Tamas VASARY

Sono scatti di grandi compositori nazionali ed internazionali, immortalati durante le prove con maestria e passione. S’intitola “Grandi interpreti prima del concerto” la mostra personale di Arnaldo Grundner, fotografo monfalconese innamorato dei viaggi e della musica, che sarà presentata in diretta streaming sui canali Facebook e YouTube di ZeroPixel Festival giovedì 26 novembre alle 18.

L’esposizione, curata da Giulia Micheluzzi, avrebbe dovuto essere ospitata nella sede dell’Associazione Leali delle notizie, a Monfalcone, e sarà proposta dal vivo non appena sarà di nuovo possibile. Le foto di Grundner in mostra, racconta Micheluzzi, sono il frutto della sua grande passione per la musica classica, maturata negli anni ’60 a bordo di una petroliera all’ancora nella baia di Palembang, nell’isola di Sumatra, mentre ascoltava una stazione radio australiana che mandava in onda il programma “Music for the Music Lovers”, dedicato alla grande musica classica, una musica che tocca le corde più intime di ognuno di noi. L’appuntamento con Music Lovers era diventato oramai quotidiano e il desiderio di approfondire la conoscenza di questo mondo diventava sempre più grande, perciò, una volta rientrato in Italia, il fotografo viaggiatore decise di iscriversi alla Società dei Concerti di Trieste.

Vedendo arrivare grandi compositori nazionali e internazionali al Teatro Comunale di Monfalcone, grandi musicisti che lui aveva ascoltato attraverso una radio, come gli austriaci René Clemencic e Rudolf Buchbinder, l’ungherese János Starker, il francese François-Joël Thiollier o il russo Nikita Magaloff, chiede di poterli immortalare durante le loro prove. “Entra in punta di piedi come solo un grande fotografo è in grado di fare, cerca di non farsi notare tra uno scatto e l’altro, per cogliere e fermare l’attimo, ma più va avanti con questo lavoro e più capisce che questi famosi compositori sono alla fine persone comuni e ne fa suo il più grande insegnamento che involontariamente questi scatti fotografici li donano: i grandi musicisti provavano incessantemente finché tutto non era perfetto. E quindi non importava il luogo dove suonavano, poteva essere Manhattan, Mosca o Monfalcone, ma l’importante era come suonavano e la perfezione che cercavano ogni volta che dovevano esibirsi. Un pò quello che fa il fotografo: prova, prova e riprova, immortalando attraverso lo scatto quell’attimo che per lui è perfetto, quello che lo emoziona e gli trasmette qualcosa, senza soffermarsi troppo sul luogo in cui si trova”, scrive Micheluzzi.

Tutte le fotografie in esposizione sono state scattate a luce ambiente, con la poca luce dello spartito, cercando di afferrare tutti gli istanti più veri, più intimi, con cui Grudner cerca di trasmettere più emotività alle immagini scattate.

Comunicato Stampa