Debutta il 23 novembre “La lingua virale” tratto dall’omonimo racconto lungo di Diego Marani da Silvia Mercuriali e interpretato da una talentuosa compagnia d’attori. Lo spettacolo recitato in “europanto” – la lingua artificiale creata da Marani dalla fusione di tutti gli idiomi europei – è molto legato ai principi di GO!2025, all’utopia di confini che siano luoghi di scambio e non di chiusura. Ogni replica sarà diversa e coinvolgente grazie al metodo dell’ “autoteatro” inventato da Silvia Mercuriali”.

Per temi, idealità e modalità di creazione, “La lingua virale” – nuova produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con il sostegno della Regione FVG, in scena alla Sala Bartoli dal 23 al 25 novembre – è strettamente legato ai principi di GO!2025, all’utopia di confini che siano luoghi di scambio, evoluzione e non di chiusura e immobilità. Alla base dell’allestimento il testo composto da Diego Marani quale vincitore del Premio Letterario Friuli Venezia Giulia “Il racconto dei luoghi e del tempo” 2024, promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia con Fondazione Pordenonelegge.

«C’è soddisfazione da parte della Regione per il premio attribuito a Diego Marani, perché l’opera è perfettamente coerente con la visione in ambito culturale di questa Amministrazione, improntata al superamento della concezione di confine inteso come divisione, il quale invece diventa opportunità di dialogo e di confronto» aveva dichiarato il vicepresidente della Regione con delega alla Cultura, Mario Anzil, annunciando annunciando la consegna – avvenuta a Pordenonelegge – del “Premio letterario Friuli Venezia Giulia. Il racconto dei luoghi e del tempo” allo scrittore Diego Marani.

Attorno al suo testo “La lingua virale” il direttore del Teatro Stabile ha scelto di costruire un laboratorio per giovani attori, affidandolo a Silvia Mercuriali, artista internazionale che vive a Londra e ha lavorato in tutto il mondo, dalla Brisbane Powerhouse (Australia), al Museo d’arte di Kochi (Giappone), all’Heritage Fund (Stati Uniti), oltre alle molte commissioni nel Regno Unito.

La particolarità del testo è di essere scritto in Europanto, un idioma costituito da un insieme di tutte le lingue europee che Diego Marani ha ideato come provocazione contro l’integralismo di chi predica la “purezza” delle lingue: Marani invita invece a vedere le lingue come strumenti identitari che sono in continuo mutamento e soggette a contaminazioni, senza confini netti e invalicabili.

E questa dimensione è stata respirata con grande intensità dalla regista e dall’intero gruppo di attori, Emiliano Albor Boscato, Federica Lea Cavallaro, Marta Cellamare, Alessandro Colombo, Claudio Gattuli, Carlotta Grimaldi, Irene Lay, Guido Sciarroni, Silvia Viviani, Giorgio Zobel

Dopo l’esperienza laboratoriale, adesso sono pronti a portare in scena “La lingua virale”. Uno spettacolo del tutto particolare perché segue il metodo – creato da Silvia Mercuriali – dell’autoteatro.

«L’autoteatro è una strategia di messa in scena teatrale che pone lo spettatore al centro della narrazione» spiega infatti la regista. «Seguendo una serie di istruzioni precise lo spettatore diventa attore e scopre il suo ruolo all’interno della storia semplicemente lasciandosi guidare. Ho sviluppato questa strategia nel 2007 spinta dal desiderio di mettere in scena un’umanità vera, senza la maschera dell’attore. Lasciando la responsabilità del proprio agire completamente alle istruzioni, lo spettatore è immerso nell’azione e libero di potersi svelare, mostrandoci le proprie peculiarità e, perché no, le proprie insicurezze, creando cosi degli spettacoli completamente unici ad ogni iterazione».

Anche con la visione dell’autore, Diego Marani, Silvia Mercuriali si è sentita subito in sintonia: «Da bilingue e amante delle lingue straniere, mi sono subito appassionata al tema. Trovo che ci sia una naturale connessione tra questa lingua ‘spontanea’ che senza essere mai studiata può essere parlata da tutti, e l’idea dell’autoteatro, dove lo spettatore può diventare ‘attore in una storia che non conosce, senza dover imparare le proprie battute. Da una parte un’apparente mancanza di regole grammaticali e dall’altra l’apparente assenza di regole teatrali. Un’altra cosa che per me è molto importante è poi questa idea della commistione di linguaggi, di culture, questa completa apertura all’altro… La possibilità di lasciarsi influenzare, lasciarsi infettare dagli altri, da un diverso modo di vedere, di parlare, di comportarsi, perché più noi ci apriamo a metodi, modi, lingue e occhi diversi, più il mondo diventa vario e interessante e sempre sorprendente».

Lo spettacolo va in scena alla Sala Bartoli dal 23 al 25 novembre. Biglietti e abbonamenti sono ancora disponibili presso i punti vendita e nei circuiti consueti del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: www.ilrossetti.vivaticket.it

Informazioni sono disponibili sul sito www.ilrossetti.it e al tel 040.3593511.

LA LINGUA VIRALE
tratto da “La lingua virale” di  Diego Marani
adattamento e regia Silvia Mercuriali
con Emiliano Albor Boscato, Federica Lea Cavallaro, Marta Cellamare, Alessandro Colombo, Claudio Gattuli, Carlotta Grimaldi, Irene Lay, Guido Sciarroni, Silvia Viviani, Giorgio Zobel
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia per GO!2025

comunicato stampa