Ambientazione decisamente dark, con prevalenza di colori scuri, e all’insegna del minimalismo per il Rigoletto di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave dal dramma “Le Roi s’amusa” di Victor Hugo, che ieri sera è andato in scena al Teatro Nuovo Giovanni da Udine davanti al pubblico delle grandi occasioni. Questo allestimento si contraddistingue, infatti, per un evidente minimalismo che al primo atto ci porta ad avere, nella prima scena, l’assenza quasi totale di arredi, mentre nella seconda (la casa di Rigoletto) c’è solo una grande gabbia tipo voliera che occupa gran parte del palcoscenico, l secondo atto ha solo una sere di sedie rovesciate ed il terzo due alberi , un tavolo, due panche e una passerella. Il tutto con colori scurissimi che sottolineano l’atmosfera cupa in cui si compie il destino del buffone del Duca di Mantova. Atmosfera cupa, evidenziata anche dai costumi seicenteschi, tutti neri e con gorgiere in tinta. Anche le cortigiane sono in tinta funebre, ma i lunghi vestiti sono provvisti di generosissimi spacchi e ad una delle coriste addirittura scappa il seno dallo stretto corsetto. Corte decadente? Probabilmente sì.
Protagonisti dell’evento sono L’Orchestra Filarmonica Italiana e il Coro Lirico di Modena diretti da David Crescenzi, un gruppo di provata esperienza che coadiuva efficacemente il coro e la compagnia di canto, che è di ottimo livello soprattutto nelle parti principali. Abbiamo, infatti, un Duca di Mantova schifosamente cinico, come si conviene, impersonato da Oreste Cosimo tenore di grande agilità vocale, buona estensione, e bel colore; c’è poi il protagonista assoluto, David Cecconi che sembra nato per quella parte, sia come presenza scenica che come vocalità Rigoletto, con il baritono. Splendido. La sua ingenua figliola, Gilda, è interpretata dal soprano Daniela Cappiello, voce di grande qualità sorretta da grande musicalità. Fra i comprimari possiamo ammirare un trucissimo Sparafucile, il basso georgiano Ramaz Chikviladze dotato di imponente presenza scenica e di una voce importante, e la sua seducente sorella, Maddalena, il mezzosoprano Antonella Colaianni, seducente- anche per il timbro della sua voce- e maliziosa quanto basta (ma perché la benda sull’occhio?), soprattutto quando, nel terzo atto, il Duca la palpeggia platealmente.
Un ottimo cast, come si può vedere, sorretto, come dicevo prima, da un’orchestra e da un coro di grande qualità e coordinato da un maestro, David Crescenti che, oltre che dirigere a memoria, guida con rigore i fili di quel complicato spettacolo che è Rigoletto.
Alla fine, grandissimi applausi per i protagonisti di questo capolavoro con numerose chiamate al proscenio.
© Sergio Zolli per instArt