Il Principe Igor’, l’unica opera di Aleksandr Porfir’evic Borodin
in scena a Trieste dopo trentasei anni
La collaborazione con l’Odessa National Academic Theater of Opera and Ballet
valorizza il ruolo storico del Teatro Verdi e di Trieste quale ponte culturale verso l’Europa orientale
Il Principe Igor’, l’unica opera di Aleksandr Porfir’evic Borodin – incompiuta alla morte improvvisa dell’autore e poi completata e rivista da Nikolaj Rimskij-Korsakov e Aleksandr Glazunov – andrà in scena dopo trentasei anni sul palcoscenico del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste dall’8 al 16 febbraio: una produzione dell’Odessa National Academic Theater of Opera and Ballet dell’anno 2011, che prevede una versione in due atti e cinque scene: la prima scena del primo atto è il prologo, la seconda scena del secondo atto è il quarto atto, mentre il terzo atto, non di pugno di Borodin, non sarà rappresentato.
L’Orchestra e il Coro della Fondazione, insieme al Coro e al Corpo di Ballo del teatro ucraino, saranno diretti dal Maestro Concertatore e Direttore Igor Chernetski, Direttore del Balletto Yury Vasyuchenko, Maestro del Coro Francesca Tosi. La regia è firmata da Stanislav Gaudasinsky, le scene sono di Tatiana Astafieva, le luci di Vyacheslav Usherenko.
“Per la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste – afferma il Direttore artistico, Paolo Rodda – “riportare a Trieste dopo trentasei anni il Principe Igor’ è motivo di grande soddisfazione, anche perché si tratta di uno spettacolo molto impegnativo, che prevede in scena il balletto e un coro imponente. La Fondazione è impegnata in diversi e importanti progetti d’internazionalizzazione: la collaborazione con il prestigioso teatro di Odessa valorizza il ruolo storico del Teatro Verdi e di Trieste quale ponte culturale verso l’Europa orientale”.
Il Principe Igor’ narra la campagna fallita del principe Igor Svjatoslavic di Novgorod-Severskij nell’antica Rus di Kiev contro gli invasori Poloviciani nel 1185. Ispirata al poema epico Canto della schiera di Igor, è un’opera altamente coreografica, che raggiunge il massimo della spettacolarità alla fine del secondo atto, quando viene eseguito il pezzo più noto in assoluto, riproposto spesso anche in concerto: le Danze polovesiane.
Odessa National Academic Theater of Opera and Ballet
Il Teatro di Odessa vanta una lunga storia, che risale al 1810, anno in cui iniziò a proporre rappresentazioni di compagnie russe con un repertorio di tragedie, vaudeville e opere comiche. Ben presto però l’Opera italiana si affermò anche a Odessa e il teatro vide rappresentare lavori di Rossini, Bellini, Cimarosa, Donizetti, Verdi e così via…
Tanto che Alexander Pushkin disse che l’Opera italiana a Odessa ha “restaurato la sua anima”.
Dopo un incendio che lo distrusse completamente nel 1873, il teatro tornò a lavorare dopo la ricostruzione, nel 1887, e da allora regala produzioni importanti e di altissimo livello.
Maestro Concertatore e Direttore Igor Chernetski
Dopo gli studi al Ternopil Music College (l’attuale Accademia Nazionale di Musica di Odessa) nella classe del Professor David Sipitiner, nel 1993-94 si perfeziona alla Hochschule für Musik di Friburgo, nella classe di direzione sinfonica e d’opera di Peter Baberkoff. Nel 1995 ricopre l’incarico di Direttore dell’Odessa Academic Ukrainian Musical and Drama Theater “Vasyl Vasilko” e tra il 1996 e il 1998 dell’Odessa Academic Theater of Musical Comedy “Mikhail Vodyan”.
Dal 1997 è Professore Associato del Dipartimento d’Opera dell’Odessa National Music Academy “Antonina Nezhdanova”. Nel corso della sua carriera ha diretto soprattutto in Ucraina molte orchestre da camera e sinfoniche; si è esibito anche in un ampio repertorio di
titoli d’opera e balletto, oltre che di concerti sinfonici. Ha diretto in Grecia, Germania, Spagna, Belgio, Finlandia e Olanda. Tra i Festival e manifestazioni cui ha partecipato: il Golden Crown (2002), Two Days and Two Nights of New Music (2004 e 2005), Mellow Season in the Odessa Opera (2018), Christmas Festival (2017 e 2018) e il Festival per il 200° anniversario della nascita di Marius Petipa (2018).
comunicato stampa