Non un’annata facile per il premio Sergio Amidei che già in versione ridotta a causa delle restrizioni legate al Covid ha dovuto affrontare anche il tragico fatto di cronaca avvenuto nel Parco Coronini Cronberg e di cui tanto si è già scritto.
Il premio, consegnato in forma privata, incorona vincitrice nel 2020 la sceneggiatura del film Lontano Lontano scritta da Marco Pettenello e Gianni Di Gregorio.
“Il 39° Premio Internazionale alla migliore Sceneggiatura 2020 viene assegnato a un film d’autore indipendente particolarmente penalizzato dalla situazione attuale, ma l’idea fondante di questa edizione è di premiare in modo simbolico tutto il cinema indipendente d’autore che sta vivendo momenti drammatici. L’autore che ritirerà il Premio alla miglior sceneggiatura rappresenterà quindi tutta la categoria degli autori cinematografici” . Motivazione meritoria, forse un po’ svilente per i vincitori, ma che sceglie di spostare l’attenzione verso quel mare agitato in cui sta navigando il settore dello spettacolo.
Lontano Lontano è la quarta pellicola di Gianni Di Gregorio che, dopo una buona carriera come sceneggiatore, solo intorno ai 60 anni si è dedicato, con successo, alla regia, vincendo, nel 2008, con Pranzo di Ferragosto il Leone d’oro a Venezia per l’opera prima.
Con Lontano Lontano Di Gregorio sembra riannodare il discorso delle sue opere precedenti. Continua infatti a narrarci le vicende di un pensionato, Giannino (lo stesso Di Gregorio), che con un amico di vecchia data (Giorgio Colangeli) ed uno nuovo di zecca (Ennio Fantastichini) decide di trasferirsi altrove, all’estero, per poter godere della sua pensione ormai ridotta in Italia ad uno scarso potere di acquisto.
Diviso in capitoli che coprono i giorni di una settimana il film ci racconta le indagini (godibilissimo il cameo di Roberto Herlitzka), i corsi di portoghese, gli adempimenti burocratici, i timori, le speranze e soprattutto i pranzi e le cene dei tre. Man mano uscendo dai loro “personaggi” (il professore, lo sfaccendato, l’artista) per svelare quelle incongruenze caratteriali che li renderanno più reali.
Il perno su cui ruota il film è l’affiatamento fra i protagonisti. Ed è su questa alchimia, amplificata da una efficace, se non originalissima, colonna sonora di Stefano Ratchev e Mattia Carratello e da inquadrature d’insieme colorate e secche, che si basa la sicura riuscita emotiva della pellicola.
Lontano Lontano è un buon piccolo film. Un film da vedere senza dubbio. Non ha la forza de “I miserabili” o la poesia di “Ritratto di una giovane in fiamme” per citare due delle pellicole in concorso all’Amidei, ma lascia un piacevole retrogusto. E’ un film buono. Un film gentile, umano. Pervaso, non può e non vuole nascondercelo, da una leggerezza che in parte sconfina nella rassegnazione; ma in parte è rappresentazione esteriore di quel senso di giustizia e di solidarietà tipico di chi invecchiando matura una percezione più acuta del valore reale delle cose. Un film non comune insomma, sintonizzato con il presente. E’ un film però, occore dirlo, che un po’ lo spettatore lo tradisce, trascinandolo, a velocità eccessivamente sostenuta, verso un finale piacevole quanto prevedibile che scopre troppo il meccanismo di costruzione e ci consegna la morale della favola. Lo stesso affrettarsi, infondo (attenzione allo spoiler), che accompagna, sempre, la decisione di mettere sulla locandina l’inquadratura finale del film.
Katia Bonaventura per instArt