Conosciuto e apprezzato curatore di mostre fin dalla prima metà degli anni ’80, Marco Goldin ha dimostrato di possedere, oltre alle necessarie competenze, una straordinaria abilità divulgativa. Chi ha assistito almeno a una presentazione di una mostra da lui curata infatti difficilmente ha rinunciato a visitarla proprio per la grande efficacia con cui, di volta in volta, l’esperto trevigiano affascinava il pubblico grazie a una spiegazione semplice, chiara e appassionata.
Dal 2005 Goldin si dedica a un’attività di scrittura teatrale, legata all’evocazione di diversi artisti già al centro di alcune tra le sue principali mostre.
Veri e propri spettacoli come “Gli ultimi giorni di Van Gogh – Il diario ritrovato” approdato al teatro Giovanni da Udine il 30 novembre scorso (ulteriore replica in regione prevista al teatro Rossetti di Trieste il 17 gennaio 2023 info 040 3593511 – info@ilrossetti.it – biglietteria prenotazioni@ilrossetti.it).
Si tratta di una messa in scena, ispirata all’omonimo romanzo pubblicato da Solferino a metà settembre e già assurto a best-seller (terza ristampa in un paio di mesi), nella quale Goldin, nel triplice ruolo di ideatore, regista e protagonista, ha narrato, con la preziosa complicità di sonorità (musiche di Franco Battiato) e d’immagini proiettate su due grandi schermi (fotografie ma soprattutto animazioni video di luoghi e di molti dipinti tra i 900 della straordinaria produzione del pittore olandese), gli ultimi giorni di vita di Vincent Van Gogh.
In una scenografia essenziale (una scrivania, una lampada, “un quaderno, un po’ lacero di pelle verde scuro con dei ricami dorati e il dorso nero”) e con un flusso ininterrotto delle immagini, la voce di Goldin ha ripercorso pensieri, sentimenti, le poche gioie e le tante sofferenze di un artista capace di consegnare al mondo la meraviglia della sua arte che ancora oggi affascina e commuove.
Un percorso narrativo avvincente e suggestivo, a volte didascalico nel menzionare date, luoghi, persone a conferma della profonda conoscenza di Marco Goldin di Vincent Van Gogh, artista che studia da 25 anni e a cui ha dedicato mostre di enorme successo di pubblico, la prima vera biografia italiana, un primo romanzo nel 2018 intitolato “I colori delle stelle” (Edizioni Solferino), incentrato sul legame tra Van Gogh e Paul Gauguin e un nuovo romanzo pubblicato quest’anno e divenuto opera teatrale.
Goldin padroneggia il palcoscenico con disinvoltura, da attore/non attore sa rendere verosimile l’espediente narrativo da cui si sviluppa l’azione teatrale.
Il diario ritrovato infatti non è mai esistito ma è solo frutto dell’immaginazione di Goldin che lo riscrive con sentimento e passione. E lo racconta vestendo i panni di quello che potrebbe essere stato un compagno di viaggio invisibile al fianco di Van Gogh negli ultimi suoi giorni. Così lo osserva e lo racconta mentre le musiche di Battiato (brani tratti da “Gilgamesh”, uscito ben trent’anni fa, da “Telesio”, da quell’album innovativo che è stato “Joe Patti’s experimental group” e da due pezzi mitici come “Luna indiana” dall’album “L’era del cinghiale bianco” nonché la versione strumentale della Royal Philharmonic Concert Orchestra di “Torneremo ancora”, autentico capolavoro del grande autore siciliano, un vero e proprio testamento spirituale) riuscivano a creare un’atmosfera mistica e suggestiva.
La potenza dello spettacolo è sicuramente nelle immagini, di luoghi e dei molti tra i quadri più conosciuti di Van Gogh, che dagli schermi giganti posizionati sulla scena, stringono in un abbraccio virtuale gli spettatori. Proiezioni ad altissima definizione che delle opere pittoriche esaltano ogni particolare. Colori che esplodono trasmettendo tutto il loro valore espressivo ed emotivo, la passione e il tormento di un artista geniale e incompreso. Per Van Gogh infatti da l’oro del grano all’azzurro del cielo, il colore non è mai quello vero ma quello che suggerisce l’emozione.
Un plauso va riconosciuto a Luca Attilii e Fabio Massimo Iaquone per la bellezza delle riprese dei luoghi, realizzate in Olanda, Belgio e Francia e ad Alessandro Trettenero per la cura e la precisione del montaggio e delle suggestive animazioni video.
Un viaggio che ha coinvolto e convinto il pubblico che affollava il Teatro udinese. Scroscianti e prolungati gli applausi che hanno salutato Marco Goldin e questo suo nuovo progetto.
Rita Bragagnolo © instArt