Nella Giornata mondiale della Poesia che ricorre domani, sabato 21 marzo, in coincidenza con il primo giorno di primavera, il Centro studi Pasolini di Casarsa, dovendo fare i conti con l’emergenza Coronavirus, e con la sede chiusa da diversi giorni, vuole comunque portare la sua presenza e contribuire, in questo difficile momento, alla diffusione della cultura. E lo fa, come già molti altri in questi giorni, affidandosi ai canali social. Domani, sul profilo Facebook del Centro e sul suo sito web sarà postato un reading poetico dedicato ai “poeti” dell’Academiuta di Lenga Friulana, affidato a una delle più belle voci del Friuli, l’attore Fabiano Fantini.
Sarà lui a leggere i versi scelti per festeggiare la Giornata ma anche per celebrare l’evento che quest’anno sta impegnando il Centro Studi, i 75 anni dell’Academiuta. Risuoneranno così le parole che in quei terribili giorni di guerra dei primi mesi del 1945 trovarono spazio negli Stroligut, la rivista nata soltanto un anno prima per volontà dello stesso Pasolini e di alcuni amici artisti, Virgilio Tramontin e Federico De Rocco. Nel dettaglio, Fantini declamerà le poesie di Tonuti Spagnol Vui di rosada; Ovidio Colussi Recuars; Bruno Bruni Freida e calma l’aga dal fossal; Cesare Bortotto Vilotis; Nico Naldini  Primavera; Riccardo Castellani Autun e Pier Paolo Pasolini Il dì da la me muart

L’Academiuta di lenga furlana nacque ufficialmente il 18 febbraio 1945 in occasione di uno degli incontri con i ragazzi che frequentavano la “scuola” animata da Pasolini nel borgo di Versuta. Come simbolo fu scelto (da uno schizzo di Rico De Rocco), un cespo di dolcetta o “ardilut”, che riporta il motto “O cristian furlanut plen di veça salut”, mentre come lingua venne eletto il Friulano occidentale, nel quale – scrisse Pasolini annunciando l’atto di fondazione – «troviamo una vivezza, e una nudità, e una cristianità che possono riscattarlo dalla sua sconfortante preistoria poetica. Racconta Nico Naldini nel suo libro Pasolini, una vita (Einaudi, 1989): «Le riunioni dell’Academiuta avvengono ogni domenica pomeriggio nella stanzetta di Versuta e ciascuno degli accademici legge le sue nuove poesie; Pina suona il violino e Pier Paolo legge i versi di un poema in ottave Il Tancredi, una delle tante opere inedite finite nella nota cassapanca.»
E così scriveva lo stesso Pasolini: «Ma che dolcissime Domeniche passammo quell’inverno e quella primavera in grazia della poesia friulana e della musica di Pina. Io e mio cugino Nico le ricorderemo spero come le più belle che abbiamo mai trascorso […] Mi piace ricordare quelle nostre riunioni poetiche come una specie di Arcadia, o con più gioia, una specie molto rustica invero, di salotto letterario.»

Comunicato Stampa