Imagine / C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones.
© Massimo Cum per instArt