Più che uno spettacolo è parso un esperimento. Beppe Grillo, visto al teatro Nuovo Giovanni da Udine lo scorso 23 marzo, se da una parte ha confermato in toto le sue doti di comico di razza dall’altra ha evidenziato un misto di sfiducia e imbarazzo davanti a una platea di irriducibili fans, disposti a dimenticare le disavventure politiche (personali) e le imbarazzanti vicende di cronaca (familiari) degli ultimi anni.
Non grida più e non percorre i consueti chilometri tra palco e platea. Non ha smarrito la verve né il sarcasmo dei tempi d’oro, eppure gli manca quella carica energetica con cui conquistava gli spettatori prima dal piccolo schermo poi sui palcoscenici di teatri e palazzetti dello sport stipati all’inverosimile.
Cerca conferme dal pubblico che approccia con palese rispetto e un po’ di soggezione, evidentemente assolutamente consapevole che la scelta di entrare nell’adone della politica nazionale ha ridotto sensibilmente la schiera degli affezionati, quelli che avrebbero preferito rimanesse il comico ironico, divertente e profondamente informato degli esordi.

Anche nella data udinese Grillo ha chiesto agli spettatori di scrivere su dei bigliettini distribuiti dalle maschere del teatro e raccolti in un cestino, curiosità e domande cui avrebbe dato risposta. Giusto per capire l’aria che tirava in sala e per scrollarsi di dosso i numerosi attacchi subiti negli anni più recenti dalla stampa nazionale e, soprattutto, dai tanti animali da tastiera sui social più popolari. Una carrellata di accuse pesanti che di fatto hanno ispirato il titolo dello show “io sono il peggiore”.
Risorgere dalle proprie ceneri è una prerogativa delle personalità forti, capaci di trovare nuove risorse e importanti occasioni anche nei momenti più difficili. Grillo lo ha fatto dopo la cacciata dalla tv con la storica battuta sui socialisti (che suscitò l’ira di Craxi e la cesura della Rai) quando la sua carriera stava per essere stroncata. S’inventò nelle vesti di one-man-show in un confronto franco e tagliente con la gente che accorreva ai suoi spettacoli per ridere ma anche per capire quello che stava vivendo: la politica, l’economia, la scienza, le invenzioni e persino le truffe. Incredibile tutt’ora pensare che fu proprio lui, un comico, ad anticipare il caso Parmalat. Ci scherza su ancora oggi. “Mi chiedono ancora – confessa alla platea del Nuovo – come ho fatto. Semplice: sono un ragioniere, ho letto il bilancio!”.
La verità è che Grillo aveva deciso che oltre a far divertire, il suo compito era quello d’informare e aumentare la consapevolezza nel proprio stare al mondo delle migliaia di appassionati che riempivano piazze e palazzetti. Comico e difensore civico insomma. Per riuscirci Beppe studiava moltissimo, confrontandosi con personalità internazionali del mondo della cultura, della scienza, della politica. Nel 2005 creò un suo blog e l’8 settembre di due anni dopo lanciava a Bologna il primo “Vaffa-Day”. La crescita del consenso popolare lo portò a fondare, a Milano il 4 ottobre 2009, il Movimento 5 Stelle, insieme all’imprenditore del web Gianroberto Casaleggio, un vero e proprio partito politico al quale oggi, dopo gli entusiasmi iniziali e gli imbarazzi degli ultimi anni, Grillo ha preferito il mondo dello spettacolo.
Uno spettacolo che evita attacchi personali all’attuale situazione politica italiana (solo un paio di spiritosi riferimenti), guarda al mondo (la potenza cinese), al futuro (l’intelligenza artificiale, lo scetticismo nei confronti della globalizzazione dei mercati e nel potere della tecnologia) scivolando infine in una strana idea di religione dell’Altrove. Una “trovata” che fa sorridere ma che non convince neppure i suoi fans più fedeli, troppo enigmatica e fumosa.
Alla fine di una cavalcata durata 90 minuti e un bis non troppo convinto, gli applausi non sono mancati, meno entusiasti e intensi di quelli cui il comico genovese ci aveva abituato.
Cala il sipario e Grillo si concede il tempo per qualche foto, qualche autografo, un caloroso saluto a una rappresentanza dei 5 Stelle friulani presenti in platea e a Ivano Marchiol candidato sindaco della città Udine.

Rita Bragagnolo – instArt 2023 ©