IL FANTASMA DEI BOSCHI
Le inevitabili connessioni

(Umberto Sarcinelli)

Nel pianeta Terra ogni essere vivente è interconnesso agli altri. L’esistenza e i comportamenti di una specie influiscono su quella delle altre. E non solo le specie biologiche. Ogni variazione dei movimenti dell’atmosfera, della massa d’acqua degli oceani, dell’energia solare, dell’attività endogena del pianeta ha ripercussioni sulla vita. Nessun essere è inutile, paradossalmente anche l’uomo, l’unico che ha la capacità di stravolgere, cambiare e distruggere l’ambiente in cui tutti viviamo, senza che ci siano contrappesi decisivi. 

Un discorso generale per parlare di una specie vivente, di un essere che si colloca tra i macro, visibile facilmente con i sensi umani anche se elusivo e sfuggente: il gatto selvatico. Non sono molte le persone che possono vantarsi di aver avuto la fortuna di ammirare questo felino e forse sono molte meno quelle che si può ipotizzare che ne conoscano l’esistenza. Il gatto selvatico è un animale straordinario, ma paga duramente l’omonimia con quello domestico che lo sovrasta non solo come numero di individui ma soprattutto come conoscenza della sua etologia e biologia.

Il gatto selvatico è parafrasato nel fantasma della foresta che pochissimi riescono a incontrare. Un invisibile, un segno di predazione, un vocalizzo lontano, ma una presenza che molte volte è insospettabilmente vicina alle nostre abitazioni. 

© Foto Lucio Tolar

I suoi occhi incantano e spaventano e di notte brillano di una luce aliena quando vengono illuminati da una luce diretta. Le sue armi, unghie e denti, sono nascosti e camuffati fino al momento in cui le usa per difendersi o aggredire. Un musetto che ispira empatia mostra denti ferini, una zampa che sembra un morbido cuscinetto si tramuta in artiglio micidiale, il corpo flessuoso invita alla carezza, ma diventa una molla che moltiplica potenza quando attacca. Vocalizza come un lamento profondo dell’anima quando prova piacere, emette ululati quasi di dolore umano quando vuole riprodursi.

Il suo fascino è nella solitudine, non è un animale sociale, non rispetta gerarchie, caccia da solo, soprattutto all’agguato e per questo ha sviluppato le doti di silenziosità, mimetismo, scatto, rapidità di riflessi e reazioni; per sopravvivere deve contare solo su sé stesso. Per questo il suo habitat d’elezione è la foresta e la macchia boschiva, dove trova il terreno ideale per le sue caratteristiche. Notturno, elusivo, mimetico, silenzioso, rapido e efficace in attacchi e agguati fulminei il gatto selvatico non ha goduto e non gode tutt’ora di buona fama. Questo libro è quindi un piccolo capoverso nell’enciclopedia della Terra, ma rivaluta il gatto selvatico nella sua essenza e consentirà a tutti di capirne la biologia e soprattutto di considerare irrinunciabile la sua conservazione, anche se è considerato un fantasma notturno, creatura delle tenebre e dei demoni.

Edito da Tiglio Edizioni

Comunicato stampa