Cambiare paradigma a Friuli Doc, non era facile. Soprattutto in epoca di Coronavirus. Sono stati in tanti gli attori che hanno creduto nella manifestazione e si sono messi in gioco, insieme all’Amministrazione comunale, per dare un segnale di ripartenza e normalità e promuovere un territorio che esprime eccellenza di prodotto, di cultura, di conoscenza.
«Come Comitato friulano Difesa Osterie, abbiamo sempre sostenuto che era importante fare Friuli Doc, nonostante le prevedibili difficoltà e disagi, per dare un segnale di ripartenza», dice il presidente del Comitato, Enzo Mancini. «Fin dal momento della conferma che la manifestazione si sarebbe realizzata, abbiamo dato la nostra disponibilità alla partecipazione e la collaborazione con il Comune ha funzionato. Tutte le 22 osterie aderenti alla festa hanno lavorato bene, in relazione anche alla loro posizione più o meno defilata rispetto al centro storico».
«Di osterie si è pure occupata l’Università di Udine – aggiunge Agostino Maio, responsabile delle relazioni esterne dell’Ateneo friulano – che rappresentano una tipicità e un’eccellenza del territorio come il vino e il prosciutto che hanno trovato spazio all’interno del nostro programma di interventi divulgativi tenutisi sotto la bellissima Loggia del Lionello. Con le riflessioni sul cibo scaduto abbiamo voluto, poi, mettere l’accento sul tema della sostenibilità, centrale per l’Università e per i consumatori. Di questa seconda partecipazione così intensa del nostro Ateneo a Friuli Doc – conclude Maio – facciamo un bilancio ampiamente positivo, ovviamente collocato in un contesto che proponeva le necessarie limitazioni per le condivisibili ragioni di sicurezza sanitaria».
Ed era stato anche il professor Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ad aver sottolineato il valore accademico dell’Università di Udine, a livello nazionale e internazionale, durante la cerimonia di consegna, da parte dell’Amministrazione comunale, del “Sigillo della Città di Udine”.
«Per il secondo anno consecutivo – sottolinea il presidente regionale della Coldiretti, Michele Pavan –, abbiamo collaborato in totale sintonia con l’Università e centrato il risultato di diffondere la cultura della biodiversità. Ringraziando il rettore Roberto Pinton, affermiamo con convinzione che il binomio eccellenze dell’agroalimentare e della conoscenza ha fatto da valore aggiunto al Friuli Doc di quest’anno».
Friuli Doc 2020 è stato il palcoscenico prestigioso della Apu Old Wild West, che ha scelto l’evento per la presentazione della squadra che disputerà il prossimo campionato italiano di basket di serie A2, e si è avvalso delle qualificate collaborazioni della Società Filologica Friulana e del Conservatorio “J. Tomadini” che hanno offerto alla città due momenti di ottima musica.
Comunicato stampa